Capitolo 2

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Dopo diverso tempo non riesco ancora a trovarla in casa, così provo in cortile, dove ci sono molte persone che ballano, gridano e si divertono, molte giocano a beer pong, altre pomiciano.
Faccio un giro della casa per controllare in giro ma non trovo Britney da nessuna parte, così continuo facendo un nuovo giro della casa, per fortuna la trovo sdraiata a terra tutta intera che ride da sola.
«Grazie al cielo!» esclamo andando verso di lei.
«Hey Ariana!» grida con la voce acuta, anche se la sento benissimo. 
«Vieni andiamo» le porgo una mano, non ce la farò mai ad arrivare fino alla macchina con Britney in queste condizioni.
«Dove andiamo?»
«In un bel posto. Si chiama macchina di Ariana» sorrido annuendo per convincere la mia amica, cerco diverse volte di farla mettere in piedi ma con scarsi e pessimi risultati.
«Non penso riuscirai a tirarla su da sola» sento una voce profonda. Mi giro di scatto e vedo che appoggiato con la schiena al muro della villa e con un piedi ripiegato con la suola contro il muro c'è Jason.
Tra le labbra ha ancora la sigaretta, questa volta è accesa e mi guarda con un accenno di sorriso sul volto.
«Non pensavo che fumassi» ribatto alzando un sopracciglio, non riesco a vedere bene la sua espressione, questa parte del cortile è buia, illuminata solo da poche luci colorate.
«Mi aiuti o resti lì a fissarci?» chiedo stizzita, cercando ancora di tirare via da terra la mia amica.
«Se dici per favore» fa un tiro dalla sigaretta che sembra stata appena accesa.
«Nella promessa è incluso il sesso, non pensavo anche la gentilezza» affermo, lui sorride avvicinandosi con passo felpato, per poi chinarsi a prendere in braccio Britney.
Solleva la mia migliore amica senza alcuna difficoltà, come se fosse un sacco di piume, così ci avviamo verso il parcheggio, compreso sempre nel grandissimo cortile della casa di Jason.
«Quella macchina» indico un'Audi nera abbastanza vecchia, mio padre me l'ha regalata dopo averla riparata.
Apro la portiera dei sedili posteriori e Jason appoggia delicatamente Britney all'interno, lei sorride come una scema, molto probabilmente si è accorta di Jason.
«Ok Bry, bevi questo» dico aprendole una bottiglietta d'acqua riposta sui sedili posteriori, sapevo sarebbe servita.
«Bevi questo» le avvicino la bottiglia alle labbra.
«È birra?» chiede d'un tratto rimettendosi composta sul sedile e prendendo un lungo sorso di acqua «Non è birra» dice schifata, prendo al volo la bottiglietta ancora piena, prima che la rovesci nei miei sedili posteriori e faccia le cascate del Niagara.
«Ok, stai buona» le chiudo la portiera, facendo attenzione a non prendere, capelli o pezzi del vestito che indossa.
Lei per fortuna poco dopo si appisola contro il finestrino e la portiera mentre salgo in macchina sul sedile del guidatore.
Noto ancora la presenza di Jason mentre mi metto le scarpe adatte per guidare e appoggio i tacchi sul sedile del passeggero.
Abbasso poi il finestrino dell'auto, ma non perché ci sia lui che mi fissa, ma perché ora in Florida a Jacksonville c'è ancora un caldo soffocante e umido.
Lui non perde tempo, si appoggia con le mani sulla portiera, dove i finestrini spariscono, tiene ancora la sigaretta, di nuovo accesa tra le labbra.
«Nel patto è si, incluso il sesso, ma anche un po' di gentilezza sarebbe gradita» sorride per poi soffiarmi addosso del fumo.
Metto le mani sul volante e poi mi volto verso di lui
«Grazie» dico guardandolo nei suoi occhi azzurri come il cielo e il mare.
«Di nulla bambola» il sorriso si allarga di più
«Notte» accendo il motore e i fari dell'auto
«Buonanotte» dice spostandosi dalla portiera dell mia auto e facendo qualche passo indietro.
Faccio manovra, giro la macchina e lo supero, non mi volto per guardarlo, mi azzardo a farlo solo quando ormai sono distante, dallo specchietto retrovisore, quasi giunta ai cancelli della villa.
Lo vedo ritornare alla festa con passo deciso.
«Avete fatto un patto?» chiede mezza addormentata Britney, è troppo ubriaca per avere sentito tutta al conversazione, ma spero comunque che non si ricordi nulla.
Il patto, la promessa, in qualunque modo la vogliamo chiamare, deve rimanere un segreto.
«No, nessun patto» mento spudoratamente, controllando la mia amica nello specchietto retrovisore, vedo che si appisola ancora, bene.

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