13. Torre Ovest

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Snape aveva visto Hermione fuggire via dalla Sala Grande lei si era accorta che aveva provato ad accedere alla sua mente e le aveva fatto davvero male quando lei ha provato a fare resistenza.

Se ne era accorto quando la ragazza a momenti non sveniva tra le braccia di... Weasley.
"Come se potesse meritarla quel rozzo ignorante"

Ma sapeva in cuor suo che comunque l'avrebbe meritata più di lui e più di Lucius senza alcun dubbio. Ma quel contatto gli aveva comunque dato fastidio, infinitamente fastidio.

"È solo perché odio si tocchino le MIE cose" si disse sprezzante.

Non era niente di più: possessione.
Si, doveva essere solo quello il motivo della reazione.

Ma quando la vide uscire di corsa con la giovane amica avverti in se che lo sconforto lo stava avvolgendo.
I suoi occhi neri come il catrame solitamente velati di indifferenza ora erano smossi dalla tempesta della... curiosità.
"Non sono riuscito a leggere molto, pensava alla serata di ieri ma a nulla di preciso. L'abbiamo traumatizzata? Ci odia? Si è pentita? Si vergogna? Magari ora si fa schifo per quel che ha fatto."

Perché si poneva tutte quelle domande? Si disse che era solo ed esclusivamente per pura curiosità, e che voleva sapere solo per aver altri modi per poter ironizzare in modo sprezzante con lei.

"Sì sarebbero decisamente meglio se si sentisse uno schifo, avrà capito che avevo ragione, come sempre infondo e tutto si chiuderà senza intoppi così com'è iniziato"

"Devo solo fare in modo di togliermela di mezzo. Maledizione! Maledizione a me e quando le ho dato quella dannata punizione. In più ieri ha bevuto e mi ha disubbidito sul non usare la magia quella piccola, fastidiosa, arrogante so-tutto-io. Ha dormito nel MIO studio durante la punizione. Assurdo, assurdo."

"Devo tornare un modo per punirla ma che la punizione non sia anche per me. Non posso certo averla in giro... con quelle gonne corte e occhioni da cerbiatta."
Si strinse le dita a sull'attaccatura del suo grosso naso maledicendosi.

"Tutto bene ragazzo?"
Albus lo ridestò dai suoi pensieri.

"Certo" rispose secco.

"C'è qualcosa che desideri dirmi, Severus?"

"Nulla che ti riguardi" sputo acido.

"Molto bene, momenti bui e difficili ci attendono. Presto dovremo affrontare la scelta fra ciò che è giusto e ciò che è facile."

"Non so a cosa ti riferisca"

"Non sempre il giusto corrisponde per tutti universalmente ragazzo mio."

"È più facile allontanare le gioie della vita in un periodo difficile, ma il tuo periodo difficile dura da sempre."

"Alcune volte tra una scelta moderatamente difficile e dolorosa e una tremendamente difficile ma che porta felicità è meglio scegliere la strada dell'amore."

"Stai vaneggiando. La vecchiaia ti sta facendo male." Disse sprezzante, con la faccia contorta dal disgusto.

"Può essere. Ma sappi che io sono sempre dalla tua parte, mi fido di te e del tuo giudizio."

"Tsh"
[...]

Hermione di era svegliata, erano le 17:00 circa. Era già buio, lì le giornate di accorciavano sempre di più. Si alzò e andò a farsi un bagno rilassante.

I pensieri fluttuavano.
Non era certa di come si sentiva.
Si sentiva in colpa? No.
Si vergognava? Parecchio.
Lo rifarebbe? Assolutamente si.
Odiava se stessa per come il suo corpo la stesse irrimediabilmente tradendo.

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