HYUNJIN
Mercoledì mattina. Qualcosa non andava, forse e forse da troppo tempo. Lei era strana e non parlava più quasi con nessuno se non quando ne aveva tempo, o forse proprio non parlava più, se non qualche volta con Hyen-Jin.
Erano passati mesi da quando viveva con noi, era, ancora per quel giorno, novembre. Era già presa dalla scuola e dal lavoro. Io provavo a parlarle ma non rispondeva ai comandi. Non parlava tanto neanche con Chris. Problemi in vista, credo.
"Greta."
Non rispose.
"So che non vuoi parlare, però almeno ascoltami."
Le passai una mano attorno al viso e le sorrisi.
"Voglio solo una breve risposta: sì o no. Ti abbiamo fatto qualcosa? Solo io? Tutti? Solo Chris? Binnie? Jeongin? È successo altro che ti ha sconvolta?"
"No, no, no, no, no, no, no. Supero le tue aspettative e parlo. Non credo di poter reggere amicizie e relazioni. Non ho mai tempo per nessuno. Chris aveva ragione, non sto mai con lui, come non sto mai con te o con gli altri."
"Tu fai quello che puoi, l'importante è questo. Fai di tutto per stare con noi. Per il resto devi parlarne con Christopher, è una cosa seria che non riesci più a reggere la relazione."
"Lo farò. Ora devo andare a fare i compiti. Sono stanca, voglio andare a dormire."
"Diglielo il prima possibile."
"Domani. Torno prima come tutti i venerdì."
"Va bene."
"Tu vai a letto. Notte Hyunjin."
"Notte Greta."Mi abbracciò forte e se ne andò sù per le scale.
Non andai a dormire, aspettavo che scendesse di nuovo. La sentivo tutte le notti che tornava giù per fare qualcosa e poi tornava sopra.
"Che ci fai qui?"
Erano le 3:07 e lei era appena scesa.
"Ti ho detto di andare a dormire."
"Ti stavo aspettando. Sapevo che saresti scesa."
"Va bene, che vuoi?"
"Volevo aspettarti e vedere se veramente saresti scesa. Poi non avevo sonno."
"Vai anche solo accanto a Felix a chiudere gli occhi. Ti riposi lo stesso."
"OK..."No.
Si avvicinò al frigo e bevve dell'acqua, come sempre. Tanta acqua. Troppa, forse. Uno, due, tre, quattro, cinque, sei, sette, otto...
Non litri, ma bicchieri d'acqua. Non sapevo come lei facesse a bere così tanto, ma pensavo che si potesse sentire male.
Perché davanti a me? Non si preoccupava?
"Ma che cazzo fai?"
"Ho sete."
"Ti stai affogando."
"Quindi?"
"Ti stai ammazzando."
"Appunto, quindi?"
"Ti senti bene?"
"No."Rise. Era nervosa. Neanche il tono di voce del mio ragazzo era così basso.
"Non puoi ammazzarti."
"So io cosa posso fare della mia vita."
"Rovinarla?"
"Sì."Quindi ogni sera, da un mese e mezzo, l'inizio della scuola, provava ad affogarsi.
"Non volevo."
Mi disse.
Pianse.
Ecco chi piangeva. Probabilmente si era sentita in colpa, come sempre.
"Hyunjin scusa. È così difficile."
"Cosa è difficile?"
"Andare avanti."
"Cosa lo rende difficile?"
"Un CHI lo rende difficile. Lee Jieun e suo fratello Lee Mok."
"Che ti hanno fatto?"
"Di tutto."Mi mostrò dei lividi e dei tagli.
"Me li hanno fatti loro."
"Che cosa sai di loro?"
"Sono ricchi e hanno sempre i vostri poster in tasca."
"Mi vergogno di avere fan come loro."
"Anche io mi vergognerei. Poi mi prendono continuamente in giro davanti a tutti, si inventano false voci e via dicendo. Soltanto dei miei compagni di classe credono ancora a me, in più il professore di psicologia."
"Posso sapere i loro nomi?"
"Bora, Chul e Jiwoo. Il professore di chiama Jung Myung-Dae."
"Capisco. Non preoccuparti, risolveremo la situazione. Il preside sa qualcosa?"
"Non mi crede. Ormai le voci sparse dai fratelli Lee sono arrivate anche a lui e lui crede a loro. Stesso il professor Jung dice che non è un buon preside. Non ascolta le teorie di nessuno, si basa solo si quello che sente dire."
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Back to Korea (Christopher Bang, Bangchan)
Fanfiction"Benvenuti in Corea, in questo momento sono quasi le 9:00 in Italia e quasi le 16:00 qui, a Seoul. Atterreremo a minuti." "Sei pronta a tornare a casa?" "Io non torno." Però tornò, non in Italia, ma in Corea.