La camera che mi hanno concesso è piccola, ma abbastanza spaziosa per tenerci dentro un po' delle mie cose.
Non ho più la mia vecchia ossessione per l'eroe numero uno All-Might, i gadget che adesso occupano la mia stanza sono principalmente kit per la cura delle armi che ho scoperto adorare grazie alla ragazza che si è unita a Shigaraki e al signore.
Metto i coltelli che mi ha regalato in ordine sulla scrivania con l'intento di pulirli, quando sento bussare alla porta con forza.
Alzo gli occhi al cielo al solo pensiero di essere disturbato anche nel mio spazio privato.
«Chi è?» domando alzandomi e dirigendomi alla porta.
«Midorya-kun, sono Uraraka, sono venuta a chiamarti per la cena.» mi dice con una vocetta acuta che mi provoca un moto di disgusto, ma che sono costretto a celare appena apro la porta.
«Oh, salve Uraraka-san, grazie per avermi avvisato, mi cambio e arrivo subito.» dico aprendo la porta e rivolgendole un sorriso smagliante.
Cazzo, l'ho inquietata, penso leggendole la mente e cercando di addolcire il mio sguardo.
Per fortuna i suoi pensieri si spostano su quanto mi trovi attraente e altre cose poco caste, ma smetto di ascoltare appena le chiudo la porta in faccia, pronto a cambiarmi prima di scendere al piano di sotto.
Frugo nel mio armadio, ma mi rendo subito conto che non ho portato con me molti vestiti comodi da poter usare in presenza dei miei compagni, principalmente mi sono portato dietro delle camicie bianche e i miei bellissimi pantaloni gessati che compongono la mia "divisa£ da villain.
Frugando con più sforzo, riesco a trovare dei jeans neri che non sono miei, credo di averli presi al ragazzo nuovo al covo.
M'immagino la sua faccia alla scoperta che mi sono portato via della sua roba.
Avrà di sicuro incendiato qualcosa.
Pensare a loro, anche a quello psicopatico di Tomura, mi fa sentire la loro mancanza e il non poterli contattare per un mese intero, so che mi farà uscire di testa.
Sono ancora motivato a conservare la mia sanità mentale, almeno fino alla fine della missione,ma sarà più difficile di quanto avessi preventivato.
Mi metto una delle camicie bianche e la infilo dentro i jeans strappati di Dabi.
Avviandomi alla porta, lancio un'occhiata al mio aspetto e mi faccio ribrezzo da solo.
I capelli sono tutti arruffati perché dopo la "doccia" non li ho pettinati come al solito e adesso hanno preso la forma di un broccolo, come dice sempre Toga-chan.
Prendo uno degli elastici per i capelli che mi sono portato dietro e mi faccio una crocchia alta, insegnamento anche questo della biondina amante dei coltelli.
Per gli occhi non posso farci nulla, dopo gli esperimenti per aiutarmi a controllare il quirk, hanno preso questo colore così inquietante, ma almeno non sono l'unico ad avere gli occhi scompagnati.
Ho visto che c'è anche un altro ragazzo, ma lui ne ha uno per colore.
Il suo occhio sinistro mi ricorda molto qualcosa, ma scaccio subito il pensiero, sapendo già di essere in ritardo per la cena.
Non vorrei scendere e passare il mio prezioso tempo libero con quei cazzoni che mi ritrovo come compagni di classe, ma so che anche questo fa parte della missione, quindi cercando di mettere su il sorriso più convincente che riesco, scendo verso la cucina, dove il resto della classe mi sta aspettando.
Noto subito che manca una persona all'appello, ma questo non fa altro che rendermi più contento.
«Come ti sembra la Yuei, Midorya-kun?» mi domanda una ragazza dai capelli neri legati in una coda alta, mentre mi porge una tazza di té.
«È così grande che mi ci potrei perdere, grazie.» le dico afferrando la tazza con la forza del pensiero e prendendola in mano una volta a portata di mano.
«Hai un quirk molto forte.» si intromette una ragazza tutta rosa facendomi un sorriso a trentadue denti.
Se continua così gli si spaccherà la faccia, penso portandomi la tazza alla bocca.
«Ho due quirk in realtà.» rispondo mettendomi comodo su uno dei divani della grande sala in comune.
Il silenzio di tomba aleggia nella stanza, annullato dai loro pensieri che mi arrivano tutti insieme come una palla di cannone mentale.
«Potete anche pensare più piano però. Ii vostri pensieri sono un po' rumorosi.» dico alla fine posando la tazza sul bracciolo del divano e massaggiandomi il ponte del naso, punto in cui di solito mi parte il mal di testa a forza di usare la lettura della mente.
Un imprecazione sfugge dalle labbra di tutti, soprattutto dalle ragazze, adesso che si sono rese conto dei loro pensieri perversi manifestati nell'arco di tutta la giornata.
Un sorrisetto mi sfugge, ma è nascosto dalla mano che ho ancora davanti al volto.
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Kanashī
FanficQuesta storia è presa da uno delle mie One-shot che mi sono state cancellate. Izuku viene bullizzato tutti i giorni, mentre a casa cancella quel dolore infliggendosene altro. ma tutto questo dolore è destinato a fermarsi. Cosa succederà a Izuku? Vio...