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Che cosa ci faceva mia madre davanti alla porta di casa mia?
Non aveva detto nulla, mi aveva solamente squadrata dalla testa ai piedi emettendo un verso di disgusto ed era entrata in casa, senza chiedere il permesso.
-Ale mi dispiace, non sono riuscita a fermarla, mi ha quasi minacciata- aveva detto Bea spaventata
-cosa ha fatto?- Non potevo credere che avesse quasi minacciato sua nipote.. Questa non gliela potevo far passare liscia.
-Ale non…- Bea aveva cercato di fermarmi ma avevo scansato il braccio che cercava di tenermi fermo ed ero rientrata.
-Come ti permetti? Come ti permetti ad entrare qui senza permesso? Come ti permetti a minacciare tua nipote?- a quelle parole urlate davanti alla sua faccia avevo ricevuto in risposta uno schiaffo
-io sono tua madre e faccio quello che voglio. Non ho bisogno di nessun permesso- avevo gli occhi lucidi, il problema con lei è che non ero mai riuscita a tenergli testa, mi intimidiva e finiva sempre per farmi crollare
-e quindi tu sei scappata di casa per venire a vivere in questo porcile schifoso? Non ti vergogni? Guarda quanto disordine, io mi farei schifo da sola! Hai lasciato una carriera promettente per cosa? Fare la commessa da quattro soldi? Se avessi continuato gli studi adesso guadagneresti dieci volte tanto- le lacrime avevano iniziato a scendere silenziose rigando tutto il mio viso, ed ecco che mia madre era soddisfatta nel vedermi in quelle condizioni, le faceva credere di avere il potere, di comandarmi ancora una volta. Stupida io a pensare che dopo quattro anni potesse essere cambiata e magari essere diventata un po’ più buona, invece mi sembrava solo più cattiva.
-questo posto potrà essere anche un porcile schifoso ma intanto ho un tetto sopra la testa, che mi sono guadagnata facendomi il culo e lavorando. La commessa non sarà il lavoro del secolo ma è un lavoro dignitoso, tu non sai nemmeno cosa vuol dire lavorare, visto che mio padre ti ha sempre mantenuta ed hai fatto la bella vita. Cosa sei venuta qui a fare? Per insultarmi ancora? Per farmi sentire una merda, una fallita? Lo hai già fatto per troppo tempo quindi se non hai altro da dire puoi anche andartene, quella è la porta- l’avevo indicata, era stata in silenzio, forse non si aspettava che le rispondessi a tono, non l’avevo mai fatto e sinceramente non sapevo nemmeno dove avevo trovato la forza per farlo. Forse l’avevo trovata in tutta la rabbia che mi tenevo dentro nei loro confronti, per i continui trattamenti di merda ricevuti.
-non ti azzardare più a parlarmi così!-
-altrimenti cosa? Mi dai un altro schiaffo o mi sbatti fuori di casa? Ah no, non puoi-
-sei solo una puttana!- aveva detto e nell’uscire di casa aveva buttato per terra il mio tavolino, sul quale c’era una lampada che mi aveva regalato mia zia, che ovviamente si era rotta in mille pezzi.

Avevo parlato ancora un po’ con Bea prima che anche lei se ne andasse da casa mia, non aveva fatto altro che scusarsi e sentirsi in colpa per quello che era successo.

La giornata era appena iniziata ed ero già stressata ed in ritardo per il lavoro, fantastico.
Oggi era pure il mio giorno di apertura, Kris sarebbe arrivata di pomeriggio quindi dovevo letteralmente muovermi.
Ero tornata in camera ad aprire le finestre, così da far entrare la luce e potermi vestire, avevo preso le prime cose che avevo trovato, un paio di jeans una t-shirt bianca ed una camicia a quadri. Mi ero spostata in bagno dove avevo cercato di sistemare i capelli e mi ero truccata un po’, giusto per rendermi presentabile, avevo lavato i denti ed ero corsa verso la porta a mettermi le scarpe e dopo aver preso la borsa ed il cellulare ero uscita di casa.

Ero riuscita ad arrivare in tempo ed aprire il negozio, dieci minuti dopo era arrivato Josh, oggi sarebbe arrivato un altro fornitore e mi avrebbe aiutata a sistemare tutta la merce.
-Ale, ho bisogno di parlarti un momento- aveva detto il mio capo, così avevo appoggiato le cose che avevo in mano ed ero andata da lui.
-Dimmi tutto- ero agitata, un po’.. mi avrebbe licenziata? Avevo fatto qualcosa che non andava?
-Ti ricordi che tra poco parto per andare a Liverpool per l’apertura del nuovo negozio?-
-uhm, si certo, me lo avevi detto-
-ecco, siccome ancora non ho trovato nessuno da inserire, dovrò stare lì più del previsto, quindi per circa un paio di mesi non sarò qui con te e Kris. Per questo motivo voglio nominarti responsabile, questo implicherà un aumento di stipendio che sono contento di darti, spero che tu sia d’accordo-
-Davvero Josh? Wow sarebbe fantastico, ti prometto che non ti deluderò-
-lo so che non lo farai! Mi fido di te- mi aveva detto sorridendo -e adesso su, torniamo a sistemare le cose-

Josh era uscito per un appuntamento ed io stavo finendo di sistemare alcune cose quando il campanellino sopra la porta aveva suonato avvisandomi dell’ingresso di qualcuno. Alzando lo sguardo mi ero trovata davanti Niall, di nuovo. Stava diventando un vizio?
-Hei, ciao! Sei ancora inseguito da qualcuno?- avevo detto ridendo
-Hei! No, fortunatamente no- aveva detto ridendo anche lui -sei sola?-
-si, perchè?-
-no perchè avevo delle cose per te e la tua collega, per ringraziarvi ancora una volta di quello che avete fatto per me-
-guarda la mia collega ha il turno questo pomeriggio-
-cavoli questo pomeriggio non posso, devo partire. Posso lasciarlo a te?-
-certo come vuoi, anche se non c’era bisogno di questo Niall- a sentire il suo nome aveva spalancato un po’ di più gli occhi
-tu mi conosci?- aveva chiesto
-certo, chi non ti conosce? Però ti giuro che io e Kris non siamo delle fan pazze che ti rincorrono!- Ale ma perchè non te ne stai zitta e la smetti di dire queste cagate?
-menomale, sono più sollevato ora!- aveva detto ridendo contagiandomi -allora forse quello che c’è qui dentro vi piacerà- ora ero curiosa. Niall mi aveva passato una busta ed una scatolina ed appoggiato le stesse due cose sul bancone, erano quelle di Kris.
Avevo aperto la busta ed avevo trovato all’interno un pass per il suo concerto qui a Londra il prossimo mese. Era impazzito per caso? Un pass?? Stavo per caso vivendo il mio momento fanfiction?
-ovviamente c’è un pass anche per Kris-
-Niall ma non dovevi… o mio dio…-
-non è nulla, credimi. L’ho fatto con piacere… senti ma posso chiederti due cose?-
-certo, dimmi pure-
-la prima è che è la terza volta che ci vediamo, tu sai il mio nome ed io non so il tuo-
-oh, sono Alessandra, ma se ti è più facile puoi chiamarmi solo Ale, piacere- avevo detto tendendogli la mano e lui l’aveva afferrata subito. Io e Niall ci stavamo stringendo la mano, ok.
-bhe io sono Niall, piacere mio. E’ un nome strano il tuo, non sei di qui vero?-
-No, sono italiana, vivo qui da quattro anni però-
-italiana, davvero? Io adoro l’Italia, soprattutto il cibo!- lo sappiamo Niall… lo sappiamo!
-già, vengo da Milano-
-wow! Bellissima Milano, i migliori concerti li abbiamo fatti lì-
-lo so, ci sono stata, a tutti- avevo detto sorridendo
-davvero? Ma è fantastico!-
-si! Prima di partire sono riuscita a vedere anche il tuo da solista-
-fico e ti è piaciuto?-
-decisamente! Ma la seconda domanda qual era?-
-oh si, giusto. Ecco… ora che so il tuo nome, se dovessi chiederti anche il tuo numero me lo daresti?- No scusate non ho capito, interrompete. Ma per caso avevo preso una botta in testa? Perchè tutto ciò non poteva essere reale…
Alla fine gli avevo dato il mio numero e lui mi aveva risposto con -ti mando un messaggio al più presto- poi ci eravamo salutati e ringraziati a vicenda prima che l’irlandese uscisse dal negozio. Ero rimasta paralizzata, ancora a pensare a quello che era appena successo, avevo poi scosso la testa sorridendo, non potevo crederci. Il mio sguardo era finito sulla scatolina, che ancora non avevo aperto, all’interno c’era un biglietto scritto da Niall che diceva: “Grazie ancora per ciò che hai fatto, non è da tutti! Saluti, Niall” e sotto di esso c’era un braccialetto d’oro con il ciondolo di un quadrifoglio.

Un’ora più tardi era arrivata Kris, pronta per iniziare il suo turno, appena tornata dal retro le avevo dato busta e scatolina
-che cosa sono?- aveva chiesto incuriosita
-è passato Niall, li ha portati per ringraziarci per quello che abbiamo fatto per lui. Era davvero dispiaciuto per non poterteli dare di persona, sarebbe tornato pomeriggio se non fosse partito-
-cosa?!- aveva urlato, anche per lei nella busta c’era il pass per il concerto del prossimo mese
-un pass?? Un fottutissimo pass??- Kris era esaltata, potevo biasimarla? -io non ci credo ancora! O mio dio!-

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Nuovo capitolo, alla prossima!!

Just Us | Niall HoranDove le storie prendono vita. Scoprilo ora