Capitolo 29

416 27 17
                                    

Axel Pov's

La mia vita è sempre stata un calvario, almeno fino a quando non ho deciso di scappare e lasciarmi alle spalle il passato. Da quando la mamma è morta mio padre ha iniziato a comportarsi in modo strano passando dal essere il padre modello e il nostro eroe a trasformarsi in un uomo meschino senza cuore. Con gli anni è diventato veramente insopportabile, l'unica cosa di cui si preoccupava era la sua azienda e cercava in noi, in me e mio fratello chi fosse il più debole da poter sottomettere e fare della nostra personalità un burattino che lui potesse raggirare, e ci era riuscito, con me intendo. Per un po' di tempo ero diventato il suo soldatino mentre con mio fratello si scontrava sempre fino a quando un giorno non mi svegliai e di mio fratello non era rimasto neanche l'ombra. Forse è stata la scomparsa di mio fratello che mi ha portato a ribellarmi contro mio padre e andarmene. Per anni non ho più avuto contatti con mio padre e l'unico di cui mi interessava realmente non riuscivo più a trovarlo o almeno fino a quando non sono stato trovato da una persona della quale non dovevo fidarmi.

In realtà il nostro incontro non è stato casuale è stato premeditato ma questo l'ho capito troppo tardi.

Per anni la mia mente è stata manipolata e sono stato soggiogato con l'intento di covare nel mio cuore l'odio. Erano così credibile con la loro finta storia sul omicidio di mio fratello che io ci credetti e il mio unico intento era quello di vendicarmi di colei che aveva causato la sua morte.

Il loro piano era malvagio ma hai tempi mi sembrava perfetto e l'unica cosa che volevo era che lei soffrisse con la stessa intensità con cui soffrivo io, o almeno credevo di soffrire. Il piano era semplice, entrare nella sua vita, scombussolare la sua esistenza, farla innamorare di me per poi farla soffrire ed io ero preparato a tutto tranne che alla sua presenza.

Vedere il dolore che la squarciava in mille pezzi, la sofferenza, quelle lacrime che non era più in grado di versare, le sue cicatrici, la sua verità, la sua tenerezza, la sua dolcezza, la sua presenza, la sua forza, i suoi occhi, la sua bellezza, la sua personalità, tutto di lei mi aveva affascinato, sin dal primo bacio. È stata in grado di travolgere tutto in me facendomi dimenticare di prendere l'unica cosa che credevo fosse in grado di farmi dormire sogni tranquilli, i miei farmaci. Giorno dopo giorno strane scene si materializzavano nella mia mente, ricordi, sentimenti, emozioni di cui avevo dimenticato e che inizialmente mi confondevano e quando finalmente ricordai tutto era troppo tardi. Io ero innamorato di lei così come lei si era innamorata di me e quando decisi di ribellarmi tutto si è rivolto contro di me ma dovevo continuare a fingere per lei, per proteggerla anche se non ci sono riuscito, loro erano troppo forti ed io troppo debole e mi vergogno per questo perché lei è stata in grado di fare quello che io non ho potuto e ad oggi ho fallito nuovamente.

<Ti prego Ariel svegliati> sussurro con la voce rotta dal pianto. Müller ha detto che sta bene ma ci crederò solo quando sarà lei a dirmelo.

Non pensavo che la mente della gente potesse arrivare fino a tanto.

<Dio sei proprio un ragazzino piagnucolone>

<Sei sveglia> sussurro incredulo appena sento la sua voce e quando finalmente i suoi occhi si aprono posso finalmente sospirare sollevato.

<Stai bene?> chiedo preoccupato mentre prendo la sua mano fra le mie.

<Viene qua> mi incita con lo sguardo di sedermi accanto a lei ed io felice la accontento sdraiandomi accanto a lei fra le sue braccia mentre con un braccio le circondo la vita stringendola forte a me.

Scelti dal destino Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora