24. «Perché mi ami troppo»

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Schiene dritte, petto in fuori, i primi due candidati sembravano competere tra loro, per chi potesse apparire come il più adatto per quel lavoro. Il terzo, semplicemente, si guardava attorno curioso, scrutando quell'ufficio e posando poi gli occhi su di una figura che avanzò a passo svelto verso di loro «Prima regola: se volete veramente questo lavoro, fate tutto quello che vi dico»

Rimase di stucco Hoseok. Severo, pensò. Severo e audace. Qualità che in fin dei conti il capo di un'azienda avrebbe dovuto possedere. Virò un angolo della bocca verso l'alto, cercando subito dopo di nascondere quel sorrisetto per non farsi licenziare in tronco.

«Seconda regola: i ritardatari non sono ammessi» continuò Yoongi. Non lo guardava neanche in faccia, semplicemente camminava avanti e dietro declamando quelle regole scritte in nessun posto, ma presenti solo nella sua mente.

«Terza regola: voglio persone sveglie, che sappiano ciò che stiano facendo»

«Quarta regola: ordine. Vi passeranno così tante cose tra le mani che ad un certo punto non capirete più niente. L'unica soluzione è l'essere ordinati»

«Quinto e tenetelo bene in mente: ho tirato su questa azienda da solo. L'unica cosa di cui non ho bisogno sono persone che mi facciano calare giù a picco.» Hoseok pensò semplicemente che fosse giusto. A dirla tutta era lì solo perché aveva sentito in giro che la paga fosse buona...Insomma, l'affitto del suo appartamento a Milano non si sarebbe pagato da solo.

«Sette giorni. Sette giorni per conquistarvi questo lavoro» avrebbe battuto i candidati uno dietro l'altro, fatti cadere come mele marce dall'albero. Uno di essi alzò la mano per richiamare l'attenzione di Yoongi che si fermò improvvisamente, osservandolo stizzito con un sopracciglio sollevato «Cosa?»

«Posso fare una domanda?»

«L'hai appena fatta. Alla prossima, sei licenziato» indicò i due rimanenti «Mettetevi a lavoro»

Hoseok sbuffò una risata. Forse non si sarebbe dovuto neanche impegnare, quel posto glielo avrebbero lasciato nel giro di qualche giorno. Una volta che Yoongi fu lontano, allungò una mano, dando qualche pacca di supporto a colui che si trovava già con un piede nella fossa «Forza e coraggio»

«Eri seriamente così stronzo?»
Jimin, disteso comodamente sul letto matrimoniale, tra i due, si girò verso Yoongi, quando Hoseok concluse la prima parte del racconto. Troppo stupito da quella versione del corvino mai vista. Sinceramente gli sarebbe piaciuto conoscere anche quei lati dei due coniugi, il loro lato lavorativo, quello professionale.

Yoongi girò gli occhi al cielo e cercò di trovare una scusante per quel comportamento un po' troppo estremo «Non è che fossi stronzo, semplicemente avevo fatto così tanta fatica fino a quel-»

«Sì, era stronzo» lo interruppe Hoseok, senza mezzi termini. Lo prese in giro, certo, ma sapeva anche lui, perfettamente, quanto l'altro avesse buttato tempo, soldi e fatica nel tirar su quell'azienda.

𝑴𝑨𝑹𝑬 𝑰𝑵 𝑩𝑼𝑹𝑹𝑨𝑺𝑪𝑨 // ʸᵒᵒⁿᵐⁱⁿˢᵉᵒᵏDove le storie prendono vita. Scoprilo ora