Fragile.

Capitolo 9|| segreti

Solita giornata noiosa, non sono riusciuta a chiudere occhio questa notte.
Entrai a scuola con Ginny come d'abitudine.
Due ore di matematica, che voglia di ammazzarmi.
La prima ora la passai a dormire ma venni svegliata dalla professoressa di matematica.

"Alice nel paese delle meraviglie, buon risveglio" rise.

Che figura di merda...
"dai, ora segui un po'. Usa anche il telefonino se ti tiene sveglia"
Aprii Instagram, destino vuole che mi ritrovai una frase nella home.

<forte è chi sa toccare con delicatezza la fragilità degli altri>

Sorrisi, pensai a Martina.
Delicata e dolce, proprio come un petalo di rosa appena fiorito, una rosa pura, bianca e candida.

-
"Ciao Alice!" Mi salutó Martina all'uscita.

"Passeggiata come nostro solito? Ne ho davvero bisogno" mi disse.

"Si certo, andiamo al parco?" Le chiesi con gli occhi a cuoricino.

"Va bene bimba" sorrise.

Appena sedute su una panchina, iniziai a parlarle, volevo sapere il motivo per cui stesse male.

"Marti, cos'hai?" Inizia io.

"Sono cose da grandi" sorrise amaramente.

"Va bene, ma sappi che io ti ascolto. Fa bene parlarne, lo dici sempre anche tu." Ripetei le sue parole.

"Diciamo che..."

"Il mio ex, torna e poi sparisce, non so più come comportarmi" confessò.

"Ma lascialo perdere!" Alzai gli occhi al cielo.

"Vorrei, Alice. Vorrei, ma non posso. Più avanti ti spiegherò" disse sottovoce.

"Non vuoi dirmelo adesso?" Provai.

"No, non mi va. Rispetta i miei tempi."

Così nacquero i primi segreti tra me e lei, lei sapeva quasi tutto di me e io niente di lei.
Martina viveva nella sua stranezza e voleva mantenere sempre tutto segreto, pur di non fare voce agli altri. A me andava bene così, finché lei era al mio fianco, io stavo bene.

"Mh" mugugnai.

"Tu piuttosto come stai?" Mi domandò la donna.

"Tutto bene" finsi.

"Alice, ti conosco bene." Mi fissò dritta negli occhi.

"Come tu hai dei segreti, li ho anche io" alzai le spalle.

"Va bene, io ho dei motivi validi, i tuoi sono capricci da bimba" intonò lei.

"Ma che capricci! Anche io ho motivi validi" mi innervosii.

"Si certo, lo fai solo per dispetto. Alice, sei proprio una bambina alcune volte" alzò gli occhi al cielo.

Per un momento mi passò per la mente di andarmene e lasciarla lí, ma non riuscivo, le volevo troppo bene.

"Scusa." Riuscii a dire.

"Dai, tranquilla. Siamo nervose entrambe." Si avvicinò di più a me.

Avvicinò il suo viso al mio, potevo odorare il suo profumo pungente.
Il mio respiro si fece sempre più accelerato.
Eravamo a qualche centimetro di distanza, Martina socchiuse gli occhi e così feci anche io.
Bastava veramente qualche centimetro per baciarci ed era ciò che più volevo in quel momento.

"Alice... non possiamo" sussurò.

"Vorrei farlo" sussurrai a mia volta.

Questa frase la fece tornare in lei, aprí gli occhi e si posizionò più lontana da me con una mano sulla fronte.

"Non roviniamo il nostro rapporto, ti prego" mi supplicò Martina.

"No, no. Hai ragione, non ho autocontrollo" cercai di tranquillizzarla.

"Ora devo andare, Alice. A domani"
Prese le sue cose e si precipitò alla fermata dell'autobus.

-
"Ginevra, possiamo vederci insieme ad Aurora?"

Chiamai Ginevra nel pomeriggio e dopo circa una mezz'ora eravamo nello stesso parco dove io ero stata con Martina subito dopo scuola.

"Ali, raccontaci tutto."

Raccontai tutto l'accaduto, compreso il nostro quasi bacio che tanto avrei voluto.

"Mh, allora. Secondo me, Martina ha paura.
Solo per i ruoli che avete" disse Aurora con sicurezza.

"Ma io mi sento presa in giro" dissi, in effetti era così.

"Io come ho già detto, non la capisco" rispose Ginevra.

"Ma ragazze, svegliatevi! Qualcosa sicuramente prova, ma tra tutti i problemi che ha con la scuola e con l'ex non se la sente" Aurora difese Martina.

"Martina deve decidersi, io non posso continuare a stare così male per lei." Pensai ad alta voce.

"Prova a parlargliene" disse Ginevra.

"Il dialogo è alla base di tutto!" Esclamò Aurora.

"Si ragazze, avete ragione. Quando ne avrò l'occasione, lo farò ..."