Capitolo 51 - Dubbi

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"2 maggio
Caro Aiden. Lentamente questo quaderno si sta riempiendo. I miei e i tuoi pensieri, le nostre esperienze comuni perché sulla stessa carta. E l'inchiostro che le lega è un qualcosa che va aldilà del semplice tratto di penna.
E ne sono felice, non fraintendermi. Per mesi ti ho visto, ho osservato la tua vita avvitarsi su se stessa e in ogni istante chiedermi: "Sarà questo il momento giusto?", "avrà mai bisogno di me?".
E lo so che può sembrare un discorso patetico e a tratti inquietante, lo capisco benissimo. Ma non te lo farei se non fossi certa che tu capirai.
Ti ho osservato cambiare come dal giorno alla notte, o meglio viceversa. Non ho voluto aggiungere pensieri su problemi. Perché so che in questo momento per te ciò che di positivo posso darti è solo un minimo risarcimento delle pene che ti faccio patire.
Ti ho visto anche oggi, come più o meno tutti i giorni. E non so se sono state le tue lettere a convincermi, i tuoi racconti di un Aiden diverso, migliore, ritrovato ad avere su di me un effetto placebo e guardare con occhi diversi una persona diversa.
Ma lo sei. Sei diverso.
Come cammini, come sorridi, come guardi le altre persone. Mi piace quando tiri fuori dalla tasca il telefonino e gli dai un'occhiata distratta, mi piace quando arrivi nel parcheggio con quella moto che mi fa una paura tremenda, quando ti togli il casco, ti passi la mano tra i capelli e indossi gli occhiali da sole. O quando sei in aula, spesso distratto dai tuoi pensieri, quando giochi con la penna con cui scrivi i nostri messaggi.
E io dove sono?
Sempre qui. Nascosta dietro un quaderno, dietro a un tratto di penna, dietro una felpa. Nascosta come in tutti questi mesi, guardo indietro come tutta la mia vita.
E mi chiedo se sono davvero ciò che per mesi ho pensato di essere. Mi chiedo se davvero possa esserti d'aiuto, se davvero sono il meglio per te.
Sai, i segreti hanno la brutta abitudine di ingrandirsi. Rimangono dentro di te così tanto e così a fondo da crescere, da riempirti e arriva un bel giorno in cui non ti riconosci più, in cui ti guardi allo specchio e non vedi te ma il segreto che sei diventata.
Penso a quale W ti mostrerei oggi se uscissi allo scoperto. Penso alla tua reazione, a cui ho pensato così a lungo da rimanere sicuramente delusa. Penso a quello che vedresti, una persona che non si piace, che odia ciò che è diventata, che sperava che tutto questo casino potesse indicarle la strada.
E non è gelosia te lo giuro. Sono felice e piena di orgoglio per tutto quello che stai provando a fare ma mi sento indegna di prenderne anche solo un pizzico di quel merito.
Ed è esattamente questo pensiero che ha innescato in me, come in un domino, una serie di altre cadute.
Mi chiedo se sia giusto dirtelo, se chiederti aiuto non sia caricarti di un ulteriore peso.
In fondo ho sbagliato tante volte nella vita la più recente delle quali è stato chiederti di cercarmi. Ah no... forse in baciarti. O forse...
Poco importa. Quello che è fatto è fatto.
Ora so cosa prova un criminale che inconsciamente fa di tutto per essere beccato. È il senso di colpa, il senso di colpa per la paura di scegliere, di mostrarsi, il senso di colpa di pensare anche solo per un istante che se tu mi trovassi ne sarei felice perché avresti posto fine ad una scelta che io non so prendere.
Ho perso il conto di quante volte ti ho chiesto di perdonarmi e tu sei stato il ragazzo più comprensivo e affettuoso che abbia mai conosciuto. Ti chiedo scusa anche per questo sfogo.
Sarà il periodo, questo caldo opprimente, sarai tu da cui non riesco non staccarmi.
Sarai tu.
Sei sempre tu.
W. "

© Giulio Cerruti (The_last_romantic)

Angolo dell'autore:

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