Capitolo 2 - Sesso e college

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CAPITOLO NON ADATTO AI MINORI
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Però devo ammettere che è brava. Come mi guarda, come si muove, come ansima.
È sotto di me.
Le sue mani mi accarezzano il viso, il petto, le spalle ma presto le sue unghie mi graffiano a fondo la schiena.
La sento gemere.
Sottovoce, forse per timidezza.
Poi sempre più forte. Gemiti sempre più ravvicinati. E mi chiedo se non stia già  finendo.
Non ha niente di trasgressivo tutto questo, niente di estremo. In fondo è sempre e solo la prima.
Qualcosa mi dice anche l'ultima volta con lei.
Saranno passati circa cinque o dieci minuti. In realtà non so da dove iniziare a conteggiare.
«Ti prego non fermarti!»
Rallento.
Non perché mi piaccia particolarmente e voglio farla durare e neanche perché poi mi vada cosi tanto di farla godere di più. Solo per il semplice motivo che una donna che mi dica quello che devo fare deve ancora nascere.
Sento il suo disappunto che sembra essere l'unica cosa che ci accomuna. Quasi in una gara a chi dei due è più egoista. Qualcosa in cui ho gioco facile.
La faccio voltare.
Sembra piacerle l'idea e questa cosa mi irrita ancora di più.
È fortunata ad essere la prima. Fortunata che io debba ripartire da zero per farmi un nome in questo college il che significa anche "farmi", per così dire, ragazze di questo tipo.
Fran, Frances o Francesca. Non ricordo nemmeno come si chiami. Tutto ciò che so è che tutto questo le piace molto.
In fondo non ha una brutta schiena.
In teoria sarebbe la mia tutor, la mia referente o qualcosa del genere. Non so bene che differenza ci sia. So solo che mi si è parata davanti appena messo piede al campus dicendomi che era stata assegnata a me per farmi da guida tra le strutture.
«Dio come sei bravo!»
Geme mentre i miei polpastrelli affondano nei tuoi fianchi. La sento aggrapparsi a me con tutta se stessa.
In fondo le avevo solo offerto una birra al pub del campus. Le ho parlato un po' di me, giusto quel poco per farle abbassare le difese, qualche mio finto rimpianto per entrare in empatia ed un pizzico di compassione per stuzzicare il suo istinto protettivo ed eccoci qua.
Ma in realtà se dovessi dire come siamo arrivati fisicamente a questo... non lo so. Sarà che da subito ho capito che l'alcol lo regge poco e dopo la seconda birra ha iniziato a parlare del suo ragazzo, di quanto le voglia controllare la vita e di quanto neppure cambiare corsi sia servito ad avere un po' di spazio per respirare.
Veloce.
Sempre più veloce. Per fortuna la sua compagna di stanza non c'è ma di sicuro i vicini di dormitorio staranno sentendo tutto.
Con una mano mi afferra la coscia per impedirmi di andare via.
Mi vuole. Vuole tutto di me mentre un  poco di lei cade sul lenzuolo.
«Vengo!»
Urla facendo vibrare il portapenne sulla scrivania.
Con uno spasmo dà un colpo al comodino che, cadendo, frantuma la lampada appoggiata sopra.
I suoi denti affondano nel cuscino che ha stretto fino ad ora in mano , ma ciò  non le impedisce di continuare ad urlare e vibrare in preda alle fitte. Arriva a me con onde in cui umori si mescolano a contrazioni che mi spingono a continuare.
Ancora e ancora. Più  veloce e forte di prima. I suoi spasmi non sono ancora finiti.
Ma io non posso aspettare.
Lo stesso piacere prende anche me. Ora è lei a sentirmi distintamente. Quattro o cinque spasmi.
Come la marea raggiungiamo il picco... prima di crollare.
È ancora voltata.
Non ho tempo di riprendermi. Per fortuna non mi ha dato neppure il tempo di svestirmi.
Mi riallaccio i pantaloni. Mi infilo la maglietta.
«È stato un piacere Frances, ci vediamo in giro!»
«Cosa? Io mi chiam...»
Ma io sono già  nel corridoio. Il tonfo della porta della stanza alle mie spalle copre qualsiasi informazione non richiesta possa aver detto. Addio Fran, Frances o in qualunque  modo tu ti possa chiamare.
Dio, adoro il college.

© Giulio Cerruti (The_last_romantic)

Angolo dell'autore:

Lasciate anche solo una stella per coronare i miei sforzi o, se vi va, commentate consigliandomi costruttivamente come dovrebbe continuare o eventuali modifiche in modo da potervi offrire scritti sempre migliori. Grazie infinite a tutti!

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