16. «Dammi la mano»

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«Hai preso tutto?» Yoongi guardò suo marito con un triste sorriso e si caricò in spalla uno dei due zaini. Hoseok annuì, si piegò verso il tavolino ad afferrare il telefono per poi farlo sprofondare nella tasca posteriore dei jeans strappati «Sì, penso di sì» e la voce gli uscì come un soffio. Aveva due grandi occhiaie a decorargli la parte inferiore degli occhi. Non aveva dormito. In realtà entrambi non avevano chiuso occhio, se ne erano stati semplicemente stesi sul letto, su di un fianco, dandosi le spalle a produrre sospiri continui.

«Bene, andiamo» avevano raccolto tutte le loro cose, fatto le valigie e adesso erano pronti a lasciare quella camera che li aveva ospitati per le due settimane precedenti. La vacanza era finita e bisognava tornare a casa. Fu un po' un colpo al cuore il chiudere per l'ultima volta quella porta, perché forse inconsciamente rappresentava una sorta di lasciapassare: il buttarsi alle spalle quella storiella con Jimin. O almeno ci avrebbero provato.

Andarono fino alla hall, per poter riconsegnare la scheda magnetica. Se ne occupò Yoongi, purtroppo o forse per fortuna, era lui quello che riusciva a possedere più autocontrollo e mente fredda in certe situazione. Il totale opposto di Hoseok che attualmente non sapeva neanche come poter respirare bene. E quel respiro divenne ancora più mozzato quando alzò per la prima volta gli occhi dalla moquette del pavimento e trovò una chioma bionda in lontananza, anche lui con le valigie tra le mani «Yoon»

«Cosa?» suo maritò prima salutò la receptionist, poi si girò a guardarlo, notando come fosse ancor più turbato, seguì immediatamente la traiettoria del suo sguardo «Oh» anche il suo cuore perse qualche battito quando lo vide «Lo sai, dobbiamo scendere per forza da lì»

«Come possiamo passargli davanti come se niente fosse?» piuttosto Hoseok avrebbe preferito lanciarsi dall'ultimo piano, tuffarsi in acqua e raggiungere a nuoto la banchina per poi andarsene. Dopo averlo abbandonato in quel modo a dir poco penoso, averlo visto piangere ma non aver fatto niente per farlo sentir meglio, si vedeva come il peggior essere vivente sulla faccia della terra.

«Dammi la mano» Hoseok guardò suo marito, con la sua di mano voltata con il palmo verso l'alto «Ti ricordi? Insieme sconfiggeremo ogni cosa, come abbiamo sempre fatto» come avrebbe potuto non ricordarsi? Ne avevano passate così tante solo per poter stare insieme in quella dannata vita e se veramente avevano preso quella decisione con Jimin, era stato soltanto per tutelare la loro relazione. Eppure il primo pensiero di Hoseok dentro di sé fu "Non so quanto io voglia sconfiggere questo sentimento"

E le loro gambe si mossero, ponendo un piede davanti l'altro e stringendo le dita tra loro. Passarono davanti il personale della nave, posti vicino la scala mobile che li avrebbe portati fino giù «Arrivederci signori, grazie per essere saliti a bordo»

«Grazie a voi» ribattè Yoongi, abbassando il manico della valigia per poterla afferrare e tirar su.

«Ciao biondino, ci vediamo l'anno prossimo» quella frase arrivò dritta alle loro orecchie e per un attimo si frizzarono, alzando gli occhi verso di lui. Eloise lo teneva stretto tra le braccia. Assottigliarono gli occhi, piegarono la testa di lato, volevano vedere che espressione avesse Jimin, augurandosi di vedere un bel e grande sorriso. Ma lui continuava a voltargli le spalle «Mi raccomando, per qualsiasi cosa chiamaci»

𝑴𝑨𝑹𝑬 𝑰𝑵 𝑩𝑼𝑹𝑹𝑨𝑺𝑪𝑨 // ʸᵒᵒⁿᵐⁱⁿˢᵉᵒᵏDove le storie prendono vita. Scoprilo ora