Epilogo

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I raggi del sole che entrano dalla finestra poggiandosi sul mio viso mi fanno rilassare e un piccolo sorriso mi spunta sulle labbra.

<A cosa è dovuta questa felicità?>

Apro gli occhi posando lo sguardo sulla figura di Axel e quando lo vedo all'impiedi davanti al letto mentre tra le braccia culla Hope, nostra figlia, il mio cuore si riempie se possibile ancora di più di questo magico sentimento, l'amore.

<Axel la culla che hai comprato serve per fare dormire i bambini dentro, e non in braccio> ridacchio alzandomi dal letto andandogli incontro. Poggio le mie labbra sulla fronte di Hope baciandola dolcemente per poi baciare l'uomo che amo alla follia.

<Non mi piace quel affare e neanche a lei infatti preferisce le mie braccia e poi, poi è meglio se la tengo io non so sa mai cade dalla culla mentre dorme>

<Axel, la culla è circondata dalle sbarre mi spieghi come potrebbe mai cadere?>

<Che ne so io> risponde facendo spallucce e a me sfugge una risata. È davvero incredibile, troppo coccolone è decisamente pazzamente innamorato di sua figlia, come me d'altronde.

<Sto andando a farmi un bagno caldo e quando finisco lo sai che abbiamo delle cose da fare quindi metti Hope nella culla e vatti a preparare> ordino con tono duro cercando di essere credibile. Per quanto cerco di fare la dura vederlo così mi fa sciogliere il cuore. Loro sono la mia ragione di vita e Hope è arrivata nella mia vita dandomi la speranza per lottare e non lasciami inghiottire dalle tenebre.

<Non puoi rischiare Ariel, tu..>

<Tanto non ha più importanza Derek, lo sappiamo entrambi che non c'è più rimedio per me, prima o poi io, io morirò.> sussurro sconfitta. Orami mi ero abituata all'idea e l'avevo pure accettato, però in realtà accettare la propria morte è più difficile di quanto immaginavo soprattutto dopo aver gustano nuovamente anche se per poco la felicità.

<E se ti dicessi che c'è una speranza?>

<Cosa vuoi dire?> chiedo incredula inarcando le sopracciglia. Statisticamente parlando io non ho nessuna speranza ne di vivere ancora per molto e neanche di sopravvivere all'intervento.

<Sei incinta Ariel>

I miei occhi si sgranano mentre il respiro si ferma impedendo all'area di passare nei polmoni.

<In ch-e senso?>

<Hai voluto una speranza no? Ecco, forse qualcuno lassù ha altri piani in riserbo per te e se tu non vuoi più lottare ora ti ho dato un motivo per farlo. Sei incinta di 4 settimane tesoro.> sorride felice mentre possa tra le mie mani dei fogli che so riconoscere benissimo, le mie analisi.

<Il tuo malessere non era dovuto all'aneurisma, non ora perlomeno ma alla gravidanza.>

<Sono incinta> sussurro sconvolta mentre la mia mano in modo automatico si possa sulla mia pancia.

Ho saputo di essere incinta un mese dopo aver messo in atto il mio piano per incastrare tutti quelli che ci avevano fatto soffrire. Avrei potuto lasciar perdere ma in quel momento ero ancora più determinata, avevo una ragione in più.

Scelti dal destino Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora