Chan (3)

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La vita...

"Noi stiamo bene, tu, mamma?"
"Oh, bene, bene, grazie tesoro."

Mi scompigliò i capelli.

"Come va la convivenza tutti e nove?"
"Bene, dai. Anche se siamo nove e mezzo."
"Cosa?"

Io e lei ridemmo.

"La fidanzatina di Minho, che in realtà è la mia migliore amica, fa avanti e indietro tra casa sua e casa nostra."
"Che cosa pensavi che fosse?"
"Oh, no, niente."
"Secondo me pensava alla stessa cosa di Seungmin."

Dissi come se mia madre non ci fosse.

"Che cosa pensava Seungmin?"
"Sapesse..."

Ridemmo ancora.

"Adesso lo voglio sapere!"
""Fate l'amore", "Fate i figli", "I bambini sono belli" o cose del genere, sbaglio, Chan, o ha veramente detto questo?"
"Purtroppo no."

Rispose.

"Ah, quel Seungmin è sempre stato così. Già dal momento in cui Chris me lo presentò capii subito com'era fatto."

Fece un piccolo sorriso.

"A proposito, volete qualcosa?"
"No, grazie."
"Niente, non ti preoccupare mamma."
"Siete sicuri?"
"Sì, mamma."

Parlammo, poi, ancora fino all'ora di cena. Greta non diceva nulla per non essere scortese, ma io cercavo continuamente di interromperla per dirle che fosse tardi.

"Stasera rimanete qui?"
"Mamma, non possiamo, dovevamo uscire."
"Eddai, Chris."
"Mamma, non voglio rimanere."

"Per lei?"

Mi sussurrò poi.

"No. Perché io non ho voglia di rimanere."

Perché continuavo? Almeno glielo avessi detto con dolcezza.

"Greta, andiamo."

"Ma... Ti sembra normale?"

Mi disse appena usciti di casa per poi tirarmi uno schiaffo dietro la testa.

"Ma non volevo rimanere lì e neanche tu."
"Io volevo rimanerci eccome, meno che tu glielo dicessi gentilmente che volevi andartene."
"Non sembrava."
"Ah no?"
"No. Se volevi restare bastava che lo dicevi."
"Non volevo né restare né che tu trattassi male tua madre. Scrivile e scusati con lei davanti ai miei occhi."

Aveva ragione. Scrissi subito a mia madre che mi dispiaceva e ancora una volta lei che erano cose normali alla mia età.

"Sei apposto?"
"Sono apposto."

La portai in un posto poco lontano dal centro. Bello, elegante e soprattutto che avesse uno spazio riservato, conoscete le mie ragioni.

"Non sono mai stata in un posto così bello. Grazie mille."

Mi sorrise. Quant'era bella quando sorrideva.

"Di nulla, principessa."

Le sorrisi anch'io. Lei trovava il mio sorriso stupendo. Saranno stati gli anni dove dovevo sorridere sui palchi davanti a migliaia di persone a renderlo così.

Le passai una mano sulla guancia e gliela accarezzai.

"Ti amo."

Mi disse prima che potessi farlo io. Non me lo diceva mai, ma quando lo faceva era stupendo. Non passavamo molto tempo insieme, era questo. Lei stava sveglia quasi tutto il giorno mentre io una buona parte del tempo in cui c'era anche a casa dormivo.

"Ti amo anche io."

Aveva ancora la guancia sotto la mia mano. Il suo sguardo si sciolse e sorrise ancora. Quanto era bella. Mi sciolsi anche io, non resistevo a quegli sguardi. Accennai un sorriso.

Solo quando arrivò da mangiare i suoi occhi presero la forma di due cuori. Ha sempre amato mangiare. Sorrisi ancora alla scena. Sorrisi tutta la sera, forse non lo avevo mai fatto e neanche avevo mai visto lei sorridere per così tanto tempo.

Ero felice, era felice. Eravamo felici.

"Ti è piaciuto?"

Le dissi appena uscimmo.

"Sì che mi è piaciuto."

Si alzò sulle punte e con un po' di fatica riuscì a baciarmi. Ero veramente alto rispetto a lei.

La presi per il viso e mi abbassai un po' per permetterle di baciarmi ancora con più facilità.

"Ti amo. Grazie per stasera."

Faceva un certo effetto farselo dire.

"Quando vuoi ci sono sempre. Ti amo anche io."

Le accarezzai la testa.

Lei fece l'aegyo. Era così carina.

Back to Korea (Christopher Bang, Bangchan)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora