Capitolo. 55. Voglio morire.

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Don Riccardo, guidava a tutto gas, senza rispettare la segnaletica stradale.
Zia Soledad, spegneva e accendeva, le sigarette, con naturalezza, mentre zia Pilar che era più sensibile, piangeva insieme ad Ambra.

Sì quest'ultima, era andata insieme a sua padre.
Pietro, era suo marito, ma Albachiara era sangue del suo sangue.
I legami famigliari, sono importanti.
Loro tre, avevano sempre affrontato tutto insieme, sia quando il mare era calmo, sia quando il mare era agitato.
Uno, era la forza, dell'altro.

Don Riccardo, uscì come un demonio dall'auto, davanti alla Villa dei Ricci a Salierno.

Prese il flessibile da taglio, iniziando a  fare un taglio netto al portone della Villa.
Come una furia, si diresse in salotto, dove il giovane Ricci, era addormentato.

:<<Munnezz.
Pighiattil cu me.
Te piaciut a parià?
(Spazzattura.
Prenditela con me.
Ti è piaciuto a giocare?) >> disse minaccioso, Don Salvatore, prendendolo dalla gola.

Don Riccardo, iniziò a prenderlo a pugni senza pietà.
Esattamente come aveva fatto lui, con la sua piccola Albachiara.

:<<Respun.
(Rispondi.)
Reagisci.
Pecché no faij?
(Perché non lo fai?) >> disse urlando Don Riccardo, che aveva iniziando anche a sferragli calci, lì dove non batteva il sole.
Ciro, si tastava il naso rotto di sangue.
Poi lo guardò come un cane bastonato.
:<<Accirm.
Nu teng genij e campà.
Accirm.
(Uccidimi.
Non ho voglia di vivere.
Uccidimi.)
Tanto sono morto, da quando non è più con  me. >> disse Ciro, con le lacrime agli occhi.
Don Riccardo, fece un'espressione disgustata e un sorrisetto di scherno.
:<<Assaij facil accussì.
(Assai facile così.) >>
Poi aggiunse, tirandogli un orecchio.

:<<Devi vivere a lungo.
Ti auguro una vita lunga, lunghissima.
Devi vivere, con il rimorso di aver avuto una perla che hai trattato male per un pietra.
Sopratutto, devi vivere con il senso di colpa che ti attanaglia.
Perché, sei un assassino.
Non un assassino qualunque.
Hai ucciso, tua figlia.
Albachiara, ha avuto un aborto spontaneo. >> disse Don Riccardo, serio.

Ciro, iniziò a tremare e poi si puntò la pistola alla tempia.

In quell'istante, entrò suo fratello Pietro che gli levò la pistola dalle mani, sferrando colpi a vuoto.
:<<Vogh murì.
So na merda.
So omm e nient.
(Voglio morire.
Sono una merda.
Sono un uomo di niente.) >> disse Ciro, prendendosi il volto tra le mani.

Don Salvatore, fece segnò a Don Riccardo di andare via.
Quest'ultimo sputò a terra e a seguire le zie Calone, andando via.
Ambra, lanciò un sguardo di intesa a Pietro, raggiungendo la sua famiglia.

:<<Ho fatto la spesa, ora ci stiamo qua.
Abbiamo, cibo a sufficienza.
Ci sta tua sorella Rosa con noi.
Tu, stai qua e non esci. >> disse Don Salvatore.
:<<No, no.
Io devo vederla, devo sapere come sta. >> disse fragile Ciro.
:<<Non hai capito, niente.
Albachiara, da oggi per te, non esiste.
Non avete più nulla che vi lega.
Dimenticala.
Lei è troppo per te.
Non la meriti.
Io sto per lasciarmi con mia moglie, per te.
Hai capito? >> disse Pietro, che sembrava stesse spiegando delle istruzioni ad un bambino.
Mentre gli sferrava ceffoni, come facevano le nonne in passato, quando i figli erano disobbedienti.

Rosa  guardò male, suo fratello maggiore.

Per lei Ciro, anche se era un mostro.
Era comunque, un tossicodipendente, fragile, vittima della droga e di quella grandissima bastarda di Viola.

Ora come ora, aveva solo bisogno della sua famiglia.
Una volta, guarito.
Si poteva aprire l'argomento.

Si misé all'altezza di suo fratello, lo guardò teneramente.
Come se lei, fosse la sorella maggiore e lui, il minore.
Come se lei, fosse Elisabetta.

La loro mamma!

Ciro e Rosa, erano identici alla loro madre, mentre Pietro assomigliava a suo padre.

:<<Ora, tu, stai qui.
Ci stiamo tranquilli,chiusi, ad ascoltare la musica o a guardare un film.
Abbiamo tutto il tempo, per rigenerarci.
Tua sorella, non ti lascia per nessuna ragione al mondo.>> disse, disinfettandogli il volto con cura, Rosa.
:<<Io sono uno schifo.
Dovresti odiarmi.
Come fa Pietro!
Come fanno tutti.
Come sicuramente, mi odia lei. >> disse in lacrime, Ciro.
:<<Puoi essere anche il demonio, sceso sulla Terra.
Sei mio fratello, abbiamo lo stesso sangue che scorre nelle vene.
Non ti lascio.>> disse Rosa, stringendolo tra le braccia.

Forse, era ancora sotto effetto degli stupefacenti, per un attimo immaginò di sentire il profumo ai frutti di bosco e che il suo viso ruvido  fosse avvolto dalle mani delicate della sua Albachiara

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Forse, era ancora sotto effetto degli stupefacenti, per un attimo immaginò di sentire il profumo ai frutti di bosco e che il suo viso ruvido  fosse avvolto dalle mani delicate della sua Albachiara.
Come faceva lei.
Sembrava avesse, Albachiara accanto a sé, anziché sua sorella.

Svenne, gli era salita la febbre

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Svenne, gli era salita la febbre.

Suo fratello Pietro e Don Salvatore lo adagiarono sul letto, legandolo per evitare che scappasse.

Poi sua sorella, gli infilò nella bocca una compressa di Tachipirina e panni umido freschi, sulla tempia.

Stavano per affrontare giorni difficili, la Famiglia Ricci.

Una persona come Ciro, in astinenza dalla droga.
Una persona come Ciro, senza la persona che amava più al mondo.
Una persona come Ciro, che aveva perso tutto in una volta.

L'onore.
Il rispetto.
La famiglia.
Albachiara.
Sua figlia.
Napoli.

Si sarebbero abbattuti giorni difficili, sul tetto di Villa Ricci.

Intanto, Albachiara, era viva?!?

Intanto, Albachiara, era viva?!?

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𝑰𝒏𝒄𝒂𝒔𝒕𝒓𝒊 𝒊𝒎𝒑𝒓𝒆𝒗𝒆𝒅𝒊𝒃𝒊𝒍𝒊. 𝑪𝒊𝒓𝒐 𝑹𝒊𝒄𝒄𝒊.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora