"Ma come farai con la scuola?"
Le chiesi quando andammo a letto.
"Mi iscrivo ad una scuola qui."
"I tuoi sono d'accordo?"
"Non ne ho idea, ma finché non mi contattano significa di sì."
"Ma quando tornerai in Italia?"
"Ti ho detto che non torno."
"Ma un giorno..."
"Nessuno giorno se è per i miei genitori."
"Neanche io tornerei a casa dai miei, mi vergogno."
"Che è successo?"Cominciai a piangere.
"Odiavo i miei senza motivo, volevo scappare di casa, appena feci sedici anni me ne andai. Mi mancano, mi manca casa. La cucina di mamma e tutte quelle cose belle che succedevano in casa. Torna lì, non importa di noi, te ne pentirai."
"Ma come non ti importa di noi?"Rimase calma.
"Io non volevo..."
"Mi stai dicendo che non mi ami più dopo tutto il mese che mi hai rotto il cazzo perché volevi stare con me?"
"Greta ho sbagliato, scusami."
"Sono comunque arrabbiata. A questo punto non mi sprecavo..."Non avevo paura di lei. La presi per i fianchi e la portai a me. Lei forse sapeva quello che volevo fare. Si lasciò andare. La baciai e ricambiò. Mentre le mie mani toccavano le sue forme, la sua sinistra era impegnata nei miei capelli.
GRETA
Delle mani grandi, calde e delicate mi presero e cominciarono a toccarmi come mi piaceva, mentre delle labbra morbide mangiavano le mie.
"Sei perdonato."
Gli dissi staccandomi un attimo dalle sue labbra. Il suo tocco era delicato, mi faceva godere di una sensazione mai provata. Neanche fare l'amore è così dolce. Le mie mani e le sue si incrociavano, mentre mi faceva stare bene accarezzandomi ovunque.
I suoi capelli avevano un buon odore di shampoo, il suo petto odorava di uno dei suoi profumi da stage.
"Posso?"
Mi chiese.
Annuii.
La mia maglia e il mio pantalone sembravano non esistere più. C'erano, ma per Chan no.
Lui voleva andare avanti, ma non ne aveva il coraggio.
"Amore..."
"Mh?"Mi rigirai su me stessa facendomi minuscola mentre mi appoggiavo sul suo petto.
"...Basta."
Gli sussurrai.
"Come vuoi, principessa."
"Pensavo di reggere se fossimo andati più avanti ma non ce la faccio, scusa."
"No, no, tranquilla. Non avremmo neanche dovuto farlo."
"Non è nulla di grave, però non mi sento pronta per andare avanti. Mi piaceva, non so che mi sia successo. È la stessa cosa che mi succedeva prima di stare insieme. A volte mi piaceva che mi trattassi come la tua ragazza, a volte non so perché fossi infastidita."
"Va bene così, non voglio metterti a disagio."
Disse mettendomi i capelli a posto. Non so perché, né come, né ancora perché e né ancora come.
"Mi dispiace di essermi arrabbiata con te, è solo che sembrava che non ti importasse dopo un mese passanti interamente a parlare, bene, di me."
"Sì che mi importa."Mi girai ancora, a pancia sotto, mettendo le braccia sotto la sua schiena.
"Sono il mostro degli abbracci."
Sussurrai.
"Ma io non ho paura."
Disse lui dandomi in bacio sulla testa.
"Domani usciamo con la coppia qui affianco o hai cambiato idea?"
"Non ho MAI cambiato idea nonostante quello che ti ho fatto. Anzi, sei tu che avresti dovuto cambiare idea."
"No, piccola. Non l'avrei mai fatto. Ero talmente innamorato di te che non mi interessava quello che mi facevi."
"Chan non devi più fare così. Io non dovrei trattarti male però non venirmi dietro."
"È che non riuscivo a non pensarti, ti perdonavo per i tuoi errori, sapevo che fosse sbagliato ma non riuscivo. Mi ha fatto male, tanto, male."
"Mi dispiace Channie. Ti amo."
"Ti amo anche io principessa."
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Back to Korea (Christopher Bang, Bangchan)
Fanfiction"Benvenuti in Corea, in questo momento sono quasi le 9:00 in Italia e quasi le 16:00 qui, a Seoul. Atterreremo a minuti." "Sei pronta a tornare a casa?" "Io non torno." Però tornò, non in Italia, ma in Corea.