28. Non scapperò più da te

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Quella mattinata era molto importante per Jungkook. Avrebbe passato del tempo insieme al maggiore dopo mesi dall'ultima volta in cui si videro. Non vedeva l'ora di poter rimanere solo con lui per parlare liberamente di tutto ciò che successe dopo la sua partenza e anche di come si fosse sempre sentito nei suoi confronti.

Ci sarebbe riuscito, gli avrebbe detto la verità su quella misteriosa assenza lunga più di 3 mesi. Ovviamente però aveva anche paura: cosa avrebbe fatto Jimin una volta saputa? Se ne sarebbe andato, lasciandolo solo una seconda volta? O avrebbe fatto l'opposto?

Queste erano solo alcune delle domande che pensava mentre camminava verso il bar. Era spensierato, molto silenzioso e di questo il biondo se ne accorse, ma preferì non parlare con la speranza che presto l'avrebbe fatto lui. Questo però non avvenne e nel momento in cui decise di parlare, arrivarono all'entrata di quel piccolo, ma accogliente bar.

Ordinarono non appena entrati e si andarono a sedere. Nessuno dei due sapeva con quale argomento iniziare: non potevano parlare del presente, ma allo stesso tempo non potevano riportare a galla il passato, sarebbe stato un pugno nello stomaco. Non appena arrivarono il caffè e il cappuccino, il primo a parlare fu Jimin, portando il discorso sui loro amici.

«Come stanno gli altri?» disse iniziando a bere il suo caffè. «Li sento e li vedo grazie alle videochiamate, ma è diverso dalla realtà.»

Jungkook lo guardò non appena parlò. Avrebbe parlato per ore su come i loro hyung stessero senza Jimin. Gli volevano molto bene, erano come una famiglia e non vederlo più rappresentò un distacco. Quando Taehyung disse che il maggiore sarebbe partito non riuscirono a crederci; se ne era andato, lasciandosi dietro tutti i suoi cari.

Quello che ci rimase male più di tutti fu Hoseok: era molto attaccato al biondo e quando gli venne detto della sua partenza, si mise a piangere. Il sole aveva perso la sua lucentezza, trovandola poi più avanti con l'aiuto dei suoi amici.

Per fortuna il numero di Jimin era rimasto sempre lo stesso, potendolo così chiamare quando voleva. Aveva bisogno di vederlo e quando tramite una videochiamata lo vide per la prima volta, dopo una piccola lacrima da parte di entrambi, si crearono due ampi sorrisi.

«Stanno tutti bene, ma gli manchi tanto Jimin-ssi. Almeno due volte al giorno parlano di te anche quando non c'entri con il discorso che fanno. Gli manchi così tanto, quasi quanto sei mancato a me. Perché a me sei mancato Jiminie, mi sei mancato come l'aria.» rispose guardandolo.

Anche a Jimin era mancato come l'aria, ma a sua differenza non aveva il coraggio di dirlo. Non appena sentì quelle parole, alzò lo sguardo dal suo pancake e osservò Jungkook. Il suo cuore si era appena agitato: non era giusto, non poteva sentirsi così ogni volta che lo sentiva parlare in quel modo. Lo continuò a guardare, aspettando che finisse di parlare.

«Non pensavo che avrei passato così male la tua assenza, ma invece è stato proprio così; sei stato sempre presente in questi anni per me e il non vederti più vicino, mi ha fatto capire quanto ti voglia accanto. Sono stato uno stupido a lasciarti salire su quell'aereo senza fermarti; avevi bisogno di fatti e l'unica dimostrazione che ti ho mostrato è stata quella di essere eccellente nel lasciar andare le persone. Darei tutto me stesso per ritornare indietro nel tempo e non lasciarti andare, purtroppo però non è possibile.»

Anche per Jimin fu molto difficile staccarsi da lui, era la sua fonte di energia. Doveva allontanarsi per stare bene, per portare l'attenzione nuovamente su sé stesso e non più su una persona che mai ha mostrato interesse. Aveva ragione però; tutto ciò di cui aveva bisogno erano fatti. Poteva fare qualsiasi cosa per farlo rimanere, gli sarebbe bastata anche una parola, ma decise di tacere lasciandolo scappare.

in front of you | kookminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora