"Non sia scontata"

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Quando quella mattina mi svegliai, mi sorpresi di non vedere Pansy nella stanza. 
Quando realizzai che ero sola, mi passai una mano sul viso, prima di alzarmi e dirigermi in bagno. 
Mi lavai il viso con acqua ghiacciata e mi vestii con la mia uniforme.

Una volta uscita mi interrogai sul perché Pansy non avesse dormito in camera; ma poi mi ricordai di lei e Kai e tutto ebbe un senso. 
Stavo morendo di fame e non avevo intenzione di aspettarla, quindi presi la mia borsa e uscii dalla stanza. 

Una volta arrivata in sala comune scorsi una figura su uno dei divanetti. 
Mi ci volle poco per fare due più due. 

Pansy, Kai 
Mattheo?

Mi avvicinai a quella figura tanto familiare, ma non la toccai.
Mi stupii del modo in cui stava riposando: stava abbracciando un cuscino e aveva una coperta che gli copriva il petto. I capelli erano spettinati, ma, ad ogni modo, pensai che era sempre bellissimo

La prima volta che lo pensi immagino
Ma smettila.

Tornai in me. 

"Mattheo?" sussurrai.
"Mattheo" ripetei con la speranza che si svegliasse. 
Fallii. 

"Andiamo Mattheo svegliati" gli presi la spalla e lo mossi leggermente, e, solo a quel punto, aprì gli occhi.
"Alleluia" dissi.

Quando lui notò la mia presenza sobbalzò, e, inevitabilmente, una risata lasciò le mie labbra dopo il suo spavento, ma lui non sembrò altrettanto contento.
"Non conosci un modo più carino per svegliare qualcuno?" mi chiese con la voce ancora impastata dal sonno.
"Ora che ci penso...no." affermai.
"Alzati, ti aspetto fuori". 

Mi avviai verso l'uscita quando sentii dei passi avvicinarsi a me e delle mani cingermi i fianchi. 
Inizialmente sobbalzai, ma poi, riconoscendo quel tocco che tanto mi sembrava familiare, mi rilassai. 
"Ti devi sbrigare, non ti aspetto per più di dieci minuti" gli ricordai con voce dolce. 
"Volevo solo salutarti come si deve" sussurrò al mio orecchio facendo scorrere le sue dita lungo il mio bacino per poi arrivare nell'interno coscia. 

Mi sciolsi sotto il suo tocco ma poi tornai in me. Mi allontanai di un passo e mi voltai per poi lasciargli un bacio sulle labbra. 

"Non più di dieci minuti"
E me ne andai.

...

Aspettai Mattheo per otto minuti esatti. 
Mi colse alla sprovvista mentre sedevo fuori dall'entrata della sala comune a gambe incrociate. 
Mi stupii quando notai che non era solo. 

"Spero vi siate divertiti stanotte" dissi riferendomi a Pansy e Kai. 
"Decisamente" disse lui prendendo sotto un braccio Pans, che sorrise. 

Ci avviammo verso la sala grande: io e Pansy davanti e i ragazzi dietro.
"Non vorrei dire cazzate ma è la prima volta che ti vedo così presa da un ragazzo" osservai riferendomi alla mia amica. 
"Potrei dire lo stesso di te" ribatté lei. 
Sospirai. 
"Mi sta ancora un po' sul cazzo comunque" 

"Come scusa?" 
Risi.

...

Saltai la lezione della Cooman e, al posto di beccarmi occhiatacce da tutti gli studenti dopo l'ultimo incontro, mi appartai in un angolo di un corridoio con il libro che avevo trovato nella biblioteca del Manor. 

 Manipolazione Mentale

La manipolazione psicologica tramite l'uso della magia, è una forma di arte mistica, classificata anche come 'Magia nera'. E' un tipo di influenza emotiva che ha lo scopo di cambiare la percezione altrui usando incantesimi illusori.  Solo maghi o streghe potenti potrebbero riuscire a svolgere incantesimi simili e solo se sottoposti ad un grande sforzo. 

Era forse possibile che...? 
No. 
Mia madre non l'avrebbe permesso. 
Però quei sogni, io non avevo mai visto nulla del genere.
Forse non era nulla di allarmante ed ero solo io paranoica. 

I sogni non sono mai solo sogni. 
Anche tu hai ragione.

Ma, sarebbe impossibile. 
Voglio dire, quella che vedo è una bambina, cosa può avere o sapere una bambina di tanto spaventoso fino a portare qualcuno a manipolarle la mente. 

