Capitolo 8|| amicizia

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otto precise di mattina, sempre puntuale.
Scesi per prendere l'autobus, impiegavo sempre quaranta minuti per arrivare a scuola.
Mio padre, ieri, ha deciso di lasciare casa e andare ad abitare a napoli, con la sua famiglia.
Non ci rimasi male, sono sempre stata abituata a essere messa in disparte.
È da venerdì che non sto tanto bene, per quello che ha fatto il professor Rossi.
Vorrei tanto aver frainteso tutto.
Entrai a scuola con Ginevra, come sempre.
Arrivarono le nove e venticinque, l'ora in cui la De Angelis entrava a scuola per iniziare la sua lezione alle nove e quaranta.

Andai in bagno visto che in sala insegnanti di lei non ci fosse l'ombra, ormai con la speranza sotto i piedi la vidi.

Era sulla porta, sembrava mi stesse aspettando.
"Ciao Martina." Abbozzai un sorriso.

"ciao, come hai passato il week-end? " mi chiese sorridendo.

"mh bene"
Storse il naso.

Continuavo a riflettere sul fatto del professor Rossi, ho paura che possa dire qualcosa a qualcuno.

"Volevo dirti una cosa del professor Rossi..." mi feci coraggio.

"dimmi" mi incoraggió.

"non voglio metterti in difficoltà" confessai, è adulta molto probabilmente se le dicessi qualcosa sarebbe costretta ad avvisare qualcuno.

"cos'è successo?" si preoccupó.

"io mi vorrei sbagliare di questo, perché è una cosa veramente..." iniziai quasi a piangere.

"dimmi" continuó.

"Praticamente venerdì mi ha fermato in classe, oltre a dirmi che lei non mi vuole più parlare..."
mi fermai.

Non volevo dirlo, ho paura.

"Ma che cosa dice?!" quasi si incazzó.

"ma la cosa che mi ha dato più fastidio... ripeto mi vorrei sbagliare" la avvertì.

"ha chiuso la porta, quando stavo per andare via, beh, la mano è scesa."parlandogliene sentì una sensazione di sollievo.

"questa cosa l'hai detta solo a me, vero?
La sa qualcun altro?" domandó.

Negai, era l'unica a conoscenza.

"la vogliamo andare a dire al preside?" si affrettó a chiedere.

"no no, non voglio che succedano altri casini..." confessai.

Onestamente avevo tantissima paura della sua reazione.

"guarda che è grave eh..." mi disse.
Aveva ragione, ma mi ero auto convinta che fosse solo un grosso fraintendimento.

"ma magari ho frainteso io..." cercai di convincere anche lei.

"eh no, non hai frainteso. È chiarissimo!" sembró agitata.

"ma non credo, magari l'ha fatto così per caso" finì.

"Alice sei intelligente lo sai bene" continuó lei.

"ma boh, non penso cioè ha quasi cinquant'anni!" cercai di essere razionale.

"non vuol dire..." concluse.

Rimasi in silenzio, aveva ragione ma non volevo ammetterlo a me stessa, non in questo momento.
"cerca di evitare di stare da sola con lui, se succedono altre cose dimmelo così andiamo insieme dal preside" ricominció.

"va bene..." riuscì a dire.

Notó quanto mi pesasse sapere questa verità.

"mantengo il segreto eh, non ti preoccupare"
mi sorrise dolcemente, sapeva sempre come tranquillizzarmi.

"tienimi aggiornata, okey?" penso che fosse preoccupata visto che io non aprì bocca.

"va bene, grazie" sbiascicai.

"ora vado su che ho una verifica e devo essere puntualissima, grazie per avermelo detto" mi sorrise.

"non sapevo a chi dirlo, mi è venuta in mente tu"
quante confessioni oggi, Alice.

"ti ringrazio per avermelo detto" sorrise nuovamente.

"Dopo ti va se beviamo qualcosa?" domandò Martina con una punta di imbarazzo.

"Si, va bene" le sorrisi.

"Allora a dopo!" Mi salutò con la mano.

-
"ciao!" mi salutó.

Le sorrisi e ricambiai il saluto, mi rasserenava vederla.

"Andiamo a fare una passeggiata?" Domandò.

"Sai sempre come tirarmi su il morale."
Risposi.

Mentre camminammo, entrammo in discorso scuola.

"Come vanno i voti?"

"oggi ho preso 4, mi si è alzata la media!" scherzai.

"ah, alzato la media!" rise.

"Alice, i tuoi voti stanno calando drasticamente..."
Quasi sussurò.

"noo prof ora le racconto una cosa che la farà ridere!" esclamai, un po' per tirarmi da sola su il morale

"vai dimmi" rimase con il sorriso.

"Eravamo a fare educazione fisica nel giardino della scuola, a una certa atterra un gabbiano.
Io e Ginny gli scattammo una foto e sto coso alza le ali iniziando a riconcorrerci, abbiamo tirato di quegli urli!" risi, ripensando alla scena imbarazzante.

"Alice! ma che mi combini!" Iniziò a ridere.

"Comunque tu e Ginevra siete molto amiche" riflettè ad alta voce.

"Si abbiamo stretto amicizia, soprattutto con Aurora. Mi da sempre consigli, lei è esperta"

"In che senso esperta?" Mi chiese.

"Ah ehm, no niente" balbettai presa dall'imbarazzo pensando alla conversazione di prima.

"No! no! Ora voglio sapere!" Urló Martina.

"Non ti imbarazzare però" la avvisai.

"Va bene, dimmi però" si fermò.

"Ho chiesto consigli per come rapportarmi con te, nel senso, vabbè lei penso lo sappia che mi piace." Balbettai.

"Si che lo so" sorrise.

"Ma ora è una situazione scomoda, sono un'insegnante di questa scuola e non vorrei rischiare"

"Per ora, va bene quest'amicizia" continuò.

"Lo avevo intuito Martina" sorrisi.

"Grazie per essere stata sincera con me."

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