Capitolo X - Don Paplito de Madrid

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Lui è lì che ti aspetta. Chi? Ovvio don Pablito de Madrid. Chi è? I novantuno anni meglio vissuti che tu abbia mai conosciuto. I tuoi occhi devono solo incrociare il verde dei suoi, fatto questo verrai travolto dalla Spagna in tutta la sua pienezza. Ti capiterà di attendere la metro nella stazione Tirso de Molina, o di attendere il verde al semaforo di calle de Alcalà e lui sarà lì.

Ti guarderà, tu non riuscirai a volgere lo sguardo altrove, e lui "hoy es hoy y mañana..." pausa degna del più grande attore del siglo de oro "... quien lo sabe". Detto questo ti conquisterà completamente. Non potrai fare a meno di fargli un sorriso perché in lui sono concentrati tutti i tratti delle persone a te care. Per un attimo ti fermi, perdi la metro o il verde del semaforo e lo ascolti.

Capisce che sei straniero e allora decide di presentarti la sua amante, mi cielo, come dice lui, la donna della sua vita: Madrid. Lui dice che questo si può fare solo seduto nel café Gijon, perché il Gijon c'era prima di Franco, c'era durante Franco e continua a esserci oggi. Allora il suo braccio si insinua sotto al tuo e ti ritrovi a passeggiare con lui sotto gli alberi, costeggiando le fontane degli ampi marciapiedi del paseo de Recoletos. Entri nel café, mettendo piede in più di cento anni di storia, senti la gelida carezza di un brivido. È il brivido di Valle Inclán, il brivido di García Lorca che per un attimo vedi seduti a sorseggiare un caffè. Don Pablito de Madrid ti tira, avrà pure novantuno anni, ma ha un passo da ventenne, perché lui dice che ha "prisa de ver el futuro". Seduti con il suo café con leche e il tuo café solo ti chiederà cosa hai visto di Madrid. Tu risponderai che stai seguendo le indicazioni della lucida guida comprata prima di partire. Davanti a questa risposta la schiena di don Pablito de Madrid scatterà dritta come i soldati all'appello mattutino. Tuonerà in un que no, que no... per lui Madrid non è una città da guida turistica, Madrid è come una donna che ti invita a lasciarti trasportare dal suo fascino, ti chiama su per il paseo del Prado, ti spinge in calle Huertas, balla con te in plaza Santa Ana, si fa inseguire per calle Mayor e ti aspetta per salutare il sole in plaza Armeria. E questo è solo l'inizio perché lui continuerà a parlarti di Madrid con lo stesso amore di un marito innamorato, nella sua voce rivivrai una storia d'amore lunga novantuno anni, nelle sue parole sentirai il boato delle bombe che l'hanno violada e, allo stesso tempo, la forza di un popolo che l'ha curata, amata ed ha sanato le sue ferite. Ti racconterà delle notti, perché questa "es la ciudad que nunca duerme", ti dirà che i madrileni sono callejeros perché amano le strade più delle stanze della propria casa. E tu, come un bambino che ascolta le favole del nonno, sarai lì a fissare i suoi occhi verdi, pronto a riporre la tua guida e trepidante come ad un primo incontro. Appena finito il caffè, don Pablito de Madrid, indicando l'uscita, concluderà con un "¡venga nene!, te está esperando allí". Allora ti alzerai, ti avvicinerai alla porta, guarderai un'ultima volta Don Pablito e poi sarai pronto ad amare quella donna che ti accoglierà una volta varcata l'uscita. 

L'apprendista CantastorieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora