Capitolo. 57. Connessione a fiamma gemella.

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Albachiara, aveva finto di dormire, così le infermiere si erano concedate un momento di riposo nel loro ufficio.

Albachiara, era scesa dal letto e aveva sollevato le tapparelle di quel grigio ospedale.

Il cielo, era nero, come gli occhi della persona che l'aveva amata per poi scaraventarla giù negli abissi più profondi del dolore.

Se chiudeva gli occhi, riusciva ancora a cogliere l'intensità delle sue iridi.
Quando la guardava con amore e non come se fosse un peso sull'anima.
Quando insieme, si perdevano nei loro respiri, nei loro corpi, nei loro tocchi, i baci che sembravano regarle l'eternità, le sue grandi mani che sembravano volessero proteggerla da questo mondo infame.

L'infame, era lui.

Stava iniziando a piovere.
Anche il cielo e gli elementi naturali, stavano entrando in connessione, con la sua anima, bucata.

Con la loro, anima.

Anche Ciro, nella stanza della Villa Ricci a Salerno, si era appoggiato al davanzale della finestra.
Con le occhiaie nere, i capelli ricci, ricci neri senza tutto quel gel, le labbra screpolate a causa della disidratazione e delle febbri dovute all'astinenza.
Gli occhi tristi e una leggera barba sulle guance, smunte.

Il cielo, era illuminato da fulmini e saette, creando un gioco di luci suggestivo e inquietante

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Il cielo, era illuminato da fulmini e saette, creando un gioco di luci suggestivo e inquietante.
Come la sua anima.
Come il suo cuore, da quando lei, se ne era andata via.
Voleva morire lontano da lei ma per morire aveva bisogno di lei.

Mai nessuno capirà.

Mentre cadeva una pioggia quasi isterica, lui chiusé gli occhi e appoggiò la fronte contro il vetro.

Nello stesso istante, in una connessione di anime, anche Albachiara, appoggiò la fronte sul vetro della finestra dell'ospedale.

La pioggia cadeva, insieme anche le loro lacrime salate, perché anche se i corpi non erano nello stesso luogo, le loro anime erano vicine.

Iniziarono a rievocare nella loro mente i loro ansimi e il loro profumo inconfondibile.

Il profumo di menta, tabacco e colonia, fuso con quello ai frutti di bosco, stonavano.
Eppure, maledettamente delizioso.
Nei loro ricordi, erano belli insieme, lei si appoggiava al suo cuore e lui gli accarezzava la nuca.
Lei lo proteggeva dai demoni e lui le sistemava il cuore.

Entrambi provarono un senso di sollievo, quando sentirono il rumore forte di un tuono.
Gli faceva sentire, vivi.
Risvegliati da quel turbine di ricordi.
Poi i tuoni, cessarono regalando soltanto il suono dello scrosciare della pioggia.
Avevano bisogno di stare soli, nel senso soli senza il loro maledetto ricordo.
Avevano una strana, sensazione al petto.

Alla fine avevano provato quel famoso dolore al petto, era devastante.

Quello del diario di Natalia Calone!

𝑰𝒏𝒄𝒂𝒔𝒕𝒓𝒊 𝒊𝒎𝒑𝒓𝒆𝒗𝒆𝒅𝒊𝒃𝒊𝒍𝒊. 𝑪𝒊𝒓𝒐 𝑹𝒊𝒄𝒄𝒊.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora