39. Tanti Auguri 🔴

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9 gennaio, le lezioni erano riiniziate.

Hermione nel primo pomeriggio si era recata nello studio del suo professore preferito, quel giorno dovevano iniziare le ricerche per Silente nella biblioteca del Manor. Nella stanza regnava la penombra, solo una soffusa luce permetteva di scorgere Severus particolarmente nervoso.

Durante il pranzo era stato bloccato nella sala professori da una ridicola combriccola di colleghi esaltati.
Erano così felici di essere riusciti ad organizzare una festa a sorpresa per il suo compleanno mentre lui, invece, detestava ogni ricorrenza e specialmente non amava quel giorno, gli ricordava la madre, il padre, brutti e tristi momenti. Gli si presentò davanti agli occhi uno dei peggiori schiaffi che il padre desse alla madre, quando lui, all'undicesimo compleanno aveva ricevuto la sua lettera di ammissione ad Hogwarts.
"È feccia come te" aveva urlato l'uomo in evidente stato confusionale dato dall'alcool. Aveva preso Severus per un braccio e buttato sul pavimento, il viso del bambino era arrosato dal pianto e dall'ira aveva scaraventato il padre dall'altra parte della stanza in un momento di magia incontrollata.
Ciò sviluppo la furia del padre, che portò via definitivamente la bacchetta alla madre causando costati atti di violenza sulla donna. Lei era bella, intelligente ma molto fragile e incapace di opporsi a quello che era un amore tossico, letale. La sua condanna risiedeva in un amore che non riusciva a domare e alla violenza alla quale non si opponeva.

Da quel giorno, ogni momento passato in famiglia era un incubo, ogni vacanza, ogni festività... Ogni compleanno.

Non aveva mai avuto un vero momento felice in quella giornata o in altre feste e non si aspettava di riceverlo da un gruppo di vecchi professori che non si facevano mai gli affari loro.

Avrebbe voluto essere più morbido, sorridente, spensierato, non riuscendoci mai, ormai lui, il suo ruolo e il suo passato erano talmente fusi da non consentirgli di poter accettare leggerezze del genere.

Dentro di sé stava morendo lentamente, voleva solo un po' di serenità, avrebbe voluto maledire Albus e Minerva per aver ricordato a tutti di quella data, che ogni anno sperava passasse inosservata.

Credeva che col tempo si sarebbero resi conto che dovesse restare un tabù, ma puntualmente accadeva sempre la solita ridicola, anche se a tratti esilarante situazione.

Più i professori provano a coinvolgerlo e più lui fuggiva indignato come un anguilla che scivola via nella sua grotta senza degnare di una parola di ringraziamento.
Albus e Minerva amavano Severus come un figlio, nonostante sapessero la sua riluttanza all'evento si erano ripromessi di non perdere mai le speranze con lui.

Nel momento in cui andò via per dirigersi ai suoi sotterranei, il preside guardò la strega e per un attimo si commosse.
Lei un po' confusa e sconfortata dal comportamento del pozionista gli rivolse uno sguardo attento che ebbe subito una risposta:
"Quest'anno sarà diverso per lui Minerva cara, credi a questo povero vecchio quando ti dice che passerà un incredibile giornata"

"Non vedo perché mai Albus, è burbero e cinico come ogni anno, da tanti anni." Affermò portandosi una fetta di torta piena di panna vero la bocca.

"La magia, spesso sta nel cuore e negli occhi di chi è capace di amare"

La donna sempre più interdetta, risse cauta a quella frase. Non credeva di potesse davvero rivolgere a Severus, quel Severus!
"La vecchiaia ti sta rincitrullendo amico mio"

 Non credeva di potesse davvero rivolgere a Severus, quel Severus! "La vecchiaia ti sta rincitrullendo amico mio"

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