38. Non è un mio problema

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Era cominciata male quella giornata; uscito dalla casa del corvino non aveva smesso un secondo di pensare a quanto sbagliato fosse stato il suo pensiero. Credeva che fosse cambiato, che avesse smesso di pensare solo a sé stesso, ma si era sbagliato. Aveva incontrato Taehyung senza esprimere la sua felicità, ma una volta entrato in casa del suo hyung non poté che sorridere.

Era felice, finalmente era tornato a casa sua e nessuno l'avrebbe mandato via. L'emozione che provarono i ragazzi in quella casa al sentire la sua voce fu immensa; pensarono di aver udito male o che fosse in chiamata con Taehyung, ma quando si girarono e lo videro non riuscirono a trattenere le lacrime.

Lo abbracciarono tutti, nuovamente anche Taehyung, persino Yoongi. Erano di nuovo insieme, erano uniti, si erano ritrovati. Finalmente quel pezzo mancante si era riunito agli altri componenti del puzzle e non si sarebbe più staccato. Rimasero per molti minuti fermi in mezzo alla stanza ad abbracciare il loro amico: nessuno lo avrebbe più allontanato da loro, neanche un litigio.

Inizialmente Seokjin voleva parlare con il biondo per chiedere perché avesse dovuto mentire sulla sua partenza; una volta staccato dall'abbraccio però capì che fosse inutile. Jimin era lì, abbracciato da tutti e non serviva rivangare il passato; stava bene e questo bastava per capirlo e non incolparlo.

Fu proprio lui a staccarsi per primo, rimanendo a guardare quei cinque ragazzi abbracciati come mai prima d'ora. Finalmente, finalmente la famiglia era era completo ⎯ o quasi. Il suo sorriso svanì leggermente quando pensò a Jungkook: non sapeva dove fosse, se stesse lavorando o se fosse a casa a dormire.

Non sapeva se fosse a conoscenza dell'arrivo di Jimin a Seoul, non sapeva se avessero già parlato, non era certo del futuro del loro rapporto. Sarebbe stato meglio avvisare lui per primo, ma sapeva anche perché non l'avesse fatto [non sapendo la verità].

«Jiminie ci sei mancato tanto, siamo felici che tu sia di nuovo qua.» disse Hoseok, una volta staccato da quel grande e forte abbraccio.

«Anche a me siete mancati tutti voi, da morire.» rispose sorridendo. «E mi dispiace per non essere venuto prima, spero possiate perdonarmi.»

«Non hai bisognoso di essere perdonato, non hai fatto nulla per doverlo chiedere.» parlò Yoongi, mostrando un leggero sorriso.

E aveva ragione. Non aveva motivo per cui scusarsi, era andato via solo per stare bene, perché lì non lo sarebbe stato. Aveva bisogno di cambiare aria, di incontrare nuove persone, di fare nuove amicizie; aveva bisogno di prendersi una pausa dal suo stesso sentimento. Rimasero davanti all'entrata per altri minuti finché non fu il padrone di casa a suggerire di andare in salotto.

Ormai erano mesi che non abitava più nella loro vecchia casa: lì ormai erano rimasti Hoseok e Yoongi, accompagnati anche da Taehyung dal giorno in cui ritornò a Seoul. Namjoon invece aveva accettato di vivere insieme a Seokjin, ormai troppo uniti per separarsi.

La stanza era molto grande, era ben arredata; c'erano due piccoli divani, uno davanti all'altro, tra i quali vi era un tavolino di legno con il vetro al centro. Era presente anche una poltrona dal lato di un divano, con a destra un mobile con televisione.

Seokjin, Namjoon e Yoongi si sedettero dove erano prima dell'arrivo del biondo, Jimin si sedette accanto a Taehyung sull'altro divano [con davanti Seokjin] e Hoseok si sedette sulla poltrona. Il primo a parlare fu Namjoon che chiese come fosse terminato l'anno accademico e come si fosse organizzato per il viaggio; continuarono a parlare di come si fossero comportati in sua assenza, finendo anche a piangere.

«Davvero? Davvero è successo questo?» domandò Jimin ridendo.

«Certamente e Yoongi-ah può confermare.» rispose Namjoon. «Siamo entrati con la chiave di scorta e quando li abbiamo visti non riuscivamo a crederci. Stavano piangendo mentre mangiavano e si lamentavano del fatto che le lacrime stessero scendendo sulla loro colazione rendendola viscida.»

in front of you | kookminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora