37. Pezzi di puzzle incompatibili

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La notte porta consiglio.

Per prendere una decisione importante sono fondamentale il tempo e la lucidità; non è mai consigliabile decidere qualcosa con la fretta, non è una buona consigliera. L'invito è quello di prendersi del tempo per staccare anche dalle opinioni altrui, concedendosi un momento di tranquillità per riflettere attentamente. Più ci si preoccupa più il pensiero non sarà mai positivo, ma se ci si ferma a ragionare sarà tutto più semplice.

Questo è quello che la notte dovrebbe fare: regalare il giusto consiglio o la scelta giusta una volta svegli, riuscendo così a capire cosa sia meglio o no fare. Molto probabilmente però non per tutti funziona allo stesso modo, perlomeno non per Jungkook.

Parlando sinceramente vide questo pensiero come una sciocchezza, un'inutulità; pensare di notte portava solo guai, faceva nascere paure e preoccupazioni. Più pensava più non chiudeva gli occhi e più stava sveglio più la paura si innescava in sé.

La sua fragilità aveva gli occhi di un felino
durante la notte, in grado di metterlo alle
strette impedendogli così di scappare.

Non sarebbe mai potuto fuggire dai suoi sentimenti e tantomeno dalle paure. Era durante la notte che venivano a galla tutte le preoccupazioni o tutti i problemi e se durante la giornata fossero stati posti da parte, la notte li avrebbe fatti riaffiorare ⎯ avrebbe portato a galla qualsiasi cosa, sfiorando persino la paura più profonda.

La notte trascorsa non fu una delle sue preferite, i pensieri lo assalirono e l'abisso di paure di deludere ancora una volta il maggiore si fece concreto. Non voleva vederlo più così, non avrebbe più accettato lacrime sul suo volto.

Abbassando lo sguardo vide il principale soggetto dei suoi pensieri dormire tranquillo, abbracciato al suo corpo come mai prima d'ora. Più lo guardava più capiva quanto tempo avesse sprecato a non dirgli tutto quanto, più capiva più si innamorava e più lo faceva più non dormiva.

Riuscì a prendere sonno verso le prime ore del mattino, nonostante dopo poco più di due ore avesse una sveglia per andare a lavoro. Per fortuna si svegliò prima che essa potesse fare rumore e svegliare Jimin; la sua posizione non era mai cambiata, era rimasto tutta la notte sul suo petto. Il minore sorrise e cercando di non svegliarlo spostò lentamente il suo volto sul cuscino.

Si alzò, si andò a fare una doccia veloce e si preparò; ciò che non sapeva però era che il biondo fosse sveglio da minuti ormai e lo stava guardando sistemarsi la cravatta: quel giorno avrebbe avuto una riunione ed essa era un must.

Lo sguardo di Jimin però non era leggero, anzi. Più lo guardava più profondo esso si faceva: ma come faceva ad andare a lavoro senza riuscire a farsi il nodo alla cravatta? Lo guardava profondamente anche a causa di questa domanda, alla quale però non trovò risposta.

Il minore ormai era al centro della sua attenzione e fu proprio per questo che se ne accorse; il suo sguardo era così profondo da oltrepassare persino un muro. Non disse nulla però, gli piaceva avere i suoi occhi su di sé. Jimin però non poteva vederlo così, ormai erano minuti che cercava di sistemarsi ⎯ inutilmente ormai.

«Vieni qua, ti do una mano.» disse improvvisamente, ma non notando stupore negli occhi del corvino.

Jungkook lasciò perdere il suo nodo, andando dal maggiore e facendosi aiutare. Jimin si era seduto sul letto con le ginocchia arrivando alla giusta altezza per fargli un nodo perfetto. Era molto bravo a farlo e per questo doveva ringraziare sua madre e tutte le volte che vide fare la stessa cosa con la cravatta di suo padre.

Nel fare il nodo si sentì osservato, ma non alzò lo sguardo; non sarebbe sopravvissuto all'intensità dei suoi occhi. Continuò a sistemare la cravatta, arrossendo però di tanto in tanto.

in front of you | kookminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora