Capitolo 56. Come la speranza.

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Albachiara, era stesa sul letto, sulle braccia e sul viso, i segni della furia assassina di Ciro.
Si era, risvegliata.

Era passata una settimana.

Non era il dolore fisico, a farle male, era quello legato al cuore.

Come aveva potuto trasformarsi dall'eroe, all'antagonista?
Come aveva potuto, professargli amore, per poi trattarla come se fosse sterco.

Ai piedi del letto, una simpatica infermiera, la stava osservando.
Si sedette accanto, con un piccolo sorriso in volto.

:<<Io sono Lea.>> disse accarezzandole, i capelli.
Albachiara, si allontanò come un cucciolo impaurito.

Lea, lo percepì, così in modo premuroso disse
:<<È tutto finito sei qui.
Non ti farà più del male.
Perché non lo denunci? >>
:<<Sono caduta, dalla moto.
Nessuno mi ha fatto del male. >> mentì Albachiara.

Lea, fece un sorriso amaro.
:<<Dicono tutte così.
Non è vero.
Coprite, gli aggressori, perché molto spesso, sono i vostri fidanzati, amanti, mariti o amici.
Eppure, stavi per perdere la vita e anche tua figlia, dovresti denunciarlo.>>

Albachiara, pensava di avere sentito male.
:<<Mia figlia, sta bene! >> disse in un lieve sorriso.
:<<È forte come te.
Non coprirlo, lo rifarà di nuovo. >> disse Lea, seria.
:<<Certo, che lo rifarà di nuovo.
Se una persona inesperta, guida la moto.
Si combina come me! >> mentì Albachiara.

Lea si convinsé, finalmente.

Albachiara, era brava a fingere che andasse tutto bene.
Denunciare, una persona come Ciro Ricci, era una barzelletta!
Avrebbe trovato il modo per uscire, non ne valeva la pena.

:<<Allora, il tuo fidanzato, è quel moretto dai riccioli neri? >> disse Lea, indicandolo attraverso la vetrata della sala d'aspetto.

Era CarloPer dirla tutta, era Carmine Di Salvo

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Era Carlo
Per dirla tutta, era Carmine Di Salvo.

Era seduto sulla sedie della sala d'aspetto, mentre spollicciava annoiato sul cellulare i social.

Poi i loro sguardi si incrociarono.
Albachiara, distolse lo sguardo.

Odiava, tutti coloro che avessero il membro maschile tra le gambe.
L'unico che amava, era suo padre.
Menomale, che sua figlia, era una femmina!

:<<No, è un conoscente.
Non farlo entrare, ti prego. >> disse Albachiara, con gli occhi lucidi.

Lea, aveva compreso il disagio, così non aveva insistito.

Albachiara, aveva paura di soggetti di sesso maschile.
Era rimasta, traumatizzata.
Per questo, avevano scelto un equpe femminile di medici.

𝑰𝒏𝒄𝒂𝒔𝒕𝒓𝒊 𝒊𝒎𝒑𝒓𝒆𝒗𝒆𝒅𝒊𝒃𝒊𝒍𝒊. 𝑪𝒊𝒓𝒐 𝑹𝒊𝒄𝒄𝒊.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora