Capitolo 9

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Dopo il nostro incontro alla festa di Halloween, Oliver e Cameron hanno portato via me e Britney per giocare a Beer Pong e non c'è bisogno di dire che abbiamo perso, tre volte e siamo già ubriache.
«Andiamo a fare le foto!» mi grida Britney praticamente nell'orecchio, la seguo da qualche parte. Arriviamo in un parte del giardino che è stata proprio allestita per fare le foto. Il fotografo è un ragazzo che si occupa dell'annuario, che alla fine dell'anno scolastico sceglie le foto migliori da mettere come ricordo.
Ne facciamo prima una io e Britney, poi si aggiunge Camila e infine anche Oliver, Cameron e Jason.
«Tutte fantastiche. Ora facciamone una solo con Harley Quinn e Joker» dice il fotografo.
Jason viene spinto verso di me e tutti gli altri sorridono guardandosi e guardandoci. È da una settimana che io e Jason non stiamo così vicini. Anzi è la prima volta che ci vediamo da una settimana.
«Stai benissimo» mi dice all'orecchio avvicinandosi, penso che anche lui sia abbastanza ubriaco, altrimenti non me lo avrebbe detto.
Jason mi mette una mano sulla schiena mentre sorridiamo per la foto.
«Ok ragazzi, avete la febbre? Mettetevi un po' più vicini» afferma il fotografo, sto per lanciarli un'occhiataccia, ma Jason mi afferra il viso con una mano e fa scontrare i nostri occhi. Lo guardo negli occhi, senza nessun ritegno. Sento il rumore della macchina fotografica scattare diverse volte, poi Jason mi spinge leggermente fuori dall'inquadratura per lasciare il posto a qualcun altro.
Nella confusione, io e Jason perdiamo i nostri amici, così mi invita a ballare all'interno della casa e io accetto.
La musica è troppo alta che non sento nemmeno quello che mi dice Jason all'orecchio, sento però perfettamente le sue mani sfiorarmi i fianchi.
Mi giro verso di lui e noto che mi sta osservando attentamente, ma il suo sguardo non è solamente attento ad ogni mia mossa, il suo sguardo è provocante.
«Raggiungimi in camera tra cinque minuti» mi dice di nuovo Jason all'orecchio. Molto probabilmente l'ha dovuto ripetere perché c'era troppa musica prima.
Jason si allontana. Non penso sia un'ottima idea seguire Jason al piano di sopra, anche perché ricordo molto bene come è andata a finire la volta scorsa. E non eravamo neppure ubriachi, eravamo praticamente sobri, almeno io.
Mi accorgo che probabilmente tra un pensiero da ubriaca e l'altro sono passata ben più di cinque minuti, così mi decido a salire le scale per andare al piano di sopra.
Prima di andare in camera di Jason, faccio un pits-stop in bagno.
Dopo essermi assicurata che nessuno mi abbia vista, scivolo nella stanza di Jason e chiudo la porta dietro di me.
«Ci hai messo sorprendentemente molto tempo» biascica, è appoggiato alla scrivania ed è accesa solo la piccola lampadina su di essa.
Jason è in contro luce, eppure sembra il Joker in tutto e per tutto. Il travestimento gli calza alla perfezione.
Chiudo a chiave la porta senza smettere di guardarlo.
«Stavo valutando i pro e i contro di seguirti in camera tua quando entrambi siamo ubriachi»
«Dunque penso che i pro abbiano vinto» non gli rispondo, mi limito a squadrarlo un'altra volta dall'alto al basso.
È incredibilmente sexy, ma d'altronde abbiamo fatto un patto giusto? Niente amore, solo sesso senza impegno.
E così sia. Ma prima voglio provocarlo ancora un po'
«Sai che Joker non ha mai amato Harley Quinn? Lei lo amava per davvero, ha fatto pazzie per lui, era pazza di lui. Invece lui l'ha solo gettata via e usata» dico osservandolo
«Fortuna che tu non sei Harley Quinn» si stacca dalla scrivania lentamente e si inizia ad avvicinare a me
«E io non sono Joker» annuisco osservando ogni suoi movimento.
«Ma per una notte puoi fare finta di essere Harley Quinn e usarmi come lui ha usato lei» la voce di Jason si stava avvicinando e ormai mancavano un paio di passi per arrivare vicino a me. Mi piace questa prospettiva. Vuol dire che mi lascia il controllo?
Non aspetto un altro invito, sorrido e gli getto le braccia al collo baciandolo.
Lo spingo verso il letto, gli tolgo la giaccia rossa e gli sbottono la camicia, lo faccio sdraiare sul letto e lui continua a osservare ogni mio movimento con il suo solito sorrisetto divertito sulle labbra.
Mi tolgo le calze a rete e con loro le culotte, resto solo con le mutande nere mentre mi metto a cavalcioni su Jason.
Le nostre bocche si mescolano insieme alla musica in lontananza e nella stanza di Jason iniziano a risuonare i nostri gemiti.
Tolgo i pantaloni a Jason e noto, più che altro sento che è già duro. Lo torturo ancora un po' strusciandomi sulla sua erezione, finché grugnisce
«Sei più stronza da ubriaca» borbotta, ridacchio baciandogli il collo e succhiando leggermente, la prima volta mi aveva fatto dei succhiotti che sono andati via solo dopo una settimana, perciò gli restituisco il favore.
Infine cedo anch'io, gli sfilo i boxer e mi tolgo le mutande posizionandomi su di lui.
«Te l'ho mai detto che ho poca pazienza?» Jason è retorico, perché vuole farmi continuare, ma l'avevo capito anche da sola che non ha molta pazienza, almeno, in camera da letto, per il resto mi stuzzica e mi rompe le scatole sempre.
Sorrido ignorandolo, prendo il membro di Jason in mano e lo torturo per alcuni secondi, poi mi alzo il tanto che basta per spingere l'elezione di Jason dentro di me. Grugnisce stringendomi i fianchi mentre inizio a muovermi su di lui, prima lentamente, poi continuo più velocemente.
«A me piace stare sopra, ma a te piace cedere il comando vero?» dico un po' affannata, Jason mi fa un'occhiolino incitandomi ad andare più veloce e così faccio.
Veniamo a distanza di pochi secondi l'uno dall'altra.
«Mi piace lasciarti il comando, ma preferisco comunque stare sopra» dice cambiando velocemente le posizioni, si infila tra le mie cosce e se possibile si spinge ancora più a fondo in me, facendomi gemere.
«Spero tu sia pronta per il secondo round» Jason si avvicina alla mia bocca e io in tutta risposta lo bacio iniziando a muovermi sotto di lui.
Sorride sulle mie labbra iniziando a muoversi, poi sposta i suoi baci sul mio collo e una sua mano sotto la maglietta che indosso ancora, sposta il reggiseno e inizia a palparmi il seno.
Il mix di queste cose mi fa gemere e ansimare rumorosamente, mentre graffio la schiena di Jason, che aumenta la velocità delle spinte. L'orgasmo mi travolge in pieno e mi scombussola tutta, mi fa dimenticare tutto il resto. Posso dire che questo forse è il migliore orgasmo, che ho mai avuto in vita mia. 
Jason sorride, probabilmente l'ha intuito, anche lui è stanco, sudato e soddisfatto, esce da me e si sposta al mio fianco, forse dice qualcosa, ma non lo sento, perché la sbronza, il ballare e il sesso mi hanno fatto stancare e quindi mi addormento.

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