Non riuscivo a capire. 
 
C'era un'unica persona a cui potevo chiedere aiuto, ma non ero certa lo avrebbe fatto. 
Tentar non nuoce. 


Mi alzai e mi sistemai la gonna. 
Mi avviai a passo deciso verso l'ufficio del preside .
"Sorbetto al limone" pronunciai. 
Entrai e non mi sorpresi di vedere Silente in piedi a contemplare qualcosa che occhi come i miei non potevano vedere. 

"Lei non dovrebbe essere a lezione, signorina Malfoy?" domandò senza nemmeno voltarsi. 
"Mi dovete aiutare" ordinai con tono autoritario, ma me ne pentii quando il preside si girò. 

Presi coraggio. 

Sfilai libro dalla borsa e glielo mostrai. 
"Questo libro, la manipolazione mentale, lei ne sa qualcosa?" 
"Sono più che sicuro che riuscirete a trovare le risposte che state cercando anche senza il mio aiuto" ribatté lui calmo. 

"Lei non capisce"  affermai e sentii gli occhi inumidirsi per il tripudio di emozioni che mi stava assalendo. 
"I-io non so più cosa sia successo nella mia vita. Sembra tutto così familiare ma contemporaneamente sconosciuto. Vedo persone, bambini, professore, bambini, nei miei sogni" 
"I sogni non sono mai solo sogni signorina" disse Silente
"Si, beh...questo lo so. Ma vi prego, aiutatemi" supplicai.  

Sentii una lacrima solcare il mio viso.
"Per favore..." altre lacrime rigarono le mie guance. 

Lo vidi quasi addolcirsi ma mi sbagliavo. 
"Rammenta quello che le dissi l'ultima volte che entrò in questo ufficio?" 

Annuii. 

"Gli angoli più oscuri signorina Malfoy. Gli angoli più oscuri"  disse. 
"Può andare, sono sicuro che i suoi amici la stanno aspettando" 

Abbassai lo sguardo e annuii lentamente. 
"Arrivederci" mi voltai e stavo per varcare l'uscita quando mi chiamò un'ultima volta. 

"Non sia scontata signorina Malfoy, confido in lei" 

...

Quando entrai nella sala comune quella sera, tutti mi guardarono scossi. 
Vidi mio fratello alzarsi per primo. 

"Dove sei stata tutto il giorno?" chiese
"Affari miei" risposi fredda. 
Non seppi il perché di quella mia reazione, in fondo Draco non aveva fatto nulla. 

Lui abbassò lo sguardo. 
Raggelò. 

"E quello cos'è?" chiese indicando il libro che avevo in mano. 

Mentii. 

"Compiti". 
Lui mi guardò e sembrò non voler approfondire. 


"Isaa" urlò Pansy mentre scendeva dalle scale con Kai dietro.
Mi si lanciò al collo e mi abbracciò. 
Ricambiai malvolentieri, ma mi sforzai di sorridere. 
"Almeno dieci minuti sta con noi oggi, per favore" mi supplicò la mia amica. 
"Sono stanca, domani ti spiego. Ora vado, buonanotte ragazzi" 

Mi allontanai e iniziai a salire le scale. 
Arrivai in camera e, come prima cosa, mi sbottonai la camicia. 
Avevo caldo. 
Avevo bisogno di una doccia. 
Sì, decisamente. 
Entrai in bagno e aprii il getto della doccia. 
Aspettai la temperatura esatta ed iniziai a spogliarmi. 
Mi fiondai sotto l'acqua e lasciai che trasportasse via tutta la confusione della giornata. 

Una volta uscita mi misi il pigiama e uscii dal bagno. 
Quello che trovai non mi piacque per niente: Kai e Pansy, come sempre, stavolta un po' più vicini del solito. 

"Isabel" disse Kai staccandosi da Pansy.
"Me ne vado" dissi senza esitare. 

Presi una coperta e mi avvicinai alla porta.
"Divertitevi" affermai uscendo. 

Mi fermai un secondo davanti alla porta chiusa alle mie spalle e feci un respiro profondo. 

Sono una coppia, è normale.
Già, sono una coppia. 

Scesi le scale e arrivai in sala comune. Mi distesi in uno dei divanetti e mi coprii totalmente. 
Chiusi gli occhi e per un attimo desiderai di dimenticare tutto per sempre. 
Poi mi addormentai. 

Memories || Mattheo Riddle ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora