Capitolo VI - Ametista

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Stanotte sarò l'amore della tua vita! Per 300 euro. Queste erano le prime parole con le quali Ametista ti augurava la buonanotte per le vie. Per 41 anni la sua frase non aveva mai subìto cambiamenti, eccezion fatta per l'euroconversione.

Della tremola voce iniziale ne rimase ben poco, soppiantata dalla sfacciataggine, dalla procacità, dalla lascivia. Era conosciuta Ametista, aveva una clientela affezionata, ragazzi che aveva reso uomini e che le donavano una vita di agi e lussi che mai avrebbe potuto sognare.

Ripensamenti? Mai! Rimpianti? Per carità! Lei era una semplice imprenditrice, una donna in carriera. Questa era verità per la sua famiglia lontana. Bugia? Ma no! Solo una rielaborata realtà. Fiera, sicura di sé, bella. Quando Ametista di giorno andava in giro per la città, gli uomini la desideravano, i ragazzi la sognavano e le donne celavano la loro invidia tra le critiche. Cosa le invidiavano? La libertà. Sì, perché ad occhi attenti, sgombri da testosterone, quello che Ametista emanava era la libertà. Passo dopo passo, con le sue tacco dodici, Ametista percorse la sua vita guardando dritta davanti a sé. Sino a quella notte. Si, perché nella vita di tutti, arriva prima o poi "quella notte". Solita strada, gelo di una pigra primavera, il calore della sigaretta che riscaldava il petto.

Dei fari lampeggiarono e un'auto si fece avanti. Ametista si avvicinò e come un'attrice d'altri tempi pronunciò la sua solita battuta d'esordio. Di ritorno una grassa risata e un "No niente nonnette". Rifiutata!

Sentì una stretta al collo e una fitta allo stomaco. Il gesto fu più rapido del pensiero. Si ritrovò già su un taxi verso casa combattendo l'irrefrenabile esigenza di liberarsi degli abiti. In casa, sola. Si strappò gli abiti, corse nella doccia e pianse lacrime trasportate via nella fogna.

Si accarezzò il volto, i seni, i fianchi. Le mani si misero in protezione della fonte dei suoi guadagni. L'accappatoio la strinse in un caldo abbraccio paterno e stanca, con la mente vuota, si avvicinò allo specchio. Slacciò l'unico indumento che la copriva e rimase nuda dinanzi alla sconosciuta del riflesso. Nonnetta... Non poteva essere il rifiuto ad averle provocato una tale reazione. Lo sapeva. E la donna del riflesso glielo stava mostrando violentemente.

Il tempo aveva riplasmato il suo corpo, un corpo tanto familiare alle notti cittadine. Vide i suoi seni sciupati da mani fameliche, i suoi fianchi graffiati da uomini per bene, il suo grembo invaso da sconosciuti. Sentiva di essere stata violentata per 41 anni, da quella prima notte. Diciannovenne, sola tra dolore e lacrime asciugate da banconote. Lo stupratore chi era? L'uomo di quella sera? Quello in quell'auto? O quello che inveiva mentre raggiungeva l'orgasmo? Forse tutti? No! La donna dello specchio sorrise. Era lei la stupratrice di sé stessa. Lei aveva distrutto i suoi veri desideri, rincorrendo una libertà. Lei aveva intrappolato il suo vero io tra i cristalli del suo nome d'arte. Queste verità, con il loro vero peso sgretolarono Ametista e liberarono Agnese. Si, proprio Agnese, un nome da mamma, un nome da nonna. L'ultima cosa genuina che avesse, un nome che alle sue orecchie acquisiva un senso solo quando veniva pronunciato da sua madre e da suo padre.

Piangeva ora Agnese, le lacrime scivolavano giù dal mento e precipitavano sui seni: la sua verità la stava lavando, stava portando via gli ultimi pezzi di Ametista. Lei, grande, possente, meravigliosa come la vetrata di una cattedrale gotica. Era bastato un sasso lanciato da un ragazzo per trasformare in un ricordo la fierezza.

Lì ancora nuda, in preda a brividi di verità, si avvicinò al telefono e compose il numero della sua infanzia. "Mamma..."

"Agnese, amore di mamma tutto bene?" con lo stesso tono con il quale le si rivolgeva quan-do da piccola tornava a casa con la faccia triste.

"Mamma potrei tornare a casa?".

"Torna adesso amore mio ti prego" con la voce dell'accoglienza.

"Mamma ho tante cose da raccontarti...".

"Lo so, lo so... torna".

La figlia tornò a casa... e la madre l'ascoltò.

L'apprendista CantastorieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora