"Non ti dico mai niente."

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"Greta?"

Le dissi appena andammo a letto.

"Che cosa c'è che non so, ma che devo sapere?"

Non mi accorsi che già si era addormentata, con la faccia schiacciata nel cuscino. Gliela spostai, le erano scese due lacrime poco prima, il viso ne portava i segni. La baciai e provai ad addormentarmi, ma non ci riuscivo.

Cosa sapeva Hyunjin che io non sapevo? Era tutta la serata che mi chiedevo perché, perché, perché? Ma dopotutto, era qualcosa di serio e importante?

Sicuramente non ne sapevo nulla, ma proprio proprio nulla, non mi aveva raccontato niente di cui preoccuparsi, come sembrava che stesse facendo lei, da quando ci conoscevamo.

Le feci la stessa domanda il mattino dopo, giù in cucina.

"Niente."

Mi rispose decisa. Hyunjin mi guardò con gli occhi lucidi. Probabilmente perché sapeva proprio tutto.

"Che cazzo ha Hyunjin?"
"Ma io che ne so dei suoi problemi?"
"Allora che hai TU?"
"Niente."
"Di cosa parlavate ieri sera tu e Hyeji? Che cosa avrebbe potuto chiedere a Hyunjin?"
"Niente."
"Mi prendi in giro?"
"No. Non è niente, sul serio."
"Invece è qualcosa e tu me lo racconti."
"No."
"Parla."
"Non ne ho voglia. Dai, è il tuo compleanno, non starmi dietro. Te lo dico domani. È complicato."
"Per dirmi questo mi stai dicendo anche che  è una cosa seria e non molto piacevole."
"Fai tu."

Avevo, allora, un'idea, più o meno, di quello che avrebbe dovuto raccontarmi, ma non ci feci troppo caso anche se avrei dovuto.

Io e lei andammo a fare un giro da soli, forse, se non quella domenica tre settimane fa, non lo avevamo mai fatto. Credo che le piacque, era tranquilla, non pensava a nulla e neanche io.

"Chan, anche se non te lo dico mai, sei la persona migliore del mondo. Sei un bravo leader, un bravo amico e un bravo fidanzato, forse il migliore. Non credo che si trovino tante persone come te, soprattutto in ambito di ragazzi. Ti ringrazio per tutto quello che fai per noi otto. Ci fai sempre stare bene, con te e con tutti."

Fece una pausa.

"Un'altra cosa che non ti dico mai: ti amo."

Un'altra pausa.

"Anzi, a pensarci bene, non ti dico mai niente. Sembrano i primi giorni di quando ci siamo conosciuti, non parliamo. Non ci sono mai. Non so se a te vada bene, il rapporto che vogliamo avere richiede tempo e costanza, io non ho tempo, figurati la costanza."
"Non preoccuparti, principessa, ti capisco, anche a me era così all'inizio. Io ho avuto comunque modo di stare con loro, da subito abbiamo lavorato insieme, ma neanche io avevo tempo per me stesso in singolare e per gli altri. Ti capisco, pian piano avrai sempre più tempo libero, solo un po' di pazienza."

Sorrisi. La capivo benissimo. Forse era anche quello che la disturbava e di cui non voleva parlare. Ma sapevo che c'era qualcos'altro sotto.

Passammo tutta la giornata insieme e ci divertimmo tanto.

Jisung

Jisung, vai.

Le vidi scrivere. Vai cosa? Un altro piano segreto come quello del suo ritorno? Con Jisung organizzava di tutto, c'era sicuramente da spaventarsi.

"Che deve fare Jisung a cui hai dato il via?"
"Niente, niente. Visto che è ancora il tuo compleanno, andiamo al mare solo io e te e torniamo tardi?"

Mi dava fastidio che non mi dicesse nulla, ma accettai la proposta e avvisammo gli altri che non saremmo tornati per cena.

Feci sedere la mia ragazza tra le mie gambe mentre le facevo le coccole. Era così carina, bella e, quello che mi piaceva di più, era molto femminile. Il suo modo di parlare e il suo modo di fare la rendevano speciale. Nessuna era come lei, e fidatevi, per dirlo, sono stato con tante ragazze.

Fu forse il momento più sdolcinato che avevamo mai avuto fino a quel momento. Quella ragazza mi faceva stare bene, con lei mi si scatenava una reazione che forse mi faceva dimenticare chi fossi veramente, ma mi piaceva provarlo.

Back to Korea (Christopher Bang, Bangchan)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora