"Ti basta come risposta?"

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Quella mattina mi svegliai in preda al panico, in seguito ad un incubo. Ricordavo ben poco di ciò che avevo visto in sogno, solo immagini sfocate e indefinite. 
Anche se era molto presto, decisi di alzarmi. 
Andai in bagno e mi lavai il viso con acqua gelida. Mi guardai allo specchio e, osservando le mie labbra, i miei pensieri tornarono alle sere precedenti.

Come era accaduto tutto quello? 
Come ero passata da odiarlo a desiderarlo?

Perché era così. Lo desideravo e lo volevo sentire mio come non mai. Volevo sentirlo in me, ma non riuscivo a capire se si trattasse di qualcosa di vero o di astratto e ciò mi faceva impazzire. 

Uscii dal bagno e mi vestii cercando di non svegliare Pansy che sembrava dormire tanto beatamente. 

Ancora deve raccontarti di Kai. 
Giusto, quale protesto migliore per svegliarla?

Le andai vicino cautamente per poi toccarle una spalla. 
"Pans" la scossi leggermente.
"Pansy" feci con più foga quando vidi che non dava segni di vita. 
Lei mugugnò qualcosa e mi tranquillizzai. 
"Alzati che è tardi" le dissi scostando le coperte. 
"Lasciami dormire" si lamentò. 
"Devi ancora raccontarmi di Kai" le ricordai incrociando le braccia al petto. 
Lei alzò il capo e poi lo scosse, come confusa da quel ricordo. 
"Forza, ti aspetto fuori" ed uscii. 

Scesi le scale e mi sedetti in una delle poltrone della sala comune. 
Un via vai di studenti inondò la stanza considerando l'orario. 
Alzai gli occhi dalla ciocca di capelli con cui stavo giocando quando sentii dei passi avvicinarsi a me. Mi voltai e vidi il corpo di Mattheo a pochi centimetri dalla mia mano. 
"Buongiorno" disse, senza muoversi di un millimetro. 
"Buongiorno" risposi leggermente scossa. 
"Io e te dovremmo parlare" 
Un cipiglio spuntò sul mio volto ma non esitai a nasconderlo con il mio solito sarcasmo. 
"Ah, davvero?" 
"Non fare finta di niente" mi ammonì prendendomi le dita. 
"'Niente cosa?" continuai
"Isabel" mi rimproverò. Il mio nome pronunciato dalle sue labbra suonava in modo divino.
La sua mano sfiorò il mio collo e rabbrividii a quel tocco.
Deglutii e staccai i miei occhi dai suoi. 
"Alle 18, sulla riva del lago. Puntuale" affermò prima di sfiorare il mio viso ed andarsene. 

Mi lasciò lì, sola. Onestamente non sapevo come reagire. 
Era per caso un appuntamento o qualcosa di simile? 
Oppure voleva semplicemente dirmi di stargli alla larga, come aveva già precedentemente fatto. 
L'angoscia di essere solo una stupida illusa si fece strada in me, ma non ebbi molto per pensarci dopo l'arrivo di Pansy.

"Tutto bene?" mi chiese.
"Sì" affermai poco convinta e lei se ne accorse, ma decise di lasciar perdere. 

...

Mi convinsi di essermi immaginata tutto, tutto. Riflettei sull'andare o meno all'incontro ma alla fine pensai che nulla di tanto grave sarebbe potuto succedere.
Quindi poco prima di questo famigerato appuntamento o qualunque cosa fosse uscii dalla stanza. 
"Dove vai?" mi chiese mio fratello, che incrociai in corridoio. 
"A fare un giro" risposi solamente prima di oltrepassarlo. 

Arrivai al lago nero puntuale come un orologio svizzero e, come mi aspettavo, Mattheo era già lì. 
"Ehi" lo salutai impacciata. 
Lui distolse l'attenzione da qualunque cosa stesse facendo e mi guardò per poi salutarmi con un cenno della mano. 
Mi avvicinai.
"Quindi? Di che volevi parlare" dissi sedendomi accanto a lui. Lui alzò lo sguardo e sospirò, come se non sapesse da dove cominciare. 
"Io..." iniziò riluttante. Per la prima volta lo vidi insicuro delle sue parole e ciò mi provocò una strana reazione. 
"Volevo parlarti, insomma, di..." 
"Noi" concluse e il mio stomaco si contrasse. 
"Noi?" ripetei dubbiosa, abbassando gli occhi. 

Memories || Mattheo Riddle ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora