Fluttuava nel nulla, in uno stato di incoscienza e di acuta consapevolezza. Non percepiva più l'acqua, non sentiva più nulla, nemmeno il suo corpo. Riconobbe quel luogo inesistente e si pentì della sua scelta. Voleva andarsene, tornare fuori, alla realtà che viveva, ma non vi riusciva, la sua coscienza l'ancorava là, decisa ad andare sino in fondo.
Attese allora, ma non accadde nulla, sembrava essere da sola nel buio. Ebbe un momento di panico e provò a svegliarsi, a capire come uscire da quell'incubo che la soffocava, man mano che il silenzio l'assordava e la solitudine l'opprimeva. Era perduta, forse per sempre, in un luogo che le trasmetteva solo freddezza e apatia. Le sembrava di vedersi allo specchio, incapace di distogliere lo sguardo. Non era mai stato così entrare in contatto con Ivah, se lo ricordava, quello era un incubo, non un luogo sicuro dove cercare protezione. Che la stesse punendo per averla abbandonata?
Voleva andarsene, voleva lasciarsi tutto alle spalle, perché non si faceva vedere se l'aveva chiamata per tutto quel tempo?
«Dove sei, dannazione!»
Le sembrò di tremare, vinta dalla sua paura. Il buio sembrava aumentare, avvolgerla e soffocarla con le sue fredde spire. Il respiro le mancava, sentiva la gola serrarsi, incapace di parlare. Voleva stringersi su se stessa, cercare conforto nel suo calore, ma era bloccata, intrappolata nel nulla che la circondava. Stava male, ansimava e il suo corpo sembrava pesare ancor di più, come un macigno. Vedeva buio, nient'altro, che fosse quella la sua fine? Era quello che provava ?
«Ivah, dove sei!» esclamò, in preda alla disperazione.
Avrebbe pianto, se le fosse stato concesso, ancor di più quando non ricevette ancora risposta. Se poteva, avrebbe preferito morire che proseguire quell'agonia.
«Ti prego...» sussurrò infine.
Una luce si formò davanti a lei, una leggera fiammella dorata. Cercò di afferrarla, vedendovi la sua unica speranza, ma le sue braccia sembravano intrappolate, bloccate dal buio e dal nulla. Si sforzò, voleva liberarsi, voleva andarsene, ma faceva male e le mozzava il fiato. Era stanca, il suo corpo chiedeva riposo, per sempre. Lei, però, non voleva concederglielo.
Gridò e spinse il suo braccio. Le sembrò che dei lacci glielo scorticassero, cercando di tenerla salda, ma lei strinse i denti e continuò, proseguì trattenendo il fiato, finché le sue dite non sfiorarono quella debole fiammella.
La sua luce l'avvolse in un istante, allontanando ogni fatica, ogni dolore. Si sentì leggera, finalmente e sollevata dalla sua stanchezza. Quel piccolo bagliore che l'avvolgeva era così confortevole, da tempo non si era sentita così bene, dal giorno in cui aveva cercato di chiudere il suo cuore e i suoi ricordi.
Riposati ora.
La voce di Ivah la sorprese. Aprì le mani, incredula: veniva dalla fiammella, quella che stava inconsciamente stringendo su di sé. Perché era così piccola? Non era mai successo prima.
Sono felice che tu sia tornata.
Il calore si intensificò, divenendo un torpore così piacevole che le sue membra cedettero, trascinandola in un sonno profondo.
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Ultimo Bagliore - Libro di Marā
Science FictionUna giovane vaga per le infinite strade di Vidia. E' un'astrale, una sacerdotessa di Ivah, uno dei più importanti celesti della galassia. Non ha alcuno scopo, se non annientare i nulli, delle creature aliene giunte da lontano, pronte a distruggere...