Segreti - Minho/Jin (2)

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Uscii di casa e mi diressi verso casa della ragazza.

Bussai.

La mia migliore amica sembrava, ecco, non vorrei usare parole brutte, ma penso che tanto abbiate capito.

"Ti piace?"

Mi chiese.

"Ti sta una meraviglia."
"Anche a te sta da dio."
"Sai, il mio ragazzo non voleva farmi uscire con questo."
"I maschi. Uno è buono e cento no. Aspetta. Sei fidanzata?"

Non ci avevo fatto caso. Avrei provato a parlarmi il culo con uno dei miei potentissimi espedienti.

Oppure avrei raccontato la verità.

"Hyeji, ci sono molte, troppe, cose che non sai. Innanzitutto mi scuso per averti mentito così tanto. Io vivo con gli Stray Kids, io ho chiamato Minho, io lo conoscevo, io vi ho fatti incontrare, ma non sapevo che avrebbe fatto questo. Il mio fidanzato è Christopher, o BangChan, come vuoi. Io non volevo che tu sapessi nulla per loro, però non potevamo andare avanti così."
"Tu..."

No, non corse via piangendo come fece con Minho.

"Perché non mi hai detto nulla?"

Disse calma.

"Mi dispiace, avevo paura per loro, per quello che sono diventati, non volevo che si sapesse che qualcuno avesse un legame con loro."
"Grazie per avermi fatto incontrare Minho. È stata la più bella cosa del mondo poter parlare con il mio idolo."
"Di nulla. Mi dispiace ancora tanto per averti mentito. Anche se è durato poco. Tutto è durato poco. Da quanto ci conosciamo, di conseguenza da quanto ti mento. Sono due o tre giorni, ma non riuscivo a tenermi più nulla. Non sono brava con i segreti. Io ti considero una migliore amica, ma per quanto riguarda me, non sono la migliore amica perfetta, però cerco sempre di aiutare tutti."
"Tu sei la migliore amica perfetta."

Mi strinse ancora.

"E ADESSO ANDIAMO A DIVERTIRCI!"

Quella sera ci sarebbe stata tanta gente in centro, per una cosa che non ricordo. Ci sarebbe stata musica, alcool e tutte quelle cose che piacciono ai giovani. Una sottospecie di discoteca all'aperto, insomma.

Io e la mia amica, come quanto avete potuto leggere, avevamo lo stesso vestitino rosa da puttanelle.

Non nego che parecchi ragazzi ci vennero vicino quella sera, ma li mandammo via come se già sapessimo che sarebbe successo tutto.

Avevamo la certezza che sarebbe successo.

La serata, fortunatamente, passò molto lentamente così che ce la potessimo godere.

Non bevemmo. Ok, sì, forse un pochino. No, bevemmo molto.

Io rimasi comunque lucida per stare dietro alla mia amica completamente ubriaca, nonostante avessi bevuto il doppio di lei e quello che avevo bevuto io era potente.

Minho non era al parco, né al centro commerciale né al ristorante, ma era lì.

Lei lo vide mentre era in quello stato e gli corse subito addosso.

Gliela strappai di dosso.

"Che ci fate qui?"
"Siamo scese a fare le puttanelle."
"Vedo."
"Mi dispiace che Hyeji ti abbia disturbato ieri e oggi, però usare quei modi non è stato molto gentile."
"Mi dava fastidio che desse fastidio a te, non so se mi spiego."
"Ti spieghi perfettamente. Tranquillo, ti ha già perdonato, e poi a me non ha dato fastidio."

"Le sta benissimo il rosa, non credi?"
"Credo eccome."
"Sta molto bene anche a te."
"Grazie."

Gli scombinai i capelli.

Lo facevo con tutti.

"Posso portarla a casa? Sua madre non può vederla così."

Chiesi.

"Certo. Quanto ha bevuto?"
"Sicuramente meno di me."
"Quindi neanche tu sei lucida."
"Io sono apposto. Ho appena scoperto di resistere bene all'alcol. È una buona cosa."
"Vieni, ti dò una mano a portarla da noi."

La portammo con calma fino a casa. Erano le quattro, non c'era nessuno in strada oltre alla gente lì.

"Non fare domande Chris. È ubriaca, non può tornare a casa."

Scrissi un messaggio a sua madre dove dicevo che avrebbe dormito da me. Lei rispose che andava più che bene.

"Mi dispiace tanto per quello che ti ho detto oggi."

Le disse Minho baciandola.

"Non si ricorderà nulla, purtroppo."

Back to Korea (Christopher Bang, Bangchan)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora