Due ragazzi

132 7 0
                                    

l'Epifania.

Appena sveglia mi ritrovai il primo dolcetto della giornata. Sì, proprio Chan accanto a me mentre dormiva con la faccia schiacciata nel cuscino.

Mi alzai che erano le undici, Chan ancora dormiva senza essersi mosso di un centimetro.

"Probabilmente starò ancora dormendo, visto che sono tornato alle tre di notte per andarti a prendere questo.

Il tuo Channie, ti amo."

Questo è il bigliettino che trovai su una scatola enorme sul tavolo della cucina.

La aprii e trovai TANTI cioccolatini. Ma proprio tanti. Tutti fondenti, come piacevano a me. Poi altri dolci di tutti i tipi.

Erano tanti circa quanto i loro fan, forse di più.

Nonostante fossero le vacanze tra non molto saremmo dovuti tornare a lavoro, soprattutto io che tra un po' avrei debuttato e poi Jeongin avrebbe avuto gli ultimi esami del quinto anno di università e io avrei dovuto finire il quarto, l'anno dopo avrei finito anch'io gli studi.

Volevo rendere fiero mio cugino che sta lontano, Chan, Felix, Hyunjin, e poi anche Changbin, che mi ha dato la spinta per andare avanti, che è sempre stato con me ed è il motivo per cui sono qui; non si esclude Jisung, com'è importante anche Seungmin e ultimo ma non per importanza anche Jeongin. Volevo rendere fiero JYP, il mio staff, gli insegnanti di coreano che si sono fatti una testa enorme per insegnarmi almeno l'indispensabile e che stavano continuando a farlo. Volevo rendere fieri tutti, ma non mamma, non papà, non i miei parenti. Loro no.

Salii da Chan.

"Channie!!"

Dormiva.

"Bang svegliati!!"

Continuava a dormire.

"BANG CHAAAN!!"

Dormiva ancora, faceva paura.

"CHRISTOPHER BANG!!"

Ancora niente.

"EDDAI AMORE MUOVITI, ALZATI O PERLOMENO SVEGLIATI."
"Smetti di urlare. Sei già scesa giù?"
"Sì, auguri, e grazie mille."

Gli diedi un bacio veloce e le sue braccia mi tirarono giù sul suo letto... Cosa? Letto? No, intendevo petto.

"Ti amo."

Nessun motivo per il quale l'avesse fatto, nessun niente. Mi amava e lo amavo.

"Ti amo Chan."

Sorrise.
Lo ribadisco,
quant'era bello il suo sorriso,
quant'era bello quando sorrideva,
quant'era bello.

Voi non sapete
quanto amavo il suo sorriso,
quanto amavo lui quando sorrideva,
quanto amavo lui.

Sorrisi anch'io e lo abbracciai.

CHRIS

Quanto era bella, non so neanche descriverlo.

Passammo tutta la giornata insieme, senza badare minimamente a nessuno, non eravamo mai stati meglio di così. Ci amavamo ed era forse l'unica cosa che ci importava,
che ci importa.
Avevo solo bisogno di amare lei,
HO solo bisogno di amare lei,
ed è quello che facevo, la amavo,
ed è quello che faccio, la amo.

Insieme siamo riusciti a prendere le nostre vite in mano e a cambiare. Due ragazzi che non si sono mai resi conto della propria paura di innamorarsi di altri, che si sono anche odiati e presi a parole, stanno insieme da tempo e sono felici. Io ho superato le mie paure e gli ostacoli che avevo davanti, lei ha fatto la stessa cosa. Eravamo, e siamo, fieri dell'altra persona. Ci siamo migliorati anche solo passando del tempo assieme, anche solo ridendo o esprimendo quello che provavamo. Lo dico ancora, ci amavamo, e ci amiamo. Volevamo passare il resto della nostra vita insieme, VOGLIAMO passare il resto della nostra vita insieme. Non volevamo morire, non vogliamo morire, ma se avessimo dovuto, e se dobbiamo, avremmo voluto e vorremmo farlo appena dopo aver visto per l'ultima volta il sorriso dell'altro o sentirci dire delle semplici parole, faccio questo pensiero perché purtroppo si muore, sempre e comunque.

GRETA

"Chan? Tutto bene?"
"Oh... Sì sì."

CHRIS

Mi ero fatto troppo distrarre da quel pensiero, però così poetico...

GRETA

"Che è successo?"
"Niente, stavo pensando ad una cosa."
"A cosa?"
"A noi, a te."

Quel tono di voce rendeva le cose più piacevoli, rendeva la mia vita più piacevole.



Back to Korea (Christopher Bang, Bangchan)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora