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Entrammo a casa che era tardo pomeriggio e non mi stupii di vedere che più che una casa quella dove avrei vissuto era praticamente un palazzo. L'atteggiamento di Brooklyn parlava chiaro: viziato e cazzone. Considerando poi che è il primo figlio deve essere abituato ad avere sempre ciò che desidera.

''tu devi essere Brenda'' disse una voce femminile dall'altro capo della stanza.

In men che non si dica mi ritrovai questa donna che mi avvolgeva in un abbraccio mentre Brooklyn la guardava con aria schifata.

''io sono Victoria, piacere'' disse sciogliendo l'abbracci per potermi guardare in viso.

Una bella donna, davvero. Alta, magra, molto sorridente e considerando i fogli e i fascicoli sparsi sul tavolo dovrebbe essere una donna in carriera. Ho sempre desiderato essere un donna di quel rango: bella e super impegnata a mantenere la sua famiglia e a svolgere la sua professione. Mia madre si è sempre dedicata alla pulizia di un hotel di medie dimensioni vicino al centro di Northport e mio padre, beh lui se n'è sempre fregato, tant'è che la maggior parte dei miei 16 anni di vita li ho vissuti con lei. 16 non ancora compiuti per la precisione. Settimana prossima festeggerò il mio primo compleanno lontana da casa. Tornando al tipo di donna che vorrei essere ci sono alcuni problemi: bella non sono e considerando che non ho mai avuto un ragazzo vedo molto difficile mettere su famiglia.

''sono felice che tu sia arrivata finalmente, alla mia Harper servirà una donnina con cui passare un pò di tempo, sempre che ti faccia piacere. Come ti ha trattata il mio Brooks?''

La parlantina di questa donna era contagiosa. Parlava parlava senza mai perdere l'entusiasmo.

''b-bene'' dissi esitante ''mi ha tratta bene''

''mi risulta praticamente impossibile crederti ma farò finta di nulla. Se vuoi prepararti stasera usciamo'' mi informò ''Brooklyn mostrale qual è la sua stanza''

Venni guidata su per una scala con i gradini che sembravano sospesi in aria, mentre Brooklyn mantenne la sua mano, ben salda sulla mi schiena.

-non mi perdo mica- pensai, ma decisi di lasciar perdere. Forse voleva solo far credere a sua madre che mi stava trattando bene, o forse voleva ribadirmi il fatto che tra i due era lui a comandare.

''questa la tua stanza'' disse togliendo la sua mano dalla mia schiena e indicando una porta bianca. "Le valigie dovrebbero già essere dentro. Il bagno è la porta di sinistra, quella di destra invece è la tua cabina armadio'' spiegò.

Entrai e trovai una camera spaziosa, con una portafinestra che conduceva ad un piccolo balcone. La luce naturale illuminava tutto l'ambiente e alla mia sinistra trovai lei due porte i cui mi aveva parlato poco prima Brooklyn. Il bagno era davvero accogliente e decisi di concedermi immediatamente una bella doccia. La cabina armadio me la sarei riservata per dopo, come sorpresa e come stimolo a lavarmi il più velocemente possibile.

Uscii dal bagno lasciando probabilmente qualche impronta dietro di me e dopo aver preso un intimo dalla valigia, portai tutte le mie cose nella cabina armadio per sistemarle.

Rimasi a bocca aperta non appena aprii la porta per la camera dei sogni. Alle pareti vi era moltissimo spazio per i vestiti, uno scomparto apporta pe le borse e uno per le scarpe. Al centro giaceva una penisola con molti cassetti per intimi, calzini e gioielli.

Mentre sistemavo ogni cosa ordinatamente pensai a cosa avrei potuto mettermi per essere all'altezza di questa famiglia. Sicuramente ciò che noi in Alabama consideriamo all'altezza, qua è possibile portarlo solo per andare fuori a correre. Ero in pieno panico e il clima mezzo estivo mezzo autunnal di settembre non stava aiutando. Alla fine scovai un top in macramè regalatomi dalla mia migliore amica e decisi di abbinarlo ad un kaftano con sfondo blu un paio di jeans e delle all star bianche alte. Lo so, non è dei migliori, soprattutto considerate le persone con cui avrei cenato, ma era allo stesso tempo comodo e questo era un punto a mio vantaggio.

loving ME➳Matthew Espinosa-Brooklyn BeckhamDove le storie prendono vita. Scoprilo ora