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Era passato un po’ di tempo da quando ero stata per la prima volta a Los Angeles, esattamente quattro mesi erano passati ed alcune cose erano successe.
Niall aveva fatto uscire il suo terzo album circa un mese fa e dopo aver fatto delle interviste da casa per i canali americani, ora stava girando l’europa per la promozione. Sarebbe tornato oggi con un volo da Parigi e non vedevo l’ora di rivederlo.
L’album stava già riscuotendo abbastanza successo e Niall era pronto ad annunciare il suo nuovo tour che l’avrebbe portato in giro per il mondo ancora una volta, aggiungendo tappe in posti in cui non si era mai esibito. Il suo fanbase si ingrandiva sempre di più e non potevo che essere orgogliosa di lui.
Io invece, due settimane dopo essere rientrati da Los Angeles, avevo iniziato il mio tirocinio, mi dividevo tra lezioni in università ed un asilo nel centro di Londra, in cui passavo tre giorni su cinque.
Purtroppo però, con l’inizio di questo percorso, avevo dovuto abbandonare il lavoro, non riuscivo a starci dietro, mi era dispiaciuto tantissimo, lasciare il mio primo lavoro in assoluto, quel posto in cui ho lavorato per quasi otto anni, cavolo a pensarci ora otto anni erano davvero tanti.
Avevo quasi pianto svuotando il mio armadietto, non tanto per il lavoro ma per tutto quello che si era creato dietro, la mia amicizia con Kris e le altre ragazze, eravamo un bel gruppetto…

Ero in aeroporto ad aspettare Niall, non sapeva che venissi, volevo fargli una sorpresa e speravo gli facesse piacere.
Avevo sorriso appena Basil mi aveva scritto che stavano ritirando i bagagli, voleva dire che tra poco avrei rivisto il mio ragazzo ed ero molto felice.
Anche se per un attimo la felicità aveva abbandonato il mio corpo, facendo spazio al dolore, una fitta abbastanza forte al basso ventre mi aveva quasi fatta piegare in due e sentivo già le lacrime formarsi. Che cazzo era stato? Poi la fitta era sparita, avevo cercato di sistemarmi nuovamente, asciugando quelle poche lacrime che erano riuscite a scappare ed avevo rimesso su il mio sorriso migliore.
Continuavo a fissare la porta degli arrivi, che continuava ad aprirsi e chiudersi facendo uscire tutte le persone, poi eccolo lì, il mio fidanzato in tutta la sua bellezza con un cappellino sulla testa e le cuffie, una maglietta bianca con il bordino rosso coperta da una felpa, i suoi jeans sbiaditi e le sue immancabili converse bianche.
Mi aveva vista subito ed aveva allungato il passo per correre tra le mie braccia
-che ci fai qua?- mi aveva chiesto e senza attendere risposta aveva lasciato la sua valigia, posizionato le sue mani a lato del mio viso e mi aveva baciata, mi era mancato tantissimo, le farfalle nel mio stomaco si erano liberate, avevo sorriso sulle sue labbra e sussurrato un -sorpresa!- poi ci eravamo abbracciati, Niall mi teneva stretta come se non mi vedesse da anni. Ma per noi era sempre così, ci sembrava passare sempre un’eternità quando non stavamo insieme.
-mi sei mancata da morire-
-anche tu e non sai quanto- Niall mi aveva allungato un sacchettino -cos’è?- avevo chiesto curiosa mentre aprivo. C’era una scatola con scritto “Petit Patisserie-Paris” avevo sollevato il coperchio e trovato almeno una decina di piccoli pan au chocolate
-non ci credo che tu me li abbia comprati!-
-mi hai detto che erano i tuoi preferiti e che morivi di mangiarne uno vero da Parigi- e queste erano le cose che contavano davvero, Niall si era ricordato di una piccola cosa che gli avevo detto tantissimo tempo fa, avevo un sorriso stampato in faccia che non mi sarei più tolta, dio quanto amavo questo ragazzo
-la prossima volta li mangeremo direttamente a Parigi, sotto la Torre Eiffel- aveva continuato.

