Trentunesimo passo

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Katsuki si addormentò poco dopo con gli occhi gonfi dopo il pianto che lo aveva sorpreso dopo le mie parole.

Mi alzai cercando di fare meno rumore possibile e uscii dalla stanza con il bisogno di un bicchiere d'acqua e di qualcosa che mi permettesse di schiarirmi la mente, il subbuglio che le parole del biondo mi avevano scatenato, mi aveva fatto partire un leggero mal di testa, ma che se non avessi fermato subito avrebbero riattivato il quirk del signore.

Con foga cercai un antidolorifico in quell'appartamento che avevo preso in affitto con i soldi che avevo guadagnato per conto mio con le missioni che avevo compiuto ai tempi del mio addestramento.

Lo inghiottii ancora prima di prendere l'acqua, stanco di tutto quello che mi circondava.

«Lo ami veramente?» la voce di Dabi mi arrivò alle spalle.

Non mi stupii della sua presenza, in un certo senso pensavo che mi avesse attaccato addosso una qualche ricetrasmittente perché ogni volta che avevo qualcosa che non andava, lui lo sapevo sempre.

«Perché mi stai facendo questa domanda? Potrei chiederti la stessa cosa riguardo Tomura.» risposi io facendo il vago.

«Cucciolo perché rispondi sempre alle mie domande con altre domande? È frustrante alle volte.» disse sbuffando.

«E tu invece eludi le mie con dei rimproveri. Anche se sono ancora un ragazzino in confronto a te, questo non vuol dire che non gestire i miei problemi.» e nel dirlo mi feci avanti con un'espressione dura in volta, cosa che lo fece sospirare frustrato.

«Voglio solo che tu sia felice e che poi tu non abbia rimpianti per quello che farai.» e mi avvolse in un abbraccio che mi lasciò senza fiato.

«È troppo tardi per non avere rimpianti. Li ho da quel giorno in cui mi sono buttato.» dissi abbracciandolo stretto a mia volta, ma solo per un secondo.

«Avrei voluto conoscerti prima, magari sarei...» provò a dire il corvino, ma alzai una mano per fermarlo.

«Con i se e con i ma non si campa, non nel nostro mondo. Dobbiamo essere risoluti e una volta che tutto questo sarà finito...solo allora potremmo lasciarci prendere dai rimpianti.» e me ne andai lasciandolo lì mentre me ne tornavo nella camera che condividevo con Katsuki.

«Izuku?» mi richiamò il biondo una volta che richiusi la porta alle mie spalle, pronto per tornare a sdraiarmi accanto a lui.

«Sono qui Kacchan, avevo solo sete.» dissi appoggiando il capo sul suo petto.

Il suo cuore batteva furioso, cosa che mi fece per un secondo sorridere, ma non durò molto.

"Chissà se sopravviverò una volta che sarò al cospetto del signore? Devo fare in modo di andare da lui da solo. Non posso permettere a Kacchan di essere presente, potrebbe usarlo contro di me." pensai facendo scorrere la mano sul busto del biondo.

«Izu a cosa stai pensando?» mi domandò facendo scivolare la mano tra i miei capelli.

«Niente d'importante, stavo pensando a che strategia usare nel caso lo riuscissimo a prendere.» e nel dirlo mi sollevai per poterlo guardare dritto negli occhi.

«Ti amo.» disse sollevandosi quel tanto affinché le nostre labbra si potessero sfiorare.

Un lampo mi passò per la mente e seguendo il mio istinto, mi misi su di lui a cavalcioni, approfondendo quel bacio che mi aveva risvegliato.

Le sue mani presero a sfiorarmi il corpo con una cura che non credevo potesse possedere.

«Kacchan.» bisbigliai spostando le mie labbra dalle sue verso il suo collo, la sua clavicola, il suo sterno per poi tornare su e ripetere tutto da capo, mentre il resto del mio corpo strusciava addosso al suo .

«Ti prego.» sussurrò tra un gemito e l'altro mentre lasciavo sul suo corpo i segni dei denti e delle unghie.

«Voglio darti tutto. Tu lo vuoi?» chiesi sollevandomi e facendo sentire al biondo l'erezione che mi si era formata dentro i pantaloni.

«Sicuro? Sicuro che vuoi me?» domandò a sua volta sollevandosi a sua volta e baciandomi il petto, ad ogni bacio corrispondeva un marchio violaceo.

«Sì. Per favore, fammi tuo.» ansimai sotto il suo assalto.

Mi prese il volto tra le mani e mi baciò di nuovo, spingendo in modo repentino la lingua dentro la mia bocca alla ricerca della mia, coinvolgendola in una lotta che mi fece venire la pelle d'oca.

KanashīDove le storie prendono vita. Scoprilo ora