Capitolo 32

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Ariana pov's
Non vedo Jason da tre settimane. Non è al club durante i miei allenamenti, lo vedo di sfuggita solo a scuola e agli allenamenti della squadra, ma non posso parlargli. Se ne va sempre di fretta, oppure diversi volte arriva in ritardo e se ne va prima.
Mi sto davvero chiedendo cosa cavolo Marcus gli abbia detto di fare. Oppure sono quasi convinta che non mi voglia più vedere. Ha detto che voleva prendersela con calma, ma a me questa mi sembra assenza totale. Pensavo che dopo lo spogliatoio e quel bacio in cucina le cose fossero cambiate, ma a quanto pare non come mi aspettavo io.
Così chiamo l'unica persona che mi potrebbe dare una risposta.
«Dimmi Ariana» la voce di mio fratello non è cambiata da quando l'ho incontro a casa alcuni mesi fa «Hai per caso il numero di Isaiah, oppure sai cosa sta facendo Jason? Mi ignora da settimane e non so se sia legato a Marcus e al club» spiego
«Sei davvero preoccupata per quel figlio di puttana?» domanda ridendo. È una risata amara, piena di rancore «Cosa è successo?» chiedo «È venuto qui per conto di Marcus e mi ha fatto capire di dovere rigare dritto. Mi ha anche detto che mi chiamerà presto, ha un lavoro da farmi fare» che cazzo sta combinando Jason?
«Ariana, non è buono. L'ultima volta che Marcus si è comportato così...» la sua voce si affievolisce e si ferma, prima di dire troppo
«Cosa, cosa è successo?» chiedo ansiosa
«Niente. Ti consiglio di tenerlo d'occhio. Non permettergli di fare cazzate o ficcarsi in casini più grandi di lui» mi sbatte la cornetta in faccia. Coglione.
Esco dal bagno della scuola con in mente un piano, dal momento che non risponde né alle mie telefonate né ai miei messaggi e cerca di sviare sempre una possibile conversazione, dicendo che è occupato oppure in ritardo.

Jason pov's
«Signor Evans sei pregato di dirigerti nel teatro della scuola» mi chiama il professore di matematica. Alzo lo sguardo su di lui stranito. È metà mattina e io di certo non devo andare nel teatro della scuola, devo seguire matematica. Cameron e Oliver mi guardano straniti, confusi quanto me.
«Velocemente possibilmente» mi esorta il professore «Di cosa si tratta?» chiedo mentre mi alzo, tutti gli occhi della classe su di me
«Delle persone sono venute dalla Stanford per parlare con lei e altri ragazzi della scuola sui futuri corsi» risponde disinteressato il professore continuando a spiegare.
Mi metto la giacca della scuola mentre mi avvio per i corridoi verso il teatro.
Quando entro però non c'è nessuno, mi avvicino al palco per capire se effettivamente qualcun'altro arriverà o è una presa per il culo.
«Tanta fatica per ritagliare una chiacchierata con te» esclama una voce dal palco, alzo lo sguardo e osservo Ariana scendere i gradini del palco e fermarsi a qualche metro da me
«Quindi la cosa della Stanford è una cazzata?» chiedo «Oh no, è vera, solo che si tiene nell'aula magna, non nel teatro. Ho dovuto fare diverso casino e devo diversi favori a diverse persone, ma ne è valsa la pena» spiega Ariana. Se c'è una cosa che ammiro sempre di più di lei è la sua scaltrezza e la sua intelligenza
«Tutto per ritagliare 15 minuti di conversazione con te» inclina la testa la mora studiandomi.
La guardo impassibile negli occhi «Che succede?»
«Nulla, tutto a posto, abbiamo finito? Vorrei davvero andare a sentire l'incontro per la Stanford» spiego cercando di sviare e superarla, ma lei se lo aspettava, infatti mi sbarra il passaggio
«Senti, ho capito perché ti comporti così» sospira «So che non ci sarebbe dovuto essere nulla e mi avevi detto che volevi andarci piano, è tutta colpa mia. Ho spinto troppo la mano nello spogliatoio e mi dispiace se...» inizia a raffica e la devo interrompere per non mi capacito nemmeno che lei abbia dovuto trovare un modo ingegnoso per parlarmi, per poi dirmi questo.
«Di cosa stai parlando Ariana?» sono davvero confuso «Di noi. È per questo che mi stai ignorando no?» chiede. Davvero pensa che io la stia ignorando per quello che è successo nello spogliatoio? Davvero pensa che non voglio che ci sia niente?
«Non ti sto ignorando per quello, sono davvero stato impegnato con Marcus e mi è dispiaciuto un sacco non poter aver continuato quella situazione» spiego, Ariana non è convinta come giusto che sia
«Per tre settimane?» sospetta
«Per tre settimane» dico «Ho avuto la testa da un'altra parte e mi dispiace»
«E non è successo nulla? Nemmeno con Marcus?» chiede. Sospetta qualcosa ma non le darò ragione per farlo «Mi ha chiesto di chiudere un affare e l'ho fatto, era uno grande, non ce ne saranno così per un po'. Mi dispiace averti fatto pensare il contrario, ma non ti sto ignorando» anzi il contrario. Ariana è nei miei pensieri ogni giorno. Non ho potuto nemmeno parlare in questi giorni e di certo lo stress si fa sentire. Avevo davvero voglia di vederla ma pensavo non fosse il caso, ora mi accorgo però che è la cosa sbagliata. Se voglio proteggerla non posso ignorarla oppure scaverà in questa situazione e il terreno diciamo che è abbastanza complicato.
«Mmh»
Penso ad Ariana giorno e notte, mi mancava e a volte non potevo che pensare e lei, alle sue mani, alla sua bocca su di me per darmi conforto quando non c'era. Ma sapevo che non potevo trascinarla in mezzo, infatti sono stato bravo a non farlo. Ma non posso ignorarla o si insospettirà.
«Usciamo questo weekend» dico, lei alza le sopracciglia «Da settimana prossima mi dovrai allenare di nuovo tu, sabato prossimo ho il mio primo incontro» spiega. Non lo sapevo, avevo detto a quel bastardo di Simon di avvisarmi, ma evidentemente lo avrebbe fatto all'ultimo
«Okay» dico, Ariana mi guarda dall'alto in basso come per squadrarmi e leggermi dentro. E devo fare forza per non farle scorgere nulla, altrimenti mi leggerebbe come un libro aperto.

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