Capitolo 28

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Ascoltate questa meraviglia della musica mentre leggete questo capitolo


JIMIN POV

Esatto, anche io avevo bisogno di dimostrarglielo, lo avevo tenuto dentro di me così tanto da convincermi che non mi piacesse e appena avevo lasciato quel sentimento...travolgermi... mi ero accorto di tutte quelle occasioni che avevo perso. Dovevo dirglielo ora, dovevo sorprenderla.

"Jin?" dissi componendo il numero del mio amico. "Che vuoi Plebeo?" chiese lui dall' altro capo del telefono. "Ti ricordi l'ultima chiacchierata con te e Nam?"

"L'ultima seduta di psicologia amorosa vorrai dire."

"Si, si, proprio quella, comunque voglio dirlo a Rosie."

"COOOOSA?"

Da dietro si sentì Jisoo strillare: "Jin, però le orecchie sono mie, eh!" "Scusa tesoro, non urlo più, un attimo e sono da te." Rispose il mio amico.

"Comunque Plebeo... COOOSA?"

"Hai capito benissimo."

"Ho un idea"

"Oddio...ho paura."

"portala nel posto dove ha scritto di essersi innamorata di te, Jisoo mi ha portato nella casa dove vivevamo 4 anni fa e stavamo praticamente piangendo."

"Guarda che questa idea non è così male."

"Lo so, plebeo, ora portala in quel bosco."

Chiusi la chiamata e presi la rincorsa, poi saltai sui mattoni sporgenti dalla costruzione. Avevo visto Taehyung farlo centinaia di volte quando per gioco (o per davvero) lo chiudevo fuori di casa o quando doveva arrivare più velocemente a casa.

Giunto all' ultimo mattone spinsi la finestra della camera di Taehyung e ci saltai dentro. "Chi è?" chiese una voce delicata. Mi diressi verso camera mia, la fonte di quel suono.

Rosè era seduta sul mio letto con un cuscino (il MIO cuscino) tra le mani e un libro aperto davanti. "Ah, ok, sei tu..." disse lei tirando un respiro di sollievo e abbassando il cuscino. "Roseanne Chaeyoung Park, devi seguirmi subito, è importante." Dissi tirando fuori la mia migliore faccia seria.

"Oh...ok." Rispose semplicemente lei alzandosi. Scavalcai il cornicione della finestra e misi i piedi su uno dei mattoni sporgenti poi le feci segno di seguirmi. Lei non fece una piega, scavalcò il cornicione anche lei e appoggiò i piedi sul mattone sporgente accanto al mio.

Quando finalmente scendemmo a terra lei un po intimidita chiese: "Jimin cosa cavolo stai facendo?" "Shh, stai tranquilla." Le risposi. "Dove stai andando ora, insomma, perché stiamo andando verso il giardino riservato alle matricole del primo anno?" chiese di nuovo seguendomi. Io mi avvicinai a una zona della siepe nascosta, nell' angolo, e tirai su quella parte di siepe come se fosse stato una tovaglia.

"Al primo anno io, Tae, Jisoo, Jennie e Hoseok abbiamo creato questa 'via di fuga' , insomma abbiamo tagliato una parte di siepe e l'abbiamo ricoperta da entrambi i lati con questo tessuto...con le foglie...mimetico...che Hoseok ha rubato in un' azienda di giardinaggio." Le spiegai vendendola sconvolta. "E io dov'ero durante tutta questa roba?" chiese toccando una delle foglie attaccate al telo. "Bè... ho chiesto io agli altri di aiutarmi a farlo per venirti a trovare in ospedale...sai, ti eri rotta la gamba e io mi sentivo solo...quindi l'abbiamo costruito." Mormorai un po' imbarazzato. Lei mi sorrise, alzò il telo e passò sotto, io la imitai.


(se non avete capito quale sia il telo mi riferisco a quelle siepi finte sintetiche mette sotto forma di 'tessuto' e arrotolate  )


Quando uscimmo fuori dall' arbusto scavato ci ritrovammo davanti allo spettacolo meraviglioso, tutte le luci violacee della Seoul notturna si infrangevano negli occhi della mia migliore amica.

La presi per la mano e ci misimo a correre, verso dove? Destinazione: Parco.

Corremmo ancora un po' e poi, per arrivare esattamente in quel punto tagliammo passando da un sentierino.

"Jimin, non dirmi che è... il Bosco dove siamo scappati 8 anni fa..." i suoi occhi si riempirono di lacrime, lacrime di gioia. "Si, Rosie...e siamo qui per una ragione." Lei si girò a guardarmi con gli occhi illuminati dalle lacrime. "Ho tenuto dentro di me questa cosa per così tanto tempo da convincermi che non provavo sentimenti per te ma appena ti ho guardata con gli occhi diversi da quelli di un fratello...tu mi hai dato una ragione in più per volerti per sempre ... mi sono accorto troppo tardi di tutte quelle occasioni che avevo perso quando ancora non lo accettavo, ma ora, ora che ho ammesso a me stesso che tu sei la mia vita non voglio più lasciarti scappare, io...io ti amo Rosie."

Lei mi guardò per qualche secondo e poi mi abbracciò, con slancio, quasi come se io gli fossi mancato per anni. "Io invece ti ho amato da sempre...proprio qui." Rispose lei con la voce ovattata dalla mia felpa. "lo so, è per questo che ti ho portata qui." Risposi sorridendo dentro e piangendo fuori. "Hai letto il mio diario?" chiese con la sua migliore voce da Fintamente Arrabbiata. "Ehm...si...il lucchetto era rotto, io non lo sapevo che fosse un diario!" cercai di difendermi ma lei mi presa per un lembo della mia felpa e mi baciò, delicatamente ma facendo trasparire tutto il suo amore, io la ricambiai.

"Ti amo così tanto."



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