30. Ritorno a Casa Black

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È notte fonda. Il vento fuori dalle mura del castello sta soffiando come mai prima, inoltre piove. Sembra infuriato, in sintonia con il difficile periodo che stiamo affrontando. Ora siamo nell'ufficio di Silente con la professoressa McGranitt alle spalle, con un'espressione spaventata e preoccupata allo stesso tempo dipinta in volto. Tutto questo si accentua se provo anche solo per un secondo a leggerle i pensieri, sono così cupi e tristi. Vorrei tanto porgli fine perché mi dispiace darle questo dolore, ma non posso. O meglio, non saprei come fare dal momento che non so nemmeno controllare i miei poteri di lettura del pensiero a momenti."Sarà sempre con te e...a volte potrebbe ritorcerti contro." Mi aveva detto Silente. Rabbrividisco.
Comunque, siamo qui perché mio fratello ha avuto l'ennesimo incubo stanotte, suda ancora freddo e la mia cicatrice non smette di bruciare, come la sua del resto. Dal dolore, prima, ha gridato così forte dal terrore che ha svegliato pure me nonostante fossi stata dall'altra parte dei dormitori, la mia voglia continuava a bruciare ma ultimamente lo fa così spesso che subito neanche le ho dato retta. Alla fine però l'ho fatto perché non smetteva mai, quindi mi sono alzata e in corridoio ho incrociato Ron che dalla fretta non si accorse nemmeno di me. Tornò pochi minuti dopo con la McGranitt a seguito e pian piano portarono sia Harry che me qui. Siamo gemelli, se uno di noi sente qualcosa, nella maggior parte dei casi la sente. Lo stesso vale per le cicatrici impresse da Voldemort, sono collegate quindi se una scotta, l'altra la imita. Che simpatiche, sempre a bracchetto.

<<Dimmi...nel sogno, eri accanto alla vittima o guardavi la scena dall'alto?>> chiede Silente, che da quando siamo arrivati non fa altro che fare su e giù per il suo ufficio - viene spesso raffigurato così anche sulla mappa del Malandrino, dev'essere proprio un suo "vizio". È dall'inizio dell'anno che mio fratello vuole parlargli, ma ogni volta puntualmente lui lo ignora facendo finta che sia un Mister Nessuno. Come l'ultima volta, per esempio, in cui la Cooman per colpa della Umbridge stava per esser bandita da Hogwarts solo per non esser riuscita a predirle qualcosa quella mattina in cui è venuta in classe. Per fortuna alla fine Silente è intervenuto e l'ha rimessa al suo posto. Poi però se ne andato di fretta e fuori mentre Harry continuava a chiamarlo invano.
Quest'ultimo istintivamente mi stringe il polso <<Nessuna delle due, in realtà. Io...era come se... professore, mi dice cosa sta succedendo?>> ansima in risposta al professore che senza prestargli molta attenzione va verso un quadro alla sua destra. Uno dei tanti ritratti che arredano il suo ufficio, rappresenta un mago anziano avvolto in una veste rosso sangue. <<Everard, Arthur è di guardia stanotte. Fa che sia trovato dalle persone giuste.>> gli ordina gentilmente e lui se ne va senza discutere sparendo alla sua cornice. Harry mi lascia e fa un passo avanti <<Signore...>> chiama non ricevendo risposta nuovamente. Silente va da un altro dipinto un volto che ho visto una volta a casa di Sirius. <<Phineas, devi tornare nel tuo ritratto Grimmould Place. Avverti che Arthur Weasley è gravemente ferito e che i suoi figli lo raggiungeranno presto tramite passaporta.>> assegna un altro incarico e come prima, l'uomo dall'altra parte lo asseconda senza proteste. lancio un'occhiata a Ron, dietro di me. È triste, preoccupato, potrei quasi ipotizzare con certezza che sia in pensiero per il padre cosa che sarebbe più che naturale. Prego in silenzio che Everard torni presto portando buone notizie.

Passano pochi minuti e lui torna <<L'hanno trovato. C'è mancato poco ma se la caverà ancora una volta l'oscuro signore non se ne è impadronito.>> dice con un po' di fiatone, come se avesse fatto una corsa. Silente si ferma e poggia una mano alla fronte <<Ah, grazie al cielo.>>
<<Mi guardi! Mi ascolti! Per favore...>> interviene a questo punto Harry gridando, non ce la fa più a esser ignorato in questo modo e lo capisco. È strano questo comportamento da parte del preside nei suoi confronti. L'ha sempre assistito, protetto e stato a fianco. Perché ha smesso proprio ora che la faccenda sta seriamente peggiorando? Provo a cercare la risposta nella mente dell'uomo, ma non la trovo. Non riesco nemmeno ad entrare...come giusto che sia.
Respira affannosamente <<Che cosa mi sta succedendo?>> domanda un'altra volta sperando in una risposta che per un momento sembra arrivare, ma viene interrotta dall'entrata di Piton nella stanza <<Desiderava vedermi, preside?>> esordisce con il suo solito tono un po' inquietante. Silente lascia perdere Harry e si avvicina all'altro professore <<Ah Severus temo che non si possa più aspettare. Neanche fino a domattina, altrimenti saremmo tutti vulnerabili.>> detto questo l'altro si gira verso di noi e ci prende per il braccio senza alcuna spiegazione.

Vulnerable ||Ron Weasley||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora