Forte, stretto. Le mie mani ferite tremano a mezz'aria.
Il tempo dilata il suo essere e mi perdo nella pressione che mi avvolge. Il suo orecchio premuto contro il mio cuore che, la corsa e l'essere qui, fanno agitare al ritmo dei miei pensieri. Di tanto in tanto nel buio in cui siamo avvolti qualche altra coppia ci urta e ad ogni urto lei si stringe più forte a me.
<< W? >>
La sua testa si muove lentamente sul mio petto. Annuisce.
Mi chiedo quale sconosciuta a farebbe tutto ciò. Mi rispondo di no, mi rispondo di conoscerla.
Lentamente poso le mani sui suoi fianchi.
Un sussulto.
So di avere poco tempo. So che questa è soltanto una parentesi e che i tre minuti della canzone già si sono dimezzati.
<< W? >> le chiedo nuovamente.
La prima parola che sento pronunciare con la sua vera voce è il mio nome.
<< Aiden... >> sussurra.
Talmente flebile da non riuscire a comprendere se mi sia o meno familiare.
Un tono dolce, però. Una voce che mi racconta cose che ancora devo sapere. Di tutte le domande che mi affollano la testa, l'emozione se ne fa sfuggire soltanto una.
<< Perché? >>
Non: "chi sei?", non: "come fai a conoscermi?" .
Secondi interminabili prima di una risposta.
<< Perché non ci è permesso altro. >>
L'ultima strofa prima del ritornello finale.
<< Solo il tuo vero nome... >> prego.
Le mie mani non si sono mosse dagli stretti fianchi. Le sue invece percorrono come brividi, salendo lunga la schiena, affondando le dita nei miei muscoli.
<< Ti prego... perdonami! >>
Continuo a non comprendere. Continuo a sentirmi perso. La sua voce continua ad echeggiare dentro di me, scavando a fondo in un passato che non so neanche se sia ancora presente.
Abbasso la testa per avvicinare le mie parole a lei.
<< Di cosa dovrei perdonarti? >>
Le sue mani salgono ancora sulle mie spalle, ancora più su. Le dita tra i miei capelli.
<< Perdonami per tutto... Perdonami anche per questo! >>
I miei occhi cominciano abituarsi a questa fioca luce. Intravedo un movimento. L'orecchio si stacca dal mio petto.
La perdo per un istante. La ritrovo tra le mie labbra.
La ritrovo nel suo sapore dolce, la ritrovo nella sua bocca carnosa e nelle sue labbra che, tremanti, avvolgono le mie.
Nonostante i miei occhi si stiano abituando decido di chiuderli, di godermi gli ultimi venti secondi di parte strumentale della canzone mentre il mondo, già minimo, sparisce attorno a noi.
Scivola in me come acqua implacabile. Lava via ogni possibile barriera, annullando ciò che sono, ricordandomi ciò che ero. Un mare che avevo dimenticato, un sogno che avevo scordato.
Non trema più. Forse ero io.
Immerso, mi lascio trasportare. Non siamo qui, non siamo noi, chiunque siamo stati.
Il suo essere si perde nel mio. Il suo respiro si mescola al mio. Sincronizzati, i battiti del cuore suonano nelle nostre labbra. Potenti, prendono il posto della musica.
Credo di essere io adesso a stringerla a me.
Forse troppo.
Mi ricordo le ferite, il sangue e il dolore. Un istante mentre ci sciogliamo da quell'abbraccio immenso e totale.
Cinque secondi ancora di canzone.
Apro gli occhi.
La sua bocca ora è scivolata vicino al mio orecchio ed io accanto al suo collo.
Profuma di mare e fiori freschi.
Prego perché mi dica anche solo un'ultima cosa. Prego perché la sua voce si imprima dentro di me e dia suono alle lettere scritte.
Un'ultima parola.
<< Cercami. >>
La musica finisce. La luce tarda a tornare, come la mia coscienza, persa in quel dormiveglia che credeva fosse un sogno. Qualcosa che si conferma quando la luce elettrica inonda nuovamente la sala, abbagliando tutti i presenti, che con un gemito si coprono gli occhi.
Solo aria rimane tra le mie braccia mentre, immobile, fisso le mie scarpe piene di terra ed il mio cuore pieno di lei.© Giulio Cerruti (The_last_romantic)
Angolo dell'autore:
Lasciate anche solo una stella per coronare i miei sforzi o, se vi va, commentate consigliandomi costruttivamente come dovrebbe continuare o eventuali modifiche in modo da potervi offrire scritti sempre migliori. Grazie infinite a tutti!
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Confessioni Di Un Badboy | Completa | Prima stesura
Novela JuvenilL'aria è fresca qui in California. Mi guardo attorno senza riconoscere nulla. Dio, com'è bello! Niente New York, niente famiglia, niente passato, qualche segreto. Cazzo. Mi siedo sul cofano e accendo una sigaretta. Solo lei, una macchina e i miei...