Capitolo 6

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Una stupida tradizione della nostra scuola è quella della maglia da gioco. Nella nostra scuola quasi tutti i ragazzi fanno almeno uno sport: basket, lacrosse, calcio, pallavolo e i più fortunati entrano nella tanto ambita squadra di Football.
Ogni ragazzo dunque, durante i suoi anni al liceo, può regalare la sua maglia da gioco ad una ragazza, la superstizione però sostiene che il giocatore che dona la sua maglia alla fanciulla è destinato a sposarla.
La tradizione di regalare la propria maglia da gioco, tuttavia non si è mai sposata bene con la superstizione del matrimonio, solo alcune eccezioni si sono verificate, di ragazzi che poi, effettivamente hanno sposato la ragazza a cui hanno regalato la maglia. La tradizione della maglia ovviamente è un evento piuttosto raro, ad oggi nessuno della squadra di Football ha regalato la propria maglia e ovviamente si può fare solo una volta o non fare mai; negli ultimi cinque anni, nessun ragazzo ha regalato la propria maglia a nessuna ragazza della scuola. La tradizione è rimasta, ma la speranza tra le ragazze non più di tanto. Eppure ogni ragazza della scuola partecipa a ogni partita della squadra di Football, fin dal primo anno, se speranzosa o meno non lo so.
Penso di essere una delle poche che forse si ricorda della tradizione mista alla superstizione; l'anno scorso speravo che Robert mi regalasse la sua maglia, proprio come mio padre aveva fatto con mia madre, ma dopo la fine dell'anno ho capito che non era un'ottima idea.
La superstizione tuttavia si è avverata in uno strano modo per i miei genitori. Si sono sposati è vero, ma non lo sono più. Eppure giurerei di avere intravisto la maglia con il numero 85 di papà quando ho aiutato la mamma ha fare gli scatoloni per partire per Londra.
Le Cheerleader stanno facendo gli onori di casa, incoraggiando il pubblico per dare il benvenuto sul campo ai nostri giocatori, che entrano trionfanti, come se avessero già vinto.
La prima partita del campionato non si può dire che sarà difficile, anche perché noi siamo i campioni in carica e la squadra ospite è arrivata diciottesima su le cinquanta squadre che fanno parte del campionato.
Britney al mio fianco ha già iniziato ad urlare, aumenta il volume quando entra la nostra squadra; ma io so chi guarda. I suoi occhi sono solo per il numero 16, Cameron. Mentre io sposto lo sguardo e cerco gli altri, vedo Robert con il numero 79, Oliver con il numero 57, Liam con il numero 25, Tyler con il numero 68 e infine Jason con il numero 33, l'unico che ha un numero doppio; tre e tre, l'unico. Ma dobbiamo contare anche che c'è solo un Jason Evans, capitano della squadra, molto probabilmente si è fatto fare il numero che voleva al primo anno, solo perché lui poteva.
Il coach parla ai suoi giocatori che sono in cerchio alla mia sinistra e poi augura buona fortuna a tutti, l'arbitro fischia, i giocatori si devono mettere in postazione ed entrare nel campo.
Non dovrei essere così nervosa, ma lo sono. Se fossi nelle Cheerleader potrei stare più vicina al campo e chiedere ai ragazzi se si sentono pronti e augurargli buona fortuna. Ma dovrò stare in panchina, anzi no sulle tribune fino a novembre.
Il numero 33 si ferma a parlare ancora alcuni secondi con il coach, poi annuisce, il coach gli da una pacca sulla spalla, dove c'è una delle tante protezioni che fa sembrare Jason e chiunque le indossi il doppio più grande.
Jason corre all'indietro per mettersi in posizione, le gambe sembrano troppo magre e veloci rispetto al resto del corpo, ma in realtà io so che sono più muscolose di quello che sembrano.
Cerco di incrociare lo sguardo di Jason attraverso il casco che indossa, un'ulteriore protezione per la testa; tuttavia gli occhi cristallini da Jason sono già su di me. Gli mimo un 'buona fortuna' con le labbra e fa un leggero sorriso fermandosi, da un'indicazione ad un suo compagno di squadra, senza smettere di fissarmi, mi fa un occhiolino e si mette in posizione.

Jason non mi ha guardata per il resto della partita, si è concentrato solo su vincere, e ha fatto bene. Dal canto mio, non posso mica dire di non averlo guardato. È stato il giocatore indiscusso della partita, ha fatto diversi passaggi favolosi e ha fatto diversi punti lui stesso, andando anche a sbiadire il ruolo del quarterback avversario.
«Che c'è?» mi chiede Britney
«Cosa?» le domando confusa girandomi verso di lei. La partita è finita da poco e il pubblico se ne sta andando, ma noi aspettiamo le Cheerleader e i giocatori della squadra, Cameron prima della partita ha invitato me e Britney ad andare a festeggiare, anche se non sapevano ancora di avere vinto
«Hai fissato tutta la partita Jason e lui ti ha fatto l'occhiolino quando è entrato in campo. Mi devi dire qualcosa?» mi chiede Britney
«Sai come è fatto Evans; avrà pensato che io possa essere una delle sue conquiste, lo sto solo osservando. Tutto qua. Non ho intenzione di andarci a letto, se è questo che ti preoccupa» tengo per me il fatto che non ho intenzione di andare a letto con lui oggi, anche perchè ci sono già andata. Britney annuisce e mi fa cenno di iniziare ad alzarci per andare ad aspettare i ragazzi. Praticamente saremo le uniche imbucate, insomma io faccio parte della squadra delle Cheerleader, mentre Britney no. Però è un'occasione per lei di stare con Cameron e conoscerlo.
Camila è la prima che esce dagli spogliatoi e ci viene a salutare
«Venite con me ragazze, vi accompagno io, iniziamo ad andare, che devo un attimo passare da casa» annuiamo entrambe e saliamo in macchina con il capitano delle Cheerleader.

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