39. Una canzone per te: Euphoria

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Erano a malapena passate 24 ore dalla sua partenza quando Jungkook comprese effettivamente quanto male provasse il suo hyung, quanto male gli avesse fatto in quegli anni. Effettivamente, lo aveva distrutto quel ragazzo quando egli gli aveva dato tutto sé stesso. Jimin era sempre stato un libro aperto, non aveva mai nascosto il bene che volesse al piccolo del gruppo, neanche a lui stesso.

Il suo hyung lo aveva sempre messo al primo posto, posto che però capì di non meritarsi; non aveva capito nulla, non lo aveva osservato a fondo quando guardarlo era la cosa migliore della giornata. Quando posava lo sguardo sulla sua persona, non esisteva nient'altro. E ne era sicuro di questo, solo che non credeva che ci potesse essere una ragione più profonda dietro.

Quelle 24 ore furono le ore più brutte passate prima d'ora e non solo perché rimase in letto a piangere, ma in particolar modo perché permise al proprio orgoglio di avere la meglio sul proprio sentimento: aveva lasciato che la paura regnasse su ciò che provava nei confronti del biondo. E quello fu l'errore che mai si sarebbe perdonato.

Quella fu la prima serata in cui vide da solo il tramonto, la prima volta in cui si domandò perché non sentisse nulla nell'osservarlo. Amava rimanere in casa da solo perché poteva fare quello che voleva senza avere occhi addosso. Amava essere libero; per questo in quel momento si trovava disteso sul prato a osservare quel cielo colorato di giallo-arancione che tanto amava ammirare con il suo hyung. E mentre lo faceva, non poteva che pensare al passato.

Erano anni che si conoscevano e la prima volta che vide il biondo quasi non poté credere alla sua bellezza. Gli piaceva tutto di lui, solo una cosa non riusciva a farsi andar bene: il suo essere così tanto invadente. Lo cercava ovunque, gli scriveva, gli parlava, lo toccava: in poche parole gli stava appiccicato. E lui odiava, odiava questo comportamento.

Solo con il tempo iniziò ad apprezzare questo suo lato, anche se subito lo fece solo per i suoi hyung. Gli anni passarono, entrambi cambiarono e arrivò il giorno di un loro litigio: ormai Jungkook non si ricordava quasi più il motivo, ma ricordava ancora come si fosse sentito quel periodo. E lo avrebbe sempre ricordato, anche grazie all'aiuto della musica.

Erano molti giorni, forse molte settimane, che quando poteva e ovunque fosse prendeva carta e penna e iniziava a scrivere. Purtroppo però ogni volta che scriveva due righe poco dopo venivano cancellate ⎯ ancora non andava bene, ancora non sentiva vere quelle parole.

E anche con il titolo aveva un problema; ne aveva troppi per sceglierne uno: Eternal, Universe, Paradise, Heartbeat, On, Rain, I need you, Answer. Tutti titoli che, pur essendo bellissimi, non l'avrebbero aiutato a trovare quello che voleva. Rimase molto tempo anche su quelle righe del testo, voleva arrivare a scrivere almeno qualcosa.

Dopo una lunga notte passata a dormire tra le braccia di Jimin, si svegliò con un'illuminazione; si diresse nella propria stanza, prese una penna e scrisse quello che gli era venuto in mente. Ne era veramente fiero. Tenne per sé quel foglio per molti mesi, finché pensò che il suo hyung gli avrebbe potuto dare una mano. E così fu.. solo che non credeva che avrebbe sentito quella critica.

《 In queste parole, tra gli spazi di ogni
lettera, sono sicuro che ci sia qualcosa
di più, qualcosa che non vuoi ammettere.
Spero che tu lo possa capire prima che il
destino si arrenda e che decida di
allontanarvi l'uno dall'altro. 》

Non pensava che mostrare un inizio di canzone a Yoongi lo avrebbe fatto sentire così agitato. Passarono giorni, forse mesi da quando gli disse quelle frasi, ma ancora ci pensava, ancora le ricordava. A quanto pare, il destino, si era intromesso e li aveva fatti allontanare. E non c'entrava nulla il suo hyung, quella era solo una sua supposizione.

in front of you | kookminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora