Capitolo. 51 Sparita nel nulla.

1.2K 34 68
                                    

Il matrimonio, trascorreva tranquillo e nei migliori dei modi.
Gli invitati, erano decisamente brilli e felici.
Si alternavano danze turche a quelle napoletane, ai balli da discoteca.
Il cibo, era squisito.
Il clima, era sereno.

Ambra e Pietro, erano nella loro bolla d'amore, si era rifugiati lontano dal caos.

Erano in ufficio, lo stesso che trenta minuti prima, era stato occupato da Ciro.

Pietro, alzò in modo audace il vestito da sposa di Ambra, mentre prese il viso di lei tra le mani, guardandola negli occhi, intesamente.
Accostò le sue labbra, su quelle di Ambra, dando il via ad un bacio appassionato.
Poi la fece sedere sulla scrivania, spostò di lato le mutandine in pizzo bianco avorio, iniziando un delicato massaggio sui clitoride.
Ambra, ansimava nel bacio e Pietro, la stringeva come se fosse un pezzo di porcellana raro.
Iniziò a penetrarla con le dita, mentre  soffocavano i loro gemiti nel bacio.
Si staccavo e si ribaciavano, ingordi d'amore.
Poi alzò le gambe lisce di Ambra, posizionandole intorno al suo bacino.
Iniziando a penetrarla, lentamente, mentre lei pochi minuti prima, aveva fatto sparire la camicia sul pavimento, insieme ai pantaloni e ai boxer neri.
Ambra, sfogava l'immensa goduria graffiando e baciando la sua schiena.
Pietro, era perso nei suoi morbidi seni.
Mentre, lei passava le sue mani di fata, dalla schiena ai suoi morbidi capelli neri.
Vennero in un forte orgasmo, soffocato da un bacio spinto.

Quello di Ambra e Pietro, era un amore sincero di quelli che non si dimenticano mai.
Il primo e unico vero amore.
Il piccolo grande amore.
Quello dell'adolescenza, che resisteva alla intemperie della  vita.
Nonostante, fossero diversissimi, avevano in comune la voglia di vivere insieme.
La voglia incontrollata di amarsi e viversi, fino all'ultimo giorno della loro esistenza.
Pietro, esattamente come Ciro, ci aveva provato a mollare la presa, rimanendo impigliato in rapporti di sesso sfrenato ma non ci era riuscito.
Era la bontà delle sorelle Calone, a intrappolare due diavoli come i Ricci.
Dall'altro canto anche Ambra, aveva provato a non farsi trascinare da quel sentimento irrazionale ma non ci era riuscita.
Ed ora erano una cosa sola.
Davanti a Dio e agli uomini.

Fronte contro fronte, il loro respiro si era regolato.
Ambra, fece un sorriso sincero, mentre aveva ancora le gote roventi da quella passione devastante.
Pietro, la guardava con quei suoi occhi ammaliatori, tratto distintivo della famiglia Ricci.

Perso, in quella bellezza mozzafiato ed unicamente di sua proprietà.

:<<Ti amo signora Ricci.
Ambra Ricci. >> disse Pietro, mentre l'aiutava a rivestirsi.

Premuroso, solo con la sua Signora.

:<<Ti amo anch'io.
Scapestrato.
Genio del male. >> disse ridendo Ambra.
Poi aggiunse
:<<Dovremmo andare a salutare.
Poi riprendiamo il discorso, a casa.
La nostra casa. >> disse maliziosa Ambra.
:<<Okay.
Fai tutto tu.
Sei bravissima in questo.
Sei cordiale e intelligente.
La degna moglie di un Ricci. >> disse Pietro.
Lei, risé come una bambina, lusingata da quei complimenti.
Esattamente come faceva Albachiara.
Le sorelle Calone, avevano il potere di '' stendere'' con un sorriso i ragazzi più pericolosi di Napoli.

I Ricci.

Così complici di un amore così forte, scesero le scale mano nella mano.
Ambra, prese il microfono concedando gli invitati.
:<<È stato un onore, aver trascorso il giorno più bello della nostra vita con voi.
Vi ringraziamo, di cuore.
Pietro ed Ambra Ricci. >> disse Ambra, sorridendo.

Nella stanza, si sentirono gli schiocchi degli applausi e l'ultimo brindisi alla coppia, appena unita in matrimonio.

In un batter d'occhio, uscirono tutti gli invitati.
Erano rimasti soltanto il gruppo dei cameriere e le famiglie dei due ragazzi.

𝑰𝒏𝒄𝒂𝒔𝒕𝒓𝒊 𝒊𝒎𝒑𝒓𝒆𝒗𝒆𝒅𝒊𝒃𝒊𝒍𝒊. 𝑪𝒊𝒓𝒐 𝑹𝒊𝒄𝒄𝒊.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora