« Aiden! Aspetta! »
Non voglio. Non voglio nulla da lei. Neppure sentirla. Neppure darle una minima possibilità.
Aiden che ti è preso? A New York non lo avresti mai permesso. A New York non avresti abbassato la guardia. E invece ti sei impigrito, ti sei rammollito immerso fino al collo in questa melma nella quale ti sei cacciato. E due anime si combattono in me: quella più critica che mi mostra solamente il marcio di questo posto e quella più logica che mi ricorda il marcio che ho lasciato alle spalle.
Mi sento come un funambolo, in bilico su una corda sottile e logora, indeciso se sia meglio cadere a destra o a sinistra ma in fondo consapevole che senza una scelta la corda comunque, prima o poi, si romperà ed io cadrò nel mezzo.
« Ehi! Aspetta! »
E quei palliativi che uso, donne, alcool, non sono ali che mi salveranno dal baratro. Anzi.
Lo so.
Come so che un fulmine non cade mai due volte nello stesso punto ed i miracoli, in questo mondo sono rari. Figuriamoci a ripetersi.
Penso all'ultima volta che mi sono salvato... che mi hanno salvato. Solo temporaneamente.
"Meglio aver amato e perduto che non aver amato mai" scriveva Alfredo Tennyson. Non so se sia vero. So solo che sotto la cenere che il tempo ha creato, quel fuoco continua a bruciare.
E fa male.
Perchè è un ombra su di me. Incollata, cementata alle scarpe che non smette di esistere anche quando le giornate sembrano più luminose.
Un po' come tutto nella mia vita.
Ironico.
« Aiden! Cavolo! Aspetta! »
« Che vuoi Francesca? »
« Chiamami Fran ti prego! Solo i miei quando sono incazzati mi chiamano Francesca. »
« Cosa vuoi... Francesca? »
« Solo parlare! Conoscerci magari! Ricominciare da capo! »
« Tu non sai. »
« Cosa dovrei sapere? »
Possibile non sappia di EJ? Dovrebbe sapere del nuovo compagno di stanza del ragazzo! Cazzo sono passati cinque giorni. Non mi convince.
Ma sono convinto di una cosa. Le donne vanno maneggiate il meno possibile e con la massima cura. Come la TNT o il plutonio.
Per questo non mi fido. E continuare a parlare con lei significa giocare alla roulette russa con tutti i colpi in canna.
« Niente Fran. Lascia stare. »
« Ma cos'hai? È per quella lì? Per Mair? »
« Lei non è nessuno. » la proteggo. « E tu non sai di cosa stai parlando! »
« Allora spiegamelo! »
« Pensavo lo sapessi già! »
« Cosa dovrei sapere? »
Se solo questa domanda avesse sempre una risposta.
« Senti non voglio ferire nessuno ok? »
« Tipo chi? »
« È per il tuo ragazzo! Va bene? »
«Non pensavo fossi uno che si fa di questi problemi... » mi spiazza.
Già, l'ho sempre pensato anch'io. Ma questo posto è veleno ed anche la gente che lo abita. Non ho resistito neppure una settimana. Altri casini, altri disastri.
Spero solo che stavolta non crepi nessuno.
E di nuovo devo decidere dove cadere o meglio, chi portare affondo con me. Ho paura che se mi allontanassi Fran penserebbe sia per colpa di Meir rendendole la vita un inferno. Al contrario tradirei consapevolmente la fiducia di EJ più di quanto non abbia già fatto.
« Allora mi spieghi cosa c'entra EJ in tutto ciò? Se non mi faccio problemi io non vedo perché debba essere tu a farteli. » mi incalza.
Ed i suoi occhi sono un conto alla rovescia per decidere a chi dei due tengo di più.
Di certo non tengo a me stesso.
« Hai ragione tu... » le rispondo infine
« Lo so! » mi dice con un nuovo sorriso comparso sul suo viso. « Che ne pensi se nel pomeriggio ci facciamo un bel giro con la tua macchina? »
Scacco matto Aiden. Sei fottuto.
« Va bene... »© Giulio Cerruti (The_last_romantic)
Angolo dell'autore:
Lasciate anche solo una stella per coronare i miei sforzi o, se vi va, commentate consigliandomi costruttivamente come dovrebbe continuare o eventuali modifiche in modo da potervi offrire scritti sempre migliori. Grazie infinite a tutti!
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Confessioni Di Un Badboy | Completa | Prima stesura
Teen FictionL'aria è fresca qui in California. Mi guardo attorno senza riconoscere nulla. Dio, com'è bello! Niente New York, niente famiglia, niente passato, qualche segreto. Cazzo. Mi siedo sul cofano e accendo una sigaretta. Solo lei, una macchina e i miei...