Sangue.
Sangue ovunque. Sulle cortecce degli alberi, sul terreno e anche su quelle piccole, ma forse non tanto innocenti, dita da bambina. Delle mani afferrarono le spalle della piccola e la trascinarono via, portando con sé anche le lacrime che non volevano cessare.
Il suono straziante di un pianto mi invase le orecchie e mi svegliai di colpo.
Affannai in cerca d'aria, scostando le coperte e aprendo la finestra. Il freddo della notte invase la mia camera ma me ne infischiai.
Mi appoggiai con i gomiti al davanzale e mi misi le mani sugli occhi, che in pochi attimi si inumidirono.
Cominciai a singhiozzare e mi portai una mano alla bocca, cercando di fare meno rumore possibile, dato l'orario.
Stavo facendo amicizia con il pianto e con la tristezza, che si stavano lentamente insediando in tutto il mio corpo.Mi mancava la mia solita vita, fatta di spensieratezza, feste, studio, famiglia e amici.
Ma più di qualunque altra cosa mi mancava il suo profumo, il suo sapore, il suo tocco tanto delicato da sembrare quello di un fiore. Sentivo il bisogno di lui, di averlo accanto a me. Volevo baciarlo, concedermi a lui e donargli il mio corpo, ma sapevo che non potevo farlo.
Mi avrebbe distrutta di nuovo, e non sarei riuscita a reggerlo.Ma non rimpiangevo nulla.
Lo avrei baciato altre mille volte, avrei ballato con lui altre milioni di volte se mi avesse fatto provare lo stesso sentimento. Lo stesso desiderio, la stessa passione e lo stesso brivido che mi passava la schiena ogni volta che i nostri sguardi si incontravano.
Mi concessi qualche istante da sola, senza la compagnia delle lacrime ed osservai il cielo, in tutta la sua oscurità e in tutta la sua immensità.
Osservai le stelle e la luna, che in tutti quegli anni non mi aveva mai lasciata sola.
Chiusi gli occhi e lasciai entrare nelle mie narici il dolce odore d'inverno, che non mi era mai sembrato tanto caldo.Ripensai a ciò che avevo visto in sogno, quella notte e tutte le altre prima di quella.
Quei due bambini.
Io e Mattheo.C'era un'unica domanda che mi assillava: perché?
Perché tutta quella segretezza?
Perché tutto quel sangue?
Perché tutto ciò?Dovevo scoprirlo da sola, perché nessuno me lo avrebbe detto.
E sicuramente non lo avrei scoperto rimanendo accasciata a terra nella mi stanza.
Quindi mi alzai e aprii la porta.
Il silenzio della notte mi attraversò le orecchie e la schiena, provocandomi un brivido, che però repressi.
Feci un primo passo e poi tanti altri, lasciando carta bianca al mio cuore.Arrivai alla porta che conducevano alla soffitta e prima di metterci piede deglutii, facendomi forza.
"O adesso o mai più" mi dissi. Presi la maniglia e la spinsi, rivelando dinanzi a me ammassi di oggetti vecchi e pieni di polvere.
"Lumus" sussurrai per farmi luce.
La punta della bacchetta si illuminò permettendomi di vedere.
Avanzai nel buio e i miei occhi si posarono su miei vecchi vestiti e giocattoli, strappandomi un sorriso.
Arrivai a un tavolo che non avevo mai visto, non che ci fossi mai entrata lì dentro.
C'erano sparse delle fotografie e dei fogli, come se qualcuno, dopo aver trovato quello che stava cercando, avesse lasciato tutto lì, preso dalla fretta.
Osservai le fotografie e mi riconobbi in alcune di esse in compagnia di un'altra bambina, terribilmente simile a me.
Girai la fotografia e lessi.Josephine e Isabel Malfoy il 7 maggio 1985
"Che diavolo..." dissi gettando la foto a terra.
