Ultimo passo

113 16 1
                                    



Nello stesso momento in cui il quirk di Aizawa aveva annullato quelli del villain, una schiera di eroi si era radunata intorno a loro come una gigantesca onda.

Ectoplasm, uno degli altri professori della Yuei e il più vicino al villain, riversò le sue copie verso il criminale, che provò a ribellarsi con tutte le sue forze.

Ma una strana mano invisibile gli stava impedendo di compiere alcun movimento.

Izuku che ancora disteso nell'auto da cui Dabi, Tomura e gli altri erano arrivati, aveva attivato con le sue ultime forze la telecinesi e stava tenendo immobile All For One che imprecava a più non posso. Un chiaro intento che alla fine il più grande villain di tutti i tempi era stato sconfitto.

«Izuku?» lo richiamò Katsuki mettendosi davanti a lui, «Fermati, rischi di farti del male.»

«Devo tenerlo fermo o potrebbe fare cose ancor peggiori se non lo arrestiamo immediatamente.» disse con un sussurro il verdino che lanciava occhiate significative ai suoi compagni.

Dabi e Tomura, notando l'occhiata del più piccolo si avvicinarono di soppiatto dietro agli eroi che stavano ammanettando il villain che continuava a ridere sguaiatamente.

«Non questa volta.» disse Dabi in un chiaro riferimento al fatto che in passato All For One era già riuscito a scappare dagli eroi e protese la mano che si andò a schiantare contro la maschera del più grande, mandandola in pezzi, rivelando un volto a cui mancava la parte superiore.

Gli occhi e il naso mancavano, sostituiti da un'unica enorme cicatrice che rendeva l'aspetto del villain grottesco e spaventoso.

Ma l'opera di Dabi non era ancora conclusa e attivò il quirk dando così fuoco al più spaventoso villain di tutti i tempi.

Izuku sorrise nel sentire le grida strazianti del mostro che lo aveva soggiogato, ma più il tempo passava e meno sembrava che All For One fosse vicino alla morte.

Tomura, spazientito dall'attesa, si tolse il guanto che gli impediva l'utilizzo del quirk e poso la mano sulla schiena di colui che in principio lo aveva salvato, ma che alla fine si era rivelato un aguzzino.

Con il quirk dell'albino, All For One non ebbe scampo e si tramutò in polvere sotto gli occhi sbalorditi di tutti gli eroi che non si mossero per timore alla vista del volto del maggiore.

Quando del villain non rimase altro che il nulla, le voci nella mente di Izuku si spensero e uno strano peso si diffuse nel suo petto, segno che quello che i quirk donategli, fossero spariti da lui.

E con un sorriso sincero che per la prima volta dopo molto tempo aveva di nuovo preso posto sul suo volto, chiuse gli occhi, immergendosi in quell'oscurità di cui una volta aveva avuto paura, ma che in quel momento gli sembrava casa sua.

«Deve essere stato un viaggio lungo, ma adesso sei di nuovo davanti a me.» disse una voce nell'oscurità.

Izuku che si era trovato di nuovo in quella distesa di sangue che sapeva comporre la sua follia, non disse nulla, si voltò semplicemente verso la fonte della voce e trovandosi davanti una versione più giovane di sé stesso che lo guardava con occhi pieni di rimpianto.

«Sei stato bravo a resistermi, ma ora è tempo per me di scomparire. Lui non c'è più e tu non hai più bisogno di me per andare avanti.» continuò il suo sé più piccolo, una sua strana versione ai tempi delle medie, con quella divisa nera con il collo alla coreana e gli occhi tristi.

«Non impazzirò più? Veramente?» domandò Izuku avvicinandosi al più piccolo.

«No. Era colpa della sua influenza se io mi sono manifestato, ma da oggi sei libero. Sono felice che non hai ceduto a me, anche se ci sono stati momenti...» ma non terminò la frase, una strana onda fatta di sangue prese forma in lontananza, prendendo ad ogni secondo sempre più velocità.

Quando li travolse, il sorriso era tornato negli occhi di entrambi.

Izuku aveva un forte mal di testa che lo aveva destato da quel sogno che per un secondo gli era sembrato così reale e in un certo senso lo era stato.

I suoi occhi presero a sbattere forsennatamente alla luce accecante che aveva invaso la stanza in cui stava riposando.

Cosa che aumentò ancora di più il mal di testa.

«Scusa, adesso chiudo le tende.» disse una voce che richiamò l'attenzione del verdino.

Una zazzera di capelli biondi appuntiti entrò nel suo campo visivo, anche se ci mise un po' a mettere a fuoco quella figura.

«Kacchan?» chiese notando gli occhi rossi colmi di lacrime.

Uno schiaffo colpì la guancia del più piccolo e subito dopo un paio di braccia si strinsero attorno al suo collo mentre le lacrime del biondo cadevano incessanti sulla camicia ospedaliera.

«Sei un maledettissimo stronzo.» gridò il maggiore con la voce soffocata dai singhiozzi, «LA prossima volta che ti allontani da me, ti uccido.»

«Tranquillo Kacchan.» rispose Izuku sollevando un braccio e posandolo tra i capelli del biondo, «Non ti lascerò mai più. Te lo avevo promesso.»

KanashīDove le storie prendono vita. Scoprilo ora