Capitolo 13

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<Tu hai fatto cosa?> la voce di Becca in questo momento è così acuta che mi devo coprire le orecchie se non voglio restare sorda.

<Che cazzo ti urli stupida> sbotto irritata, dio, quando vuole sa essere proprio insopportabile.

<Ma ti rendi conto di quello che hai fatto?> chiede scioccata mentre mi fissa sbalordita.

Eccome se me ne rendo conto, quando stamattina mi sono svegliata nel letto di Axel sono stata investita dalle scene della sera precedente. Il suo corpo nudo davanti a me, i suoi gemiti, sento ancora il suo sapore dentro la mia bocca. Sono scappata come una ladra da casa sua senza guardami indietro e tutto questo quando lui ancora dormiva. Non sono andata via perché mi sono vergognata, sono scappata perché mi sono resa conto che sarei stata in grado di spingermi oltre con lui e questo mi ha messo paura.

<Lo so Becca, il problema è che quando sono con lui riesce a farmi dimenticare che la fuori c'è un mondo crudele, ed è questo che mi mette paura.> mi butto sul letto disperata nascondendo la testa sotto il cuscino. Forse erano le cinque del mattino quando ho buttato giù dal letto Becca per raccontarle cosa ho combinato, e per quanto vorrei dare la colpa all'alcol non posso, perché in quel momento io lo desideravo.

<Hai risolto con Matthew?> ecco la domanda che avrei voluto evitare.

<Domanda di riserva?>

<Non puoi più rimandare Ariel, quel ragazzo si merita di sapere la verità> per quanto lei non sopporti Matt quando si tratta della verità non ammette sgarri, ed ha ragione, lui merita di sapere la verità, il fatto è che so che ci resterà male, e non se lo merita.

<Ho bisogno di un cappuccino per poter superare questa mattinata, dopo ci pensiamo> vorrei tanto chiudere gli occhi e dormire, ho bisogno di riposo, la mia mente ne risente.

<E adesso chi cazzo è?> sbotta incazzata Becca quando sente il campanello di casa suonare in continuazione, ecco una cosa che odiamo entrambe, essere disturbate quando siamo quasi nel mondo dei sogni. La sento imprecare mentre scende dal letto ed io posso finalmente riposare in pace.

<Dove cazzo è?> una voce altamente forte ringhia in tutta la casa e quando finalmente riesco a collegarla alla persona a cui appartiene mi viene un colpo.

Calma Ariel, fai la persona matura e non scappare, devi solo fare finta di non ricordare niente ed il gioco è fatto, continuo a pensare mentre sento Becca urlare contro di lui. Se si tratta di me tutto e concesso ma quando un altra persona interrompe le sue ore di relax allora si trasforma in una iena. Per quanto vorrei essere egoista so che lo devo salvare dalle grinfie di quella pazza sclerata.

<Metti giù il mattarello> ordino mentre scendo le scale per poi dirigermi nel salotto.

<E tu come fai a saper cosa ho nelle mani?> chiede incredula la mia amica.

<Sul serio Becca?> chiedo in modo ironico. Praticamente so ogni mossa che vuole compiere in base ad ogni situazione.

<Neanche un po'?> insiste speranzosa facendo gli occhi dolci.

<Siete pazze> urla disperato Axel ed io solo ora decido di guardarlo ma strabuzzo gli occhi quando vedo lo stato in cui si trova.

<Tu esci sempre di casa senza maglietta?> i miei occhi sono incollati sulla sua figura. Averlo davanti a me a torso nudo non fa altro che ricordarmi le scene di ieri.

<Si è quindi? Non ti riguarda> dice in modo spavaldo mentre sulle sue labbra si forma un sorriso perfidio. Mai giocare con il fuoco Axel. Senza esitare troppo inizio a sfilare lentamente i miei jeans per poi fare la stessa cosa con la maglietta e quando resto solo in intimo davanti a lui vorrei battermi il cinque da sola solo per essere riuscita a metterlo a tacere. Non so perché saperlo in giro quasi nudo mi dia fastidio.

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