Circa un’ora fa eravamo tornati a casa di Niall e dopo la sua doccia veloce ci eravamo messi entrambi a letto. Mentre il mio ragazzo era in bagno, un’altra fitta mi aveva raggiunto, un po’ meno forte di quella in aeroporto ma mi aveva fatto piegare nuovamente in due dal dolore ed avevo dovuto mordere il colletto della felpa per non urlare.
Dopo aver parlato un po’ entrambi eravamo crollati dal sonno, stanchi dopo la nostra intensa giornata di lavoro.

Non stavo dormendo molto bene, continuavo ad avere un fastidio nel basso ventre, che avevo già da qualche settimana ma non ci avevo dato molto peso, probabilmente doveva solamente arrivarmi il ciclo, mi capitava spesso ma mai mi erano capitate delle fitte così forti come le due di quella sera.
Ed eccone un’altra, nel bel mezzo della notte, più forte delle precedenti, che mi aveva lasciato anche una sensazione strana in mezzo alle gambe. Mi ero alzata troppo velocemente ed un secondo dopo ero sul pavimento, le mie gambe non avevano retto ma fortunatamente non ero svenuta, o forse era meglio se lo fossi, avrei sentito meno dolore -cazzo!- avevo urlato
-Ale!- Niall era allarmato ed appena la luce della camera si era accesa ero rimasta pietrificata, la mia mano destra, che poco prima avevo portato tra le mie cosce era piena di sangue, così anche le lenzuola, nonostante mi sentissi male mi sentivo tremendamente in colpa per aver rovinato il letto di Niall. La testa iniziava a girarmi e le lacrime stavano annebbiando la mia vista. Niall era subito corso da me, inginocchiandosi e portandosi la mia testa sulle sue gambe. Che cosa stava succedendo? Ero terrorizzata, tanto che non riuscivo a parlare, solo piangere e tremare mentre continuavo a fissare la mia mano.
-Ale, no! Non chiudere gli occhi! Resta con me, cazzo- Niall continuava ad imprecare mentre recuperava il mio telefono dal comodino
-Ale! Parlami- e non ci riuscivo, mi sentivo tremendamente debole. -amore, ti prego, non farmi preoccupare- silenzio, poi di nuovo la voce di Niall -si, ho bisogno di un’ambulanza….la mia ragazza sta perdendo molto sangue… non lo so, è molto debole…grazie- aveva passato una mano sulla mia fronte sudata cercando di spostarmi i capelli -sta arrivando un’ambulanza, andrà tutto bene- aveva la voce spezzata, aveva paura come l’avevo io. -devi solo rimanere sveglia, puoi farlo per me, per favore?- la voce dolce, avevo annuito leggermente
-mi dispiace…- avevo utilizzato quel poco di voce che mi era rimasta -…per il letto, te ne comprerò uno nuovo-
-Ale, sul serio?- aveva preso un respiro profondo -vaffanculo al letto, cazzo! Non me ne frega niente di uno stupido letto, sei qui quasi incosciente e ti preoccupi per un letto- l’angolo della mia bocca si era alzato leggermente in un sorriso.
-Niall..non…non ce la faccio più a…a rimanere sveglia-
-tu devi, stare sveglia. Non farmi brutti scherzi ti prego, stanno arrivando, pochi minuti e saranno qui- stando sempre il quella posizione, Niall si era allungato per recuperare tutti i cuscini che riusciva a prendere per posizionarli sotto la mia schiena a sostituzione del suo corpo. Era andato verso il bagno per recuperare un asciugamano e passarmelo tra le mani e le gambe mentre teneva la sua testa piegata a reggere il telefono tra la spalla e l’orecchio
-Bob, sono Niall… si tutto ok… più o meno. Sta arrivando un’ambulanza, per favore falli salire al mio piano….la mia ragazza, non sta bene…si, ok- e la chiamata si era conclusa, quello era il mio modo per cercare di rimanere sveglia, seguire tutto quello che diceva o faceva Niall.

Just Us | Niall HoranDove le storie prendono vita. Scoprilo ora