Fermo

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L'acqua mi scivola gelida lungo la schiena, riportandomi in uno stato quasi accettabile.

Avrei tanto voluto sparire, sotterrarmi da qualche parte e cancellare tutto quello che Katsuki aveva riportato a galla, ma non potevo andarmene, non senza aver completato la missione.

Cerco di rialzarmi, ma i miei arti sembrano essere stati sostituiti con delle spranghe di ferro, allora cerco di usare il quirk per rimettermi in piedi, ma anche questo non funziona, il mio stato mentale non me lo consente.

Non mi resta che aspettare, mentre i brividi per l'acqua ghiacciata mi fanno tremare come un cazzo di vibratore.

«Basta.» sussurro cercando di darmi forza almeno su di un braccio, quel tanto per chiudere l'acqua.

Il freddo mi sta facendo tornare la lucidità, però allo stesso tempo il mio corpo già provato, si sta sfiancando sempre di più.

Con un gesto che mi ha richiesto uno sforzo sovrumano, riesco a spegnere il getto dell'acqua, poi la temperatura del mio corpo tornerà normale. Spero che non ci voglia molto tempo.

Un flash fa tornare in me l'urgenza di riassestarmi, i pensieri dei miei compagni di classe si fanno secondo dopo secondo sempre più forti, segno che si stanno avvicinando agli spogliatoi.

Provo ad attivare di nuovo il quirk, in modo da riportarmi appresso la maglietta sbrindellata e macchiata di sangue e grazie ad un miracolo, ci riesco.

Faccio appena in tempo a nasconderla nel mio armadietto, che le prime voci varcano la porta dello spogliatoio.

C'è un solo problema, io sono ancora steso a terra con i brividi e i segni che mi sono inflitto da solo, oltre a quelli visibili degli esperimenti sulla schiena.

«Midorya, tutto bene?» sento la voce di Shinsou che mi richiama sottovoce.

Non avrei mai voluto che mi vedessero in queste condizioni, ma sono grato che almeno sia stato lui e non Kacchan a trovarmi.

Sollevo leggermente il capo e gli invio un mio pensiero: "Non voglio che mi veda così, portami via."

lo vedo guardarsi in torno alla ricerca della fonte della voce nella sua testa, ma quando i suoi occhi incrociano di nuovo i miei, capisce cosa sia successo e senza un minimo di esitazione si china in avanti, prendendomi in braccio dopo avermi avvolto intono alle spalle la sua giacchetta della divisa.

Riesce a portarmi fuori dallo spogliatoio senza che Kastuki si accorga di noi, ma alcune occhiate degli altri compagni di classe ci raggiungono, insieme ai loro pensieri.

"Cos'è successo? Sta bene?"

"Sapevo che il suo quirk era troppo forte, non può non avere effetti collaterali."

«Si è fatto male durante lo scontro?"

"Non gli avrà fatto male Bakugo?"

I vari pensieri arrivarono al cervello come delle pugnalate.

Ma quello più forte di tutti fu quello che si chiedeva se non fosse stata colpa di Kacchan.

«Lo sapevo che non era cambiato.» sussurrai attirando l'attenzione dell'altro ragazzo.

"Cosa ti ha mai fatto per farsi odiare così?"

Sapevo che quel pensiero non era fatto per essere espresso, ma come il mio solito, la mia boccaccia non poteva non aprirsi.

«Sei curioso Hitoshi-kun e comunque se vuoi sapere quello che mi ha fatto, dovresti chiederlo a lui. Io non ho più la voglia o la forza di rivangare certi ricordi.» sussurrò facendogli rallentare il passo.

"Anche se glielo chiedessi, lui non parlerebbe. Forse l'unico è Kirishima..."

I suoi pensieri cominciarono a diramarsi in varie strade e molte portavano al ragazzo dai capelli gialli di nome Kaminari.

Varie immagini di lui con varie espressioni, passarono per la mente del violetto, facendomi sorridere per davvero.

«Deve piacerti molto se pensi a lui con tale intensità.» la porta dell'infermeria davanti a noi.

Con un movimento di bacino riuscii a scendere dalle braccia di Hitoshi, anche se per un attimo le gambe rischiarono di cedermi, appena posai i piedi a terra.

Lo lasciai dietro di me con mille pensieri, mentre io varcavo la porta con l'intento di farmi medicare gli sfregi che mi ero fatto.

KanashīDove le storie prendono vita. Scoprilo ora