La realtà era che ancora non ci credevo, continuavo a fissare l’anello sul mio dito incredula, il mio cuore ancora scoppiava di felicità.
Non so come avevo fatto a non urlarlo a tutto il mondo, perchè era quello che volevo fare.La prima persona a cui l’ho detto è stata mia zia, la mattina seguente, prima di andare al lavoro. Mi ero presentata fuori casa sua, con la mano sinistra alzata davanti al mio viso. Appena aveva aperto la porta era scoppiata in lacrime di felicità e mia aveva abbracciata.
-sono così felice tesoro mio, te lo meriti. Niall ti ama da morire e lo stesso vedo nei tuoi occhi. Ti auguro tutto il bene del mondo- mi aveva detto.
La giornata al lavoro poi era passata abbastanza in fretta, anche se oggi la mia piccola Millie preferita, non c’era.
Nel tornare a casa avevo fatto una tappa al vecchio negozio dove lavoravo, sperando di trovare Kris, avevo aspettato a dirlo anche a lei, volevo che la prima in assoluto a saperlo fosse mia zia.
E infatti eccola lì Kris, insieme a Jade, che si stavano occupando del negozio.
Kris mi aveva abbracciata subito appena mi aveva vista e salutata con un -ciao tesoro- ed un bacio sulla guancia. In disparte avevamo aspettato che Jade facesse pagare una signora e poi ci eravamo salutate.
-che ci fai da queste parti?- aveva chiesto Kris
-tornavo dal lavoro e ho deciso di venire a salutarvi- avevo sorriso -in più ho una notizia per voi-
-cosa?- le due ragazze davanti a me erano curiosissime, così senza dire nulla avevo alzato anche a loro la mia mano sinistra. Kris si era portata subito le mani a coprire la bocca che si era aperta per la sorpresa.
-davvero???- ok, mi aveva appena rotto un timpano da quando aveva urlato, avevo semplicemente annuito -oh mio dio!! OH MIO DIO!!- aveva ripetuto più volte facendomi ridere. Adoravo sempre le reazioni esagerate di Kris
-dai mai è bellissimo! Sono così contenta per te, Ale. Congratulazioni!- aveva detto Jade abbracciandomi di nuovo
-quando?-
-ieri sera, me l’ha chiesto ieri sera dedicandomi delle parole bellissime- Kris stava saltellando dalla gioia, ma a distrarmi da quel bel momento era stato il mio telefono che aveva iniziato a squillare -scusate- avevo detto allontanandomi dalle due ragazze mentre tiravo fuori il telefono dalla borsa. Sullo schermo la scritta mamma, avevo sospirato e risposto al telefono. Dall’altra parte la sentivo piangere e nonostante tutto il mio cuore si era un po’ spezzato. Perchè stava piangendo?
Dopo averle chiesto più volte cosa stava succedendo, aveva finalmente parlato: -tuo padre…lui è… è venuto a mancare oggi- cosa? Come? Il mio umore era cambiato, non sapevo come sentirmi, sapevo come avrei dovuto sentirmi ma non ci riuscivo. Non riuscivo ad essere triste per quella notizia e un po’ mi facevo schifo da sola.
Come si poteva non essere tristi davanti alla morte di un tuo caro? Si, forse ero un po’ dispiaciuta ma non sentivo nient’altro. Sentivo solo sollievo, perchè quell’uomo che doveva amarmi e mettere la mia felicità al primo posto, non l’ha mai fatto, anzi più volte ho rischiato io di essere come lui oggi: morta.
-mi dispiace, mamma- l’avevo sentita tirare su con il naso. Stranamente mi aveva detto che non si aspettava nulla da me, che ero libera di non esserci, perchè sapeva quanto mi aveva fatto male. Lo sapeva perchè anche lei era lì, la maggior parte delle volte e lo lasciava fare. Anche lei è colpevole, perchè ricevevo gli stessi trattamenti, ma non era così cattiva come lui.
avevo chiuso la telefonata, chiuso gli occhi e ispirato profondamente prima di rimettere su il mio sorriso e tornare dalle ragazze.Alla fine avevo deciso di partire per Milano, insieme ai mei zii, Beatrice e Niall.
Quest’ultimo aveva insistito per venire, voleva essere al mio fianco per evitare spiacevoli situazioni. Anche se gli avevo assicurato che non sarebbe successo nulla, non aveva voluto sentire scuse.Avevo appena messo piede nella mia vecchia casa dopo otto anni. Otto lunghissimi anni dove tutto sembrava essere rimasto uguale in quelle quattro mura, se non per qualche oggetto di arredo cambiato. Ero curiosa di sapere cosa fosse rimasto della mia camera, probabilmente l’avevano trasformata in uno studio e si erano sbarazzati di tutte le mie cose.
Mia madre ci aveva accolti sulla porta di casa, il viso scavato dalle lacrime che avevano fatto diventare i suoi occhi rossi. Capivo la sua reazione, era innamorata persa per mio padre, non lavorava e veniva trattata come una schiava, come se fossimo ancora negli anni cinquanta, dove la donna doveva solamente stare zitta e accudire il suo uomo. Mi aveva abbracciata, nella sua stretta sentivo dispiacere, come se mi stesse chiedendo scusa per tutto. Io invece ero rimasta ferma, con le mani lungo i fianchi, non riuscivo a ricambiare quell’abbraccio.
-grazie per essere qui- mi aveva sussurrato all’orecchio, sciolto l’abbraccio aveva salutato Niall, si stavano per conoscere davvero?
-lui è Niall, il mio ragazzo- avevo detto guardandola negli occhi -e Niall lei è Laura, mia madre- Niall non aveva detto nulla, le aveva solo stretto la mano sorridendo appena.
Tutti si erano diretti verso la camera in cui c’era mio padre, avevo tirato la mano di Niall leggermente facendolo fermare.
-non riesco ad entrare. Non voglio vederlo, non ce la faccio- avevo detto. Niall mi aveva abbracciata lasciando un bacio sui miei capelli, avevo poggiato la testa sul suo petto ascoltando i battiti del suo cuore mentre la sua mano accarezzava la mia schiena.
-va tutto bene, non sei obbligata- con la coda dell’occhio avevo visto che mia zia e mia madre erano entrate nella stanza, lasciando me e Niall da soli nel corridoio. Avevo sciolto l’abbraccio e preso nuovamente la mano del mio ragazzo, questa volta portandolo fino alla mia vecchia stanza, la curiosità stava prendendo il sopravvento.
Mi ci volle qualche secondo prima di aprire la porta, la maniglia era ben salda nella mia mano destra e quando l’abbassai ero rimasta sorpresa: la camera era esattamente come l’avevo lasciata, era solo stata riordinata. Avevo socchiuso la porta dietro di noi, un po’ mi imbarazzava vedere i poster dei ragazzi attaccati alle pareti, soprattutto quando uno di loro era qui dentro.
-immagino fosse la tua camera-
-si, esatto. Non pensavo la lasciassero sinceramente. Pensavo se ne fossero disfatti trasformandola in uno studio- ci eravamo seduti sul lato del letto, abbracciati, mi ero lasciata completamente andare appoggiando la mia schiena sul petto di Niall.
-mi fa strano essere qui. Nonostante ci abbia vissuto per vent’anni, mi sembra come se ci fossi appena entrata per la prima volta, mi sento un’estranea- Niall non parlava, accarezzava solamente la mia mano in segno di conforto e mi lasciava sfogare -non riesco ad essere triste. Pensi che io sia una brutta persona per questo?-
-no, non lo penso. Non sei una brutta persona. Forse è normale dopo tutto quello che hai passato- il mio sguardo era rivolto al tappeto rosa, quel tappeto dove avrei potuto morire una sera.
-stavo per morire su quel tappeto. Avevo quindici anni, una sera mio padre era incazzato per il lavoro ed una mia parola fuori posto ed un brutto voto l’avevano fatto scattare. Mi ha dato uno schiaffo talmente forte da farmi cadere dalla sedia, si è messo a cavalcioni su di me immobilizzandomi, mi ha tirata sul dal colletto della mia maglietta e ha detto che non mi sopportava più, che ero un fallimento e che voleva vedermi morta, che non meritavo di portare il suo cognome- i miei occhi si erano annebbiati a causa delle lacrime che si stavano formando
-Ale…- aveva detto Niall in un sussurro
-poi ha portato le sue mani intorno al mio collo stringendole sempre di più. Mi stava soffocando, ho veramente pensato di morire. Poco prima di perdere i sensi è entrata mia nonna in camera, mi stava portando la mia torta preferita di nascosto ma era finita sul pavimento. Con le forze che aveva ha cercato di staccare mio padre da me, poi il buio. Ricordo solo di essermi svegliata in ospedale e mia madre che mi diceva di raccontare bugie, che mi ero strozzata con una sciarpa che si era incastrata nella porta. Strozzarmi con una sciarpa in piena estate, non ci credeva nessuno. In un momento di solitudine un’infermiera era venuta ad accertarsi delle mie condizioni, mi ha detto che potevo sporgere denuncia se volevo ma non l’ho mai fatto. Ero troppo spaventata, avevo paura che se l’avessi denunciato mi avrebbe uccisa davvero- Niall aveva stretto ancora di più le sue braccia intorno a me, appoggiando la testa sulla mia spalla e sussurrandomi un semplice -mi dispiace- girandomi leggermente verso di lui avevo notato che delle lacrime silenziose si facevano spazio sul suo viso, una mia mano, era finita sulla sua guancia, che cercava di asciugargli quelle lacrime che bagnavano quel viso tanto perfetto che amavo.
-è finita adesso, non potrà più farti male- aveva detto, ed era vero. Era finita davvero, avrei potuto smettere di vivere nell’ansia continua di rivivere certe situazioni. Forse ora mi sarei tolta un peso dal cuore e dalla testa, forse avrei smesso di fare incubi alla notte. Forse un capitolo triste della mia vita si stava per chiudere._____________
Nuovo capitolo...
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Just Us | Niall Horan
FanficDal capitolo 14 ...-tu mi piaci, davvero, davvero tanto. Mi piace stare in tua compagnia, mi rendi felice. Ma una felicità diversa dalla solita- ero rimasta senza parole, non me l'aspettavo, non sapevo cosa dire, tutto ciò a cui pensavo era banale...