Fissava quella banchina, immobile, ferma sul marciapiede. Poche persone vi erano sedute, chiuse nei loro cappotti e assorbite dagli schermi olografici dei loro dispositivi elettronici. Qualcuno l'aveva notata, ma poi l'aveva ignorata, incapace di comprendere cosa stesse facendo. E l'ironia era che nemmeno lei lo sapeva.
Fissava quella banchina, sapendo che doveva decidere, avvicinarsi, sedersi affianco agli altri e attendere la navetta, per poi prenderla e sparire, verso il prossimo covo dei nulli. Quella doveva essere la sua vita, quello il suo destino, ma l'idea la soffocava. Il buio del contatto la opprimeva dall'angolo dei suoi ricordi, era una sensazione terribile e angosciosa, forse un avvertimento di cui doveva tenere conto. Non era certa di provare rabbia per Ivah, che si era presentata all'ultimo, dopo la sua supplica. Le sue promesse l'avevano rovinata, ma aveva lo stesso cercato di esserle sempre accanto, per quanto lei la rifiutasse, presa dalla sua rabbia. Che avesse ascoltato le sue parole e si fosse allontanata, lasciandola da sola in balia della suo malessere?
Era quello che aveva desiderato, eppure ora, pensandoci bene, la faceva sentire più vuota, completamente alla deriva. Se prendeva quella navetta, se si lasciava tutto per sempre alle spalle, non aveva nulla, solo se stessa.
Era davvero bastato un minimo contatto prolungato per metterle quei dubbi nella mente?
Un uomo la fissò con un cenno di curiosità. Si chiese cosa stesse vedendo, quale fosse l'espressione del suo volto per aver attirato la sua attenzione. Ricambiò, quasi sperasse che quello sconosciuto la aiutasse, che potesse leggerle nella mente e darle il giusto consiglio. Era una vana speranza, alla fine la decisione spettava a lei.
Il rombo del motore e dei propulsori attirò i presenti, prima che una navetta metallica grigia e violacea sorvolasse la strada. Era arrivata, doveva scegliere.
Atterrò dolcemente a terra e le persone si avvicinarono, aspettando che aprisse le sue porte. Se saliva, si lasciava tutto alle spalle, soprattutto Noemh. L'avrebbe abbandonata, come le consorelle, come altri prima di lei. L'avrebbe lasciata sola, una piccola anima sperduta che voleva solo un po' di compagnia e calore. Perché tra tutti aveva incontrato proprio lei, che desiderava l'opposto? Perché aveva insistito ad avvicinarla, quando sarebbe solo bastato aiutarla la prima volta?
Aveva fatto troppo e quel troppo le si era appiccicato addosso, bloccandola sul quel marciapiede. La gente saliva e lei guardava, inerte, decisa a volerli seguire, ma incapace di farlo. Quel poco calore che le aveva trasmesso non le era dispiaciuto, lo sapeva, ma valeva lo scambio con il dolore che le avrebbe lasciato, se tutto fosse andato male per la seconda volta? Da sola era l'unica che poteva farsi male, non poteva sopportare ancora di caricare sulle sue spalle il peso di altre vite. Eppure, eppure...
La gente salì e le porte si chiusero, prima che la navetta si alzasse e partisse, sorvolando placida la strada. L'aveva persa, come la sua possibilità di ripetere il suo circolo vizioso. Forse poteva trovare un compromesso e salvarsi.
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Non si ricordava dove fossero i sacerdoti, gli edifici di quella città erano tutti uguali, squadrati e privi di contrassegni. Le vie non erano nemmeno segnate, tutti contavano che la gente si orientasse con le mappe elettroniche, dove erano riportate. Fortunatamente aveva riacquistato le forze ed era riuscita a cercare la fonte di energia emanata dalla pozza, che l'aveva guidata sino al tempio.
Aveva preso l'ascensore e, mentre fissava le sue grige pareti, continuò a chiedersi cosa stesse facendo. Aveva trovato il compromesso lungo la via, ma non era ancora sicura. Navette passavano ogni ora, poteva ancora tornare sui suoi passi, ma non lo fece, lasciò che l'ascensore salisse e aprisse le sue porte sul tempio.
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Ultimo Bagliore - Libro di Marā
Science FictionUna giovane vaga per le infinite strade di Vidia. E' un'astrale, una sacerdotessa di Ivah, uno dei più importanti celesti della galassia. Non ha alcuno scopo, se non annientare i nulli, delle creature aliene giunte da lontano, pronte a distruggere...