Ricominciai a frugare e trovai un'altra foto.Eravamo sulla riva di un lago, io, Draco e questa 'Josephine', tutti e tre sorridenti.
I fratelli Malfoy al lago il 14 giugno 1985
Fratelli?
Presi una lettera questa volta.
Cara Isabel,Ti scrivo dall'Irlanda con l'aiuto della mia nuova mamma, un piccolo aiutino.
L'ultima volta che ci siamo viste non ti ho potuto dare il fiore che avevo raccolto per te, quindi ecco un disegno:Bellissimo vero?
Lo dice anche Madeline, la mia nuova mamma. Secondo me potreste essere amiche, vienici a trovare che te la presento.Ti voglio bene, saluta Draco.
Dalla tua adorata sorellina,
Josephine.Una sorella?
Realizzai tutto, tutto quanto.
Era suo il sangue che avevo visto in sogno.
Era lei che avevo ferito. Le avevo fatto del male e l'avevano portata via, dalla sua 'nuova mamma'.
Mi avevano cancellato i ricordi per farmi scordare di lei, del male che le avevo fatto.
Non mi avevano messo al corrente dei miei poteri per evitare che li usassi per fare del male a qualcuno.
E Mattheo era con me. Ero con lui quando era successo.Ogni tassello al suo posto, formando un quadro generale perfetto.
Mi si inumidirono gli occhi al solo pensiero di quanto dolore avevo causato alla mia famiglia, del mostro che ero, e di quanto fossi pericolosa.
Una sola cosa non tornava.
Per quale motivo avevano scelto di mandare via lei, e non me?
Ero io il pericolo, non Josephine.
Ero io, Isabel Malfoy, il problema, non la mia povera sorella.Riflettei guardandomi intorno.
Ma certo.
Lord Voldemort non avrebbe fatto fuggire in Irlanda un tale potenziale. Un tale potere. Una tale forza.
Ecco perché ero simile a lui, per il mio potere, lo stesso potere che aveva reso il Signore Oscuro uno dei maghi più forti di sempre.
Uscii di corsa fuori da quella stanza e ansimai in cerca d'aria.
Salii le scale e, con il fiatone, spalancai la porta della camera di mio fratello.
Lui si svegliò di colpo, alzando il busto e mi guardò.
Accesi la luce e gli mostrai la fotografia."Tu lo sapevi?" domandai.
"Eh?"
"Abbiamo una sorella, tu lo sapevi?""No" disse, ma non gli credevo.
"Non dire stronzate Draco, lo sapevi o no. Ti chiedo una cosa sola: sincerità. Anche se farà male, anche se sotto sotto lo so già, devi dirmi la verità." iniziai "Ti prego..." lo supplicai infine.
Sbatté gli occhi diverse volte prima di alzarsi.
Mi venne incontro e mi avvolse tra le sue braccia."Sì. Lo sapevo Isabel, e Josephine mi manca ogni giorno come l'aria" dichiarò ed iniziai a singhiozzare, aggrappandomi a lui.
"Scusa, scusa, scusa" piansi "Sono un mostro, dovrebbe esserci lei qui non io" mi scusai accarezzandogli la nuca.Lui si staccò e mi guardò negli occhi.
"Non sei un mostro Isabel" affermò appoggiandomi le mani sulle spalle.
"I mostri non si scusano, i mostri fanno cose sbagliate e cattive, ma non se ne pentono. Tu ora se qui, in lacrime di fronte a me, perché sei pentita. Perché ti dispiace. Perché sei buona. Perché un cattivo non cerca di riparare i propri errori"Mi stava chiedendo di andarla a cercare.
Di trovarla, di scusarmi con lei e di riportarla a casa.
E lo avrei fatto.
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Memories || Mattheo Riddle ||
Fanfiction"Mi farai impazzire Malfoy" "E' esattamente ciò che voglio" . . . [COMPLETA] LINGUAGGIO VOLGARE In questa storia Bellatrix e Narcissa non sono sorelle.