12. La fine di un capitolo

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Buona Pasqua a tutte e tutti voi🐥🐰

☁️⋅♡

Era ormai passata una settimana da quel pianto fatto in camera sua dopo aver parlato in piena notte con Jungkook. Aveva dato sfogo alle sue lacrime, quando prima si era mostrato ai suoi occhi forte e sfinito allo stesso tempo.

Non era riuscito a fermarle, molto probabilmente non ci aveva neanche provato. Aveva mille e passa motivi per farlo, ma preferì consumare una lacrima dopo l'altra piuttosto che parlare con qualcuno. Sapeva da chi quel vuoto interiore reclamasse di essere riempito, ma sapeva che non l'avrebbe mai fatto; sarebbe stato doppiamente male.

Prima del loro discorso era ancora titubante sulla sua partenza e ne aveva pertanto parlato con Taehyung; quando vi parlò la seconda volta ebbe altre insicurezze, ma poi quando sentì il castano dire determinate parole, capì. Aveva capito quanto male quelle parole avessero fatto, quanto male facesse la sua indifferenza, quanto masochista fosse a stargli accanto, ma principalmente quanto male facesse l'amore.

L'amore che provava nei suoi confronti era di una grandezza immensa, non aveva un limite ⎯ o meglio, questo era quello che credeva perché a quel limite ci era appena arrivato e nonostante volesse, non l'avrebbe mai oltrepassato. Ha sempre fatto ciò che voleva, andando anche contro contro propri limiti, ma ormai non poteva più ferirsi. Era il giusto momento per fermare la corsa, fare un respiro profondo e scegliere un'altra strada.

«Non ho pensato a te, ho pensato a me.»

«Ti auguro il meglio Jimin-ssi, perché
abbiamo capito entrambi che non sono io.»

Non si era mai sentito così demoralizzato come in quel periodo, così a pezzi come un vaso rotto, così esausto. Aveva letteralmente esaurito le forze per stare in piedi, la voglia di star dietro a un sentimento univoco e la speranza di poter ricevere ciò che desiderava.

Non doveva aspettarsi nulla da nessuno, tantomeno da lui; non sarebbe più riuscito ad andare avanti da solo, senza una mano che lo aiutasse ad affrontare quella situazione. Non avrebbe più fatto un passo nei suoi confronti, ne aveva fatti già troppi: ormai la decisione era stata presa e non avrebbe più mosso un dito per lui.

E gli dispiaceva, ma doveva farlo o non sarebbe cambiato nulla. Se prima fosse riuscito ad amare per due persone, ora non ci sarebbe più riuscito: la sua ferita era abbastanza ampia e non poteva ingrandirla ancor di più.

Non era certo della sua decisione, ma lo divenne quanto udì tutte quelle parole. Se avesse sentito altre parole magari avrebbe anche cambiato idea, ma ciò che captò fu solo un «non puoi andare» e non un «ho bisogno di te». Si arrese e guardando il biglietto tra le mani, capì quanto di quel ragazzo non avesse capito: la partenza era prevista per quella stessa notte ⎯ di sola andata.

Aveva passato quasi tutta la giornata con i suoi amici a divertirsi [e a mangiare ovviamente]. Quando vide i suoi hyung sorridenti non poté che pensare a quanto si sarebbero rattristati nel non vederlo più. Quando Taehyung incontrò il suo sguardo, non poté che avvicinarsi e tranquillizzarlo, dicendogli di non preoccuparsi perché avrebbe parlato lui con loro.

Era appena rientrato nella loro casa quando vide una persona sdraiata sul prato. Ormai l'ora di cena era terminata e in un'ora sarebbe dovuto partire. La guardò per qualche secondo finché non udì una voce, la sua. Persona sbagliata, momento ancora più sbagliato ⎯ eppure stava esplodendo dentro.

«Ti sdrai accanto a me hyung?»

Sapeva che fermarsi a vedere chi fosse steso a guardare il cielo sarebbe stata un'idea sbagliata, ma lo fece. E lo vide; era lì, con le mani dietro la testa a guardare le stelle.

in front of you | kookminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora