Capitolo 28|| odi et amo

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Martina

Aspettai il pomeriggio per vedere Alice, ho scombussolato tutto parlando di ciò che mi prosciugava da tempo. Il pulmino lasciò il piccolo Edoardo sotto casa, scesi a prenderlo e mi porse un disegno fatto da lui.

"Mamma, ti ho visto triste e ho fatto un disegno. Siamo io, te e la tata" sorrise fiero.

Lo abbracciai cercando di non commuovermi, per <tata> si riferiva ad Alice.

"Dopo lo facciamo vedere alla tata, okey?" lo accarezzai, lui annuì sorridendo come sempre.

Per passarmi il tempo, mentre Edoardo faceva i compiti e beveva un succo, decisi di correggere delle versioni di greco fatte dalla mia quinta, la classe di Angelo, il fidanzato di Alice.
La mia testa era piena di pensieri, mi manca la persona che era Alice prima, piccola e che si vergognava anche solo per un abbraccio troppo stretto. Sono felice che le cose stiano andando così, ma la paura di essere scoperta è tanta. Rischio nuovamente il posto di lavoro, posso solo sperare di non essere vista da nessuno, soprattutto dal professor Rossi... ricordiamoci che in un modo o nell'altro, prima o poi, la verità verrà a galla. Suonò il campanello, come di routine aprii ed era Alice, notai che fosse "spenta", aveva una brutta cera.

"Tataaa!!!" le saltò addosso Edoardo, con il suo disegno in mano.

"Ciao piccolino, hai fatto il bravo oggi?" si sforzò di sorridere un minimo.

"Si! Guarda! Io, la mamma e te!" sorrise indicando gli omini disegnati.

"Ma è bellissimo!" esclamò lei cercando di far trasparire chissà quale emozione.

"Edoardo, ti ho preparato la merenda, la tata deve riposarsi un attimo" gli sorrisi e lui ubbidì.

"Alice che hai?" mi avvicinai.

Scosse la testa e la vidi piangere, non era mai vulnerabile davanti a me.

"scusa" mormorò con qualche lacrima.

"Ti ricordi? La vulnerabilità è un punto di forza"
dissi, citando la frase di una lettera che mi scrisse l'anno precedente.

Sorrise in risposta e mi abbracciò, stretta. Capii subito che qualcosa non andasse, raramente stava cosi.

"Vieni, parliamone." Ci sedemmo sul divano, mi avvicinai a lei e le preso la mano, aspettando che iniziasse a parlare.

"Non lo so che cos'ho, sto male e non credo di farcela quest'anno. Mi sento inutile" si mise le mani tra i capelli.

"Ma Alice! Che stai dicendo? Non pensare assolutamente queste cose!" smattai.

"Non lo so Martina, non ne posso più. Anche questa situazione, di mantenere tutto segreto, per me è difficile! Non ne parlo nemmeno con Ginevra perché ho paura che le possa sfuggire, ma questo è il minimo. Sto male per tante altre cose, ma sono sciocchezze di poco conto." disse tutto d'un fiato.

"Vorrei prendere il tuo dolore e renderlo mio, non mi piace vederti così" le accarezzai i capelli, fece un sospiro e si tranquillizzò.

"voglio lasciare Angelo" affermò con freddezza.

"Non posso dirti cosa fare, se te la senti tu è la scelta migliore, piccolina" le sorrisi.

Notai che si sciolse davanti al mio soprannome, prese il telefono e gli scrisse; lui rispose subito e si lasciarono in maniera matura. La lasciai fare, non mi dispiaceva affatto.
Dopo circa venti minuti, Alice era già più tranquilla. Spero per lui che non gli abbia fatto niente o lo castro.

"Guardiamo qualcosa?" mi chiese.

"Tra qualche minuto, finisco queste due verifiche da correggere." risposi.

"Vieni qua vicino a me, ti preeegooo" mi fece gli occhi da cucciola.

"Va bene" alzai gli occhi al cielo, come mi era solito fare ai primi tempi con Alice.

Mi sedetti vicino a lei con il pacco di verifiche da correggere, dopo qualche minuto Alice mi mise un braccio intorno alla spalla e mi schioccó un bacio sulla guancia.

"Come mai così affettuosa?" risi, accarezzandole il viso.

"carenza di affetto" alzó le spalle.

Mi avventai su di lei, senza lasciarle tempo di opporsi e la baciai intensamente.
Spostai le verifiche e mi misi a cavalcioni su di lei.

"Mah queste iniziative!" esclamó ridendo.

"Zitta e baciami" le serrai la bocca e feci scendere la mano fino all'interno coscia.

Continuammo così, io sopra di lei e lei sotto il mio controllo.
Le infilai due dita, i suoi gemiti andavano a ritmo con i miei sospiri. Dopo poco venne e si lasció andare respirando affannosamente.

"Dita magiche" rise.

Risi anche io baciandola, stavo così bene con lei.
Purtroppo sarebbe durata poco questa stabilità tra noi due.

Alice

Dopo qualche ora, tornai a casa.
Il giorno dopo andai a scuola, salutai Martina prima di entrare a scuola, ma lei non ricambió.
Non la capisco, il giorno prima era a farmi un ditalino sul divano e il giorno dopo non mi cagava di striscio, sperai soltanto che non fosse successo nuovamente un disastro con il vicepreside.
Diversi professori notarono la mia preoccupazione, solo la supplente di chimica fece qualcosa.
Con la professoressa di chimica, avevo un bel rapporto, mi era stata vicino tempo fa dopo il litigio con Martina, oltre ad abbracciarmi, non c'è stato altro. Solo che ha avuto un incidente e non tornerà a scuola, la supplente non mi è mai stata tanto simpatica anzi, non mi è mai piaciuta.
Ma dopo oggi, mi ricredetti.

"Alice, scusa. Puoi venire fuori un attimo?" richiamó la mia attenzione alla fine della sua ora.

"Mi dica" rimasi fredda.

"Cara, è tutto ok?" mi chiese mettendomi una mano sulla spalla.

"Non tanto" mi lasciai scappare.

"Vuoi parlarne o non te la senti?" domandó preoccupata.

"Non posso parlargliene a scuola" tagliai corto, così non poteva insistere.

"Mhh allora, ti va se ne parliamo davanti a un caffè? Fuori dall'ambiente scolastico, così sei più libera di parlare." sorrise.

Quasi ne rimasi sconvolta, nonostante la stranezza accettai.

"Mercoledì, dopo scuola" mi diede appuntamento.

"Scusi per la freddezza, la ringrazio. Quasi mi sta iniziando a stare simpatica!" scherzai.

"Un complimento da te è tanto!" rise.

Mi salutó, lei andó a fare lezione e io tornai in classe.
La professoressa Marinelli è abbastanza giovane, è il secondo anno che insegna e non ci passiamo nemmeno dieci anni di differenza. All'inizio non mi stava simpatica visto che sostituisce una delle mie professoresse preferite, ma sarei stata scortese a declinare l'invito.
Nel frattempo mi arrivó una mail dalla professoressa Cerbiatti, la professoressa di chimica, colei che viene sostituita dalla Marinelli.
Le scrissi la sera prima per sapere come stesse, mi rispose con un bellissimo messaggio.

<Mi raccomando Alice, vai avanti, non mollare, sei una studentessa con ottime potenzialità.>

Questo pezzo è quello che mi arrivó dritto nel cuore, facendomi commuovere.
Sono anche felice di sapere che stia meglio e che presto tornerà, voci a scuola dicono che tornerà per maggio... ho i miei dubbi, secondo me tornerà direttamente con l'inizio del nuovo anno scolastico e c'è un'altra probabilità che lei non sia più una mia professoressa.
La giornata scolastica finì, Martina non si fece viva e così io non le scrissi.
Andai ad allenamento e, stanca, mi addormentai immediatamente. Cercheró di godermi questo weekend